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CAPQ II.

La Tomba di Alessandro IV

Le Tombe di Alessandro IV, e di Giovanni XXI
nella Cattedrale di Viterbo

(Articolo pubblicato nell'Unità Cattolica (N. 216, 1885. 17 Settembre)

Tutti gli storici ed i biografi dei Papi convengono nell' asserire che Alessandro IV e Giovanni XXI ebbero sepoltura nella Cattedrale di Viterbo. Questi ha quivi un mausoleo, non del secolo XIII, ma posteriore. La statua del Pontefice è giacente con il triregno in capo e le scarpe crucigere ai piedi, sporgenti fuori dal manto Pontificale. Il mausoleo è parte in marmo, parte in pietra, detta volgarmente peperino. La statua è scolpita rozzamente, pure in peperino. L'avello è in pietra, detta dalla Cava di Monte Razzano. Nel mezzo dell'avello è incastrata una lapide marmorea, entro un incorniciatura, non di porfido ma di detto marmo, ove in caratteri romani è l' epitaffio seguente IOANNES LUSITAN. XXI PONT. MAX. PONT. SVI MENS. VIII. MORITVR MCCLXIIII. (sic)

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È noto che Giovanni XXI morì ai 19 maggio 1277, quindi l' anacronismo è evidente nella data della morte. Nel secolo XIII costumavano, nei mausolei di personaggi famosi, gli epitaffi in versi leonini, ed i caratteri di quei tempi erano gotici, o monastici, e non romani. Che il detto sepolcro sia stato rinnovato, varii scrittori lo asseriscono. Scrive nella Storia di Viterbo il Bussi, (pag. 168:) « Questo sepolcro (di Papa Giovanni XXI), per altro benchè non si sappia in quale epoca, è stato senza dubbio rinnovato, come risulta dall' iscrizione, che è in lettere

romane è più dal triregno il quale fu posto in testa al Papa. Si ha da Niccolò Alemanno, Dissert. de Pariet. Lateran, cap. XIII che il primo ad usare il triregno fu papa Urbano V. » Anche il Papebroch, In Conatu ad Catal. Rom. Pont. in Propylaeo ad acta SS. Maii, nota che il sepolcro di PP. Giovanni XXI non è coevo a detto Pontefice. Di questo Papa scrisse certo Köhler, Notitia Ioannis XXI. Gottingae 1760. Forse in questo libro rarissimo, e da me cercato invano in varie Biblioteche di Roma, sarà riferito l'antico epitaffio, esistente gia nella tomba di detto Papa, che non trovai neppure mai riferito nei Codici Vaticani e nello Schrauer (fol. 100. to.) La quale tomba fu rifatta forse dal Card. Vescovo Gambara, nel rifabbricare in parte la cattedrale nel 1571. Ora consultando alcune pergamene nell'Archivio Capitolare della Cattedrale, per concessione dei rev.mi canonici, e per iniziativa dell'Illmo e Rev.mo Mons. Francesco Ragonesi, Arcidiacono della medesima e Pro-Vicario Generale di Viterbo, a tergo di una Bolla di Niccolò IIII, « Virga Venustissima dat. apud Vrbem Veterem XII Kal. sept. Pontihcatus (eius) anno IIII (1291), in carattere goticomonastico del secolo XIII trovai scritto, quantunque siano semicancellate alcune lettere: Iohes XXI PP. obiit Viterbii... et sepultus fuit in Eccl.a S. Laurentii, in Sacello SS. Valentini et Ilarii... Questa era la cappella antica, ove fu fatta poi la scala che dalla cattedrale và all'episcopio, cioè la seconda della navata a cornu epistolae, d'onde i corpi dei detti SS. MM. furono trasferiti poi nella nuova, eretta in loro onore nel Comune di Viterbo. Se dunque il corpo di Giovanni XXI non si ritroverà nell'attuale sepolcro, in una ricognizione che spero si farà quanto prima della sua tomba, con questa indicazione precisa si avrà indizio a ritrovarne i resti mortali. Fin da varii anni or sono il celebre maresciallo Duca di Saldanha, Ambasciatore di S. M. Fedelissima al Papa Pio IX, fece scolpire un mausoleo marmoreo all' unico Papa Giovanni XX (detto XXI) che vanti la nazione Lusitana (1). Fu detto XXI non a riguardo della favolosa Papessa Giovanna, come taluni erroneamente pretendono, ma per cagione di due Giovanni XV, il secondo dei quali sarebbe il XVI. Il primo (Papa CXLII) Giovanni, figlio di Roberto, Romano, del 985, si ritiene che non fu vero papa, ma intruso, ed il vero Giovanni XV (detto da altri XVI) fu Giovanni, figlio di Leone, Romano, pure del 985. E per brevità taccio altre notizie che qui sarebbe opportuno riferire, circa Giovanni XXI e la sua tomba.

