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CAPO IV.

La Tomba di Papa Giovanni XXI.

Nell'articolo pubblicato nell'autorevole giornale l'Unità Cattolica di Torino (1885 17 Sett. N. 216) ricordai per sommi capi alcune memorie sulla tomba di Papa Giovanni XXI. Senza ripetere quanto in quello esposi, non farò che rimandare il lettore a detto articolo, inserito in questo libro, ampliando vieppiù la trattazione dell' argomento, ivi troppo succintamente esposto per ristrettezza di spazio (1).

Nel mausoleo che tuttora si osserva nella cattedrale di Viterbo, fra la porta maggiore e la minore a cornu evangelii, si dubita che possano trovarsi racchiusi i resti mortali di Papa Giovanni XXI. Dal frammento della postilla già ricordata,

(1) Per debito di riconoscenza all'illustre Direttore dell' incomparabile effemeride L'Unità Cattolica, esprimo in queste pagine i sensi della più viva gratitudine per la cortese ospitalità accordatami nel prelodato Giornale. Ivi pubblicai le Necrologie dei compianti Prof. Gabriele Cristofori ed Arcidiacono Don Giovanni Cristofori, miei amatissimi Zii e di Mons. Raffaele Corradi, de' Carmelitani Scalzi, Vescovo zelantissimo di Bagnorea; il Prospetto della Storia dei Cardinali che dal 1879 attendo a compilare, sui documenti ricavati nella Biblioteca e negli Archivi Vaticani, la circolare al Clero Italiano per ottenere trascrítti fedelmente gli epitaffi sepolcrali dei Cardinali sepolti, nelle varie città d'Italia dal 1758 in poi onde compilare le Memorie Storiche dei Cardinali in continuazione del Cardella, un articolo storico sull' isola di Rodi e l'Ordine Gerosolimitano, che urtò i nervi suscettibilissimi del non sempre umoristico giornale il Fanfulla, oltre i due articoli su Clement IV e sopra le tombe di Clemente IV, di Giovanni XXI e di Alessandro IV ristampati in altra parte di questo libro, le Cronotassi sommarie dei Cardinali in alcuni titoli Cardinalizi, alcune Notizie sulle Stazioni di Roma nella Quaresima, l'appello agli Studiosi per festeggiare il faustissimo giubileo Sacerdotale del regnante Pontefice nel 1887, la commemorazione storica dell'immortale abbate Francesco Cancellieri. ecc.

apposta sul dorso di una bolla di Niccolò IV, si nota invece che fu sepolto nella cappella dei SS. Valentino ed Ilario, la quale posteriormente venne trasferita nel luogo ove è attualmente. La testimonianza contemporanea è sempre attendibile e mi sembrò preziosa la scoperta fatta a tergo delle due Bolle, circa il luogo preciso ove Alessandro IV e Giovanni XXI furono sepolti e feci osservare il carattere gotico monastico del secolo XIII onde poter asserire esser coeva la testimonianza ivi espressa in scritto, appena seguita la morte dei due pontefici. Osservarono con me le dette pergamene e verificarono le postille sopra ricordate, varii eruditi, tutti convenendo nella lettura di detti frammenti. Chiunque potrà osservare le predette annotazioni nel rovescio delle pergamene le quali, perchè semi-abrase e corrose, niuno finora avea letto.

Oggi quindi non è più ignoto il luogo ove i due Papi furono sepolti. Si suppone che sotto l'abside minore a cornu epistolae sia una cripta ed in quell' ipogeo, probabilmente, si ritiene che si troveranno le tombe dei due pontefici. La chiesa antica avea cinque navate ed o nelle absidi o nelle due navate ora chiuse debbono essere nascosti i corpi dei due Pontefici, indubbiamente sepolti in questa chiesa.

Mi sembra altresì opportuno far conoscere quali sarebbero le idee che desidererei si attuassero qualora si potesse effettuare tale ricognizione. - Concesso che fosse il permesso dall'Autorità Diocesana, nominati i rappresentanti della S. Sede, nella persona del Vescovo pro tempore, come avvenne nella traslazione della tomba di Clemente IV, della Curia Vescovile, in persona del vicario Generale, del Rmo.. capitolo della Cattedrale, del Regio Governo. così richiedendo la legge sulle desumazioni, (1) e del Municipio in persona del Sindaco o di persone dalle predette autorità delegate a rappresentarle in loro assenza, in primo luogo si avrebbe ad esplorare il mausoleo di Giovanni XXI e constatare se il corpo di detto Pontefice si trovi in quello racchiuso. Se fosse ritrovato ivi non si avrebbe che a collocarlo nel nuovo monumento marmoreo, eretto a cura del Maresciallo di Saldanha, come notai in altro luogo, conservando però il sepolcro attuale, quantunque non sia coevo, per le ragioni addotte altrove. A compiere tale ricogni

(1) Ricordo con compiacenza che il R. Governo, ad istanza dell'illustre P. Ab. Tosti, Soprintendente dei Monumenti Sacri Nazionali, con lettera Ministeriale N° 2531 di partenza e di protocollo gen. No 11829, 11674, in data 25 Feb. 1886, diretta al prelodato P. Tosti, per organo della Direzione generale delle antichità e belle arti, concesse piena facoltà all' autore di queste pagine di poter tentare di ritrovare i corpi dei due Pontefici delegando a rappresentarla l'Ispettore delle Antichità del Circondario di Viterbo.

