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Clemente IV fu coronato nella cattedrale di Perugia, dal Cardinale Riccardo Annibaldeschi della Molara, Primo Diacono di S. Angelo in Pescheria. Novaes, Moroni (che segue sempre il predetto autore), il P. Ludovico Jacob ed altri scrittori, sostengono invece che fu coronato nella cattedrale di Viterbo. Però le fonti coeve unanimi affermano che la coronazione seguì senza dubbio in Perugia, nella Cattedrale di S. Lorenzo. Il Regesto di Clemente IV (Potthast. Reg. Rom. Pont.) comprova l'assurdità di quanto Novaes ed il P. Jacob affermarono, forse ingannati dall'essere la cattedrale di Perugia, come quella di Viterbo, dedicata al Martire S. Lorenzo. Certo nelle fonti contemporanee e nell'Archivio Viterbese ed in quelli di S. Angelo in Spada e della Cattedrale non si ha traccia della coronazione di Clemente IV in Viterbo. Qui noterò gli atti principali del breve Pontificato di Clemente IV. Con bolla « Cum jam dudum (Potthast. Reg. 19038 De Saint Priest. Histoire de la conquête de Naples. II. 322.) dat. Perusii IV. Kal. Mart. an. I, concedette in feudo il regno delle due Sicile, ed impose XXXV condizioni nel darne l'investitura. Si chiamò Clemente (come resulta dalle sue epistole, raccolte in un Codice della Biblioteca Vaticana), perchè nato il dì della festa di detto santo.

Secondo il Novaes, seguito come sempre dal Moroni, Clemente IV creò un solo cardinale (cfr. Novaes Giuseppe. Vite dei Papi. Siena 1803, vol. III, pag. 244) cioè Bernardo Aiglerio (de L' Aigle) Francese, Monaco dell' Ordine di S. Benedetto ed Abbate del Monastero di S. Onorato nell' Isola di Lerins (Provenza), e poi di Monte Cassino. Questi da Innocenzo IV fu fatto Cappellano Pontificio (dignità che a quei tempi equivaleva all'odierno Uditorato di Rota). Da Urbano IV fu eletto Abbate di Montecassino, e forse Cardinale, indi dopo XX anni di governo di quella celebre Badia (cfr. Tosti Luigi Storia della Badia di Montecassino. Napoli 1842, Chronicon Casinense Mss.) pieno di anni e di meriti morì santamente, in Montecassino, nel 1282. Alcuni scrittori, come il Ciacconio (Vitae et Res Gestae Pont. Rom. et S. R. E. Cardd. Romae 1677.) omisero l'Aiglerio nel noverare i Cardinali ed il Massarelli (Romani Pont. et S. R. E. Card. ab Leone IX ad Paulum IIII. Mss. Arch. Vat. XI 44 Idem Promotiones S. R. E. Card. ab Leone IX ad Paulum IV. Cod. Vatic. 3755.) ed altri scrittori, decisamente sostengono che Clemente IV non creò, nel suo Pontificato alcun Cardinale. Pietro Corretini nella sua Cronologia dei Vescovi di Viterbo, in un frammento, riferito dal Papebroch (in Conatu p. II, pag. 54) nota: « Stephanum Hungarum, Cardinalem Prae

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nestinum, Viterbi: sub Clemente decessisse constat, ac unicum tantummodo Cardinalem Pontificem ipsum ibidem creasse Ca« talogus Cassinensis docet, Bernardum scilicet Aiglerium, Gallum, ejusdem ordines Abbatem, a Ciacconio praetermissum. » La consecrazione di Clemente IV e la sua coronazione seguirono nella Cattedrale di Perugia, ai 22 Febbraio 1265. Ebbe l'imposizione della tiara dal Cardinale Riccardo Annibaldeschi della Molara, sopra ricordato. Però secondo altri scrittori, tale ceremonia seguì gli 8 di Marzo benchè quest' opinione si ritiene per meno verosimile (1). Fra gli avvenimenti memorabili del Pontificato di Clemente IV ricorderò i seguenti.

1265 4 Aprile. Si tenne un generale consiglio in Viterbo, nella Chiesa collegiata e parrocchiale di S. Angelo in Spata. Ivi si adunò il popolo Viterbese, partigiano de' Guelfi, per deliberare circa la fine della guerra, mossa agli Orvietani che teneano le parti dei Ghibellini. Furono deputati a trattare la pace, Pietro di Benvenuto e Niccola di Giovanni Pietro, insieme a Giovanni abbate di S. Martino al Monte Cimino. Fu negoziatore per gli Orvietani Lutio di Pietro di Martino, che ebbe a compagno Giacomo di Pietro di Guglielmo. Fu stabilita la tregua per un anno, cioè dal Maggio 1265 al Giugno 1266. Ciò consta da un istromento, esistente nell'Archivio Comunale di Viterbo (N. 176 e 177 Tit. Jura Castror. et Confin. in plut. Script. Vrbevet. N. 3. Instr. 4). in quello stesso anno 1265 il Papa Clemente IV nominò cinque Cardinali Legati (2) per la coronazione di Carlo di Anjou a Re di Napoli e di Sicilia. Detta coronazione seguì nella Basilica Vaticana, quantunque il Rasponi ( De Basil. Lateran.) asserisca esser stata celebrata nella Basilica Lateranense.