(1) Il Papa S. Damaso si crede Lusitano ma fu di fatto Spagnuolo notandosi, fra gli altri codici, nel Mss. Vallicell. G. 79 natione hispanus. » e per tale comunemente lo si ritiene,

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In altra Bolla dell Archivio capitolare della cattedrale, Dat. Viterbii, IV Id Augusti Pontificatus anno III (1257) « Licet is », come la precedente relativa ad indulgenze concesse alla dettá Cattedrale, trovo notato in carattere gotico del secolo XIII le seguenti parole: Anno Dni M. CC. LXII (sic) Alexander. PP. IIII sedit annos VII. et obiit Viterbii et fuit sepultus in eccl.a S. Laurentii iux.... altare B.torum Protogenii.... et Socior. eorum. Detta cappella era di fronte alla porta laterale della facciata, •a cornu epistolae. Poi i corpi dei detti SS. MM. furono trasferiti nella abside minore a cornu Evangelii, come risulta da iscrizione nel ciglio dell' altare marmoreo. Finora non si conosceva in quale luogo preciso della Cattedrale Alessandro IV fosse stato sepolto. - Dall'Enciclica del successore Urbano IV si rileva che in detta cattedrale « honorifice sepultus est. » Scrive Papebroch: (loc. cit.) « de Alexandri (IV) autem sepultura accipere nihil potui...., quia nihil invenitur, praeter nudam incertamque memoriam, in quodam ipsius ecclesiae cathedralis Mss. sic Italice adnotatam: « Alexander PP. IV obiit Viterbii die XXV mai i MCCLXI, fuitque sepultus in ecclesia cathedrali S. Laurentii in Sacello Dominae nostrae, eiusque tumba est sub terra, infra custodiam lapideam sacri olei. » Ivi fu scavato nel 1682, come riferisce il Papebroch, ma per brevità si omettono i particolari delle ricerche frustranee. Nel libro, in corso di stampa, da me compilato sulle Tombe dei Papi in Viterbo, riferirò particolarmente tutti i tentativi fatti, più volte indarno, per ritrovare le ceneri di detto Papa Alessandro IV. Nel 1773 un mio antenato, Don Domenico Cristofori, Canonico della Cattedrale, così scrisse, in margine alla Storia di Viterbo del Bussi, ove descrive la tomba di Alessandro IV: In quest' anno 1773 (essendo Vescovo il Min. Conv. Mons. Pastrovich) il dì 4 e 5 ottobre fu fatto altro scavo (per cercare il sepolcro di Alessandro IV), presso la porta minore della chiesa più prossima al campanile a cornu Evangelii, poco più sotto del Battisterio, ove dicevano che fosse l'antica cappella della Madonna, ed ivi, sotto una gran lastra prossima al detto battisterio, fu trovato uno scheletro, senza alcun segno sulla terra, essendosi fatto scavo in sotto palmi sette, in circa, e non si è trovato il corpo di detto Papa. » Con le indicazioni felicemente ora rinvenute si potrebbero fare nuove indagini e forse non indarno. Mi affretto a rendere di pubblica ragione questa preziosa scoperta, perchè interessante a quanti hanno a cuore l'archeologia sacra e la storia dei Romani Pontefici. Auguriamoci che la sopraintendenza dei monumenti sacri d'Italia, nei restauri, che da tanto tempo si fecero sperare, a spese

dello Stato, nella cattedrale monumentale di Viterbo e nel Palazzo, già Papale, ora Episcopale, deliberi anche di procedere alla ricognizione delle tombe dei suddetti due Papi, nella speranza, come avvenne di Clemente IV, di ritrovarne le ceneri gloriose, e riporle in mausolei degni della maestà pontificia.

Viterbo 13 Settembre 1885.