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zione non si avrebbe a far altro che togliere la pietra marmorea, nella quale in caratteri latini è scritto l'epitaftio, posto nella parte anteriore, nel mezzo del monumento. Così si verrebbe a constatare se il corpo che stà riposto entro il cenotafio fu trasferito in altra parte della Chiesa. Nell'ipotesi che lo scheletro di Giovanni XXI si trovasse nel monumento attuale, a norma delle istruzioni ricevute dalla S. Sede, le quali credo con lievi modificazioni pótrebbero essere le medesime impartite per la traslazione delle ossa di Clemente IV, si potrebbe, come sopra scrissi, trasferirlo nel suo nuovo mausoleo già trasportato in Viterbo. Se invece il corpo non fosse ritrovato nel sepolcro presente si potrebbero cominciare gli scavi per ritrovarlo nella già cappella dei SS. Valentino ed Ilario, ora ridotta a scala segreta, la quale dall'episcopio conduce in Cattedrale. Per tale scavo non si avrebbero a sostenere gravi spese. Si sa che il piano attuale della chiesa è almeno di un metro più elevato di quello che non fosse nella chiesa antica. Quindi facendosi una fossa per la profondità di un metro e mezzo nel sotto. scala, nel luogo prossimo all'antico altare, in quel punto, secondo la postilla della bolla di Niccolo IV si ritroverebbe facilmente il corpo di Papa Giovanni XXI. Che sia stato trasferito altrove non trovai alcuna memoria. Solo tale traslazione potrebbe essere avvenuta a tempo del Card. Vescovo Gambara. Ma se il sepolcro di Papa Giovanni sembra appunto dei tempi di questo benemerito nostro Vescovo, ove egli lo avrebbe riposto qualora nel rifabbricar la cattedrale lo avesse trovato, se non appunto nel mausoleo di pietra grigia, già da me descritto? Se nel rifabbricar la chiesa i corpi dei due pontefici fossero stati rinvenuti, come può supporsi che non si sarebbe posta a memoria dei posteri un indicazione che denotasse ove riposavano? Quindi bisogna convenire che avendo il Card. Gambara innalzato il piano della cattedrale, verisimilmente per preservarla dall'umidità, non esplorò le cripte che sono nelle absidi minori, ove a testimonianza dei contemporanei furono tumulati i due papi suddetti. La tradizione volea che Alessandro fosse sepolto nella cappella della Madonna e pare che questa di S. Giovanni Battista fosse anticamente dedicata alla Vergine. Nel fare il cavo per la sepoltura del Canonico Patrizi, trasferita in detta cappella nel 1878, i muratori non poterono andare fino alla profondità consueta perchè nel suolo trovarono indizi certi che a breve intervallo si sentiva ripercuotere il suono nel vuoto, come di una volta. Se quindi v'era una volta v'era facilmente una cripta ed anche da ciò si deduce la realtà di quanto sopra esposi. Altri con me in Viterbo convengono in quest'idea, che mi sembra possa esser ritenuta per verisimile ed attendibile.

Circa le ricerche nella cappella di S. Giovanni Battista altro non si avrebbe a fare che toglier via il pavimento di mattoni comuni. Si potrebbe pure tentar di scoprire, se la cripta avesse accesso mediante una scala, e ritrovar la porta nell' unica parete nella quale può esser celata dall'intonaco, cioè in quella che è dal lato dell' episcopio. Recentemente quando il Rmo. Capitolo fece munire la cattedrale di parafulmini, facendosi un cavo presso questa Cappella, i muratori fecero osservare, dalla parte del cortile posto dietro l'abside minore sotto l'organo, alcuni indizii di una apertura o fenestra murata, molto bassa, perchè posta a fiore di terra, la quale forse dovea dar luce alla scala ed alla cripta.

Qualora il corpo di Alessandro IV fosse dissotterrato potrebbe riporsi in luogo di deposito in monumento provvisorio, per esser poi convenientemente tumulato in marmoreo sarcofago. Ora l'importante è di ritrovare i resti mortali dei due suddetti pontefici. Circa a quello che dovrebbe farsi, qualora la reperizione avesse esito felice, spetta a deciderlo alla curia Vescovile, secondo le istruzioni ricevute dalla S. Sede.

Prima di chiudere questa breve notizia sulla tomba di Giovanni XXI mi sembra opportuno dare alcuni cenni sul nuovo mausoleo marmoreo di questo Pontefice, altrove ricordato. Varii anni or sono S. E. il Signor Maresciallo Duca di Saldanha, Ambasciatore di S. M. Fedelissima presso la S. Sede, desiderando che quel Pontefice avesse un sepolcro meno ignobile, per decoro della nobilissima nazione Lusitana, dalla quale ebbe i natali com. mise all'egregio scultore Filippo Gnaccarini, Romano, di scolpire un sarcofago marmoreo da collocarsi nella nostra Cattedrale. Mori il Saldanha e lo Gnaccarini, avendo compiuto il monumento, per ragioni che non è punto opportuno ricordare, non potè far trasferire il mausoleo in Viterbo. Molte pratiche si fecero, con gli eredi di quel nobilissimo Signore, ma senza risultato felice. Finalmente nell'anno corrente 1886, per iniziativa dell'autore di queste pagine, avendo l'E.mo Serafini implorato ed ottenuto dalla munificenza del Sommo Pontefice Leone XIII, felicemente sedente, che detto monumento, già compiuto a spese della S. Sede e per ordine Pontificio, fosse trasferito in Viterbo, per il nobile disinteresse dell'Illmo Sig. Ingegnere Costantino Sneider, genero ed erede del defunto Gnaccarini, ogni ostacolo che sembrava dapprima potersi frapporre alla traslazione del mausoleo al luogo designato fu superato felicemente, ed a cura del prelodato Sig, Sneider e dello scrivente detto trasporto verrà quanto prima effettuato. Ricordo con piacere le cortesi premure

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