F. C. O. S. M. G.

A quanto ricordai nel predetto articolo quì aggiungo alcune notizie, che per ristrettezza di spazio, ivi credetti opportuno di omettere. Non posso neppure dubitare che se il Card. Gambara nel restaurare nel 1571 la cattedrale di Viterbo avesse ritrovato il corpo di Papa Alessandro IV lo avrebbe fatto riporre in un mausoleo degno di tanto pontefice ed in luogo eminente. Forse, come sopra notai, fu in quell' epoca stessa che avvenne l'innovazione fatta nel cenotafio di Papa Giovanni XXI ed alla Tomba antica fu surrogata quella esistente. Non posso supporre che nel secolo XIII si seppellissero i Papi in terra, senza un benchè minimo ricordo della sublime dignità, tenuta da essi durante la vita mortale. Nel rifare nel 1878 il pavimento della cattedrale, in un punto, quasi nel centro dell' abside si trovò come un lastricato di grosse pietre fra loro connesse. Suppongo che ivi sotto fosse una cripta, e deploro che in quell' occasione tanto propizia, i molti tentativi fatti per ritrovare le ceneri di Alessandro IV riuscissero vani, per difetto forse di abile ed intelligente direzione. Nel riprendere però al tempio del Card. Gambara i fondamenti delle cappelle, allora erette, e rinnovando del tutto il pavimento potè il sepolcro rimanere inosservato da una parte e precisamente ove si ritiene con fondamento che il detto Papa sia stato sepolto. Suppongo formamente che nell' abside minore a cornu epistolae del Duomo, sotto la chiesa vi sia una cripta o cappella sotterranea e che quivi siano stati sepolti Alessandro IV e Giovanni XXI. In una delle colonne, presunte dell'antico tempio di Ercole, ivi presso, è rozzamente scolpita una croce. Quivi pure si praticò, nel mutare recentemente il pavimento un cavo profondo, ma senza alcun risultato positivo. Da ciò traggo altro argomento a persuadermi che ora conviene esplorare la detta cripta e tentar ivi nuove ricerche, facilmente con esito meno infelice. Una ricognizione, secondo le norme prescritte dai S. Canoni, delle tombe dei Papi e dei Cardinali già tumulati in Viterbo, è una delle idee che ripetutamente, a voce ed in iscritto ho finora invano inculcato

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di attuare per il decoro della città nostra. Noto che in varii codici, da me consultati nella Biblioteca Vaticana ed in tante pergamene dell'Archivio Vaticano e Viterbese, mai trovai la benchè minima notizia di una traslazione di Alessandro IV dalla Cattedrale in altra chiesa. Supposi già che fosse stato sepolto nella chiesa antichissima, detta prima di S. Donato, indi di S. M. di Nazaret, poi di S. Sebastiano (al quale il Vescovo Gualterio la dedicò nella peste del 1566, come a santo patrono contro le malattie epidemiche, portandone egli inoltre il nome) ed ora di S. Giuseppe, ma, come sopra ricordai a tergo di altra bolla di Alessandro IIII, relativa all'indulgenza che concedeva a questa chiesuola, trovai le indicazioni preziose circa il luogo ove fu inumato, nella Cattedrale. Del luogo ove Alessandro IIII sia stato tumulato così scrive il Pape. broch: (In Conatu etc. loc. cit. p. II. pag. 50). « Miratus sum nullum (Alexandri IV) epitaphium, vel aliud conditi, apud Viterbien<< ses, corporis monumentum produci. Scripsi ad Bernardinum << Coccovaginum, Soc, Iesu a quo accepi trium Viterbii sepultorum << Pontificum monumenta... de Alexandri autem sepultura accipe« re nihil potui, quia nihil invenitur, praeter nudam incertamque « memoriam ad annos circiter XL, in quodam ipsus ecclesiae Ca<thedralis Mss. sic Italice adnotatam: « Alexander IIII de Comi« tibus Anagniae, dictus primum Raynaldus Conli, obiit Viterbii « XXV Maii MCCLXI, fuitque sepultus in ecclesia cathedrali S. « Laurentii in Sacello Dominae nostrae, eiusque tumba est sub • terra, infra custodiam lapideam sacri olei. » Hoc indicio excitati Canonici scrutandam praedicto loco terram cen<< suerunt, prout factum est X Februarii MDCLXXXIII, praesen« tibus et fidem manu propria facientibus Nicolao Nardini, Ca<< nonico Poenitentiario ipsius Cathedralis, Bernardino Coccovagini <<et Andrea Benincasa, utroque Societatis Iesu, atque Antonio << Camillo Cecchini, similiter Canonico. Coram iis retecto pavi<<mento fossa ad quatuor palmos humus nihil exhibuit, praeter « exiguam tumbulam terrae, et ossiculis cuiusdam parvuli ple«< nam, neque profundius iri potuit propter fornicem novam cuiusdam sepulturae innixum loco ubi fodiebatur, hoc autem in« dicio fuit quod ibi esse non posset tumba papalis. Quia tamen << ex uno latere retectum fuit quoddam subterraneum pavimentum placuit ipsum sepulturae illius novae fornicem circa me<< dium aperire versus altare Deiparae, discoopertoque inferiori << pavimento, iterum effossa humus est ad quatuor alios palmos << et nihil plus repertum quam antea, unde facillime conspici potuisset capsa quaecumque, vel transversum posita versus << oleum sanctum, vel etiam in medio, versus presbiterium.

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