1266 5 Agosto. Bolla « dat. Viterbii Pont. Anno II. Concede con questa ai Cavalieri Gerosolimitani di S. Lazzaro di raccogliere e curare, per amore di Dio, i poveri lebbrosi abbandonati 1267 26 Marzo Clemente IV canonizza in S. M. di Gradi S. Edvige di Polonia. Il P. Theuli asserisce, nel suo Ap

(1) Oppure in un giorno seguì la coronazione e nell'altro l'intronizzazione Ossia l' ubbidienza che dal clero e dal popolo si prestava al nuovo pontefice. (2) Quattro Cardinali furono legati a incontrare Carlo d'Anjou cioè Annibaldeschi della Molara Annibaldo, del Tit. SS. XII Apostoli, Orsini Caetani Giovanni A 8. Nicola in Carcere Tulliano, Annibaldeschi della Molara Riccardo O. S. B. A S. Angelo in Pescheria, e Savelli Giacomo A S. M. in Cosmedin.

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I cinque Cardinali furono eletti legati, per la coronazione di Carlo a Re delle due Sicilie, ceremonia seguita, secondo il Cancellieri, ai 6 Gennaio 1266, festa dell' Epifania, furono, De Chevrieres Rodolfo. Albano. Anchero Pantaleone del Tit. di S. Prassede. Riccardo Annibaldeschi, suddetto Gottifredo d' Alatri A S. Giorgio in Velabro ed Orsini Rosso Matteo. A S. M. in Porticu.

parato Minoritico, che detta canonizzazione seguì nella chiesa di S. Francesco, dei Minori Conventuali. Fu tratto in errore da Tolomeo Lucense che scrisse: (Hist. Eccl. Cap. XXXVIII lib. XX, ap. Muratori, Rer. Ital. Scr. Vol. XI, pag. 1162) « Hic canonizavit in ecclesia fratrum Minorum Viterbii S. Edvigem Ducissam Poloniae etc. » Così pure il Theuli suddetto asserisce che il Cardinale Stefano Ungaro, Vescovo di Palestrina, fu sepolto in Viterbo nella chiesa di S. Francesco, mentri i più degli scrittori delle vite dei Cardinali lo ritengono inumato nella chiesa di S. M. di Gradi.

1268. Capitolo Generale (presieduto da Clemente IV e presente il Maestro Generale fra Giovanni da Vercelli) dei Frati predicatori in S. Maria di Gradi. A memoria della canonizzazione di S. Edvige e del detto Capitolo, nella detta chiesa, furono poste due iscrizioni in caratteri gotici, ossia teutonici, altrove in questo libro riferite, insieme alle altre, che si leggevano in quella storica chiesa, ora chiusa al culto.

1268 28 Novembre. Morì in Viterbo Papa Clemente IV.

Nel descrivere la tomba di Alessandro IV farò menzione dei luoghi ove abitarono i Papi in Viterbo, allorchè la città nostra era rifugio ad essi contro le angherie dei prepotenti Cesari Tedeschi ed i pericoli delle fazioni, che laceravano Roma. L'illustrazione storica della tomba di Alessandro IV cronologicamente dovea precedere quella del Mausoleo di Clemente IV. Però, a cagione dell' apertura illegale del sepolcro di questo Pontefice, nel modo sopra esposto, credetti opportuno prima trattare della tomba rimossa ed esplora ta e quindi delle altre, tuttora illese. Ciò spieghi la posposizione dell' ordine cronologico.

Raynaldi (Annal. ad ann. 1265, pag. 3) e Ciacconio. (Vitae et Res gestae Pont. Rom. et S. R. E. Card. etc. vol. 2, pag. 170) invece del « Signum » attribuito a Clen.ente IV «Oculi mei semper ad Dominum (Ps. XXIV 15) » gli attribuiscono l'altro, del salmo 85. v. 16: « Fac Mecum Domine signum in bonum ». Forse può darsi che questo Pontefice usasse indistintamente l'uno e l'altro.

Certo però comunemente nelle Bolle di lui si trova generalmente notato il primo, mentre l'altro è più raro.

Circa la malattia e la morte di Clemente IV, scrisse Salimbene Parmense, (Cron. pag. 248) « Infirmatus est papa Clemens IV in festo S. Caeciliae (22 Nov.) et octo diebus post, scilicet in Vigilia S. Andreae (29 Nov.) ultimum diem clausit. » Nota un altro autore riputato (Herman. Althaens. Annal. ap. Pertz. Mon. Germ. Hist. Scr. XVII 406)« In mense novembri in die S. Chrisogoni moritur (Clemens IV), qui nunquam Romam

intraverat, in locó ubi jam diu steterat, videlicet in Viterbio, sepelitur (1).

Notati per sommi capi i fatti principali della vita e del Pontificato di Clemente IV, qui, pure brevemente, ne ricorderò le virtù, basandomi sulle testimonianze degli scrittori contemporanei principali. Scrive Tolomeo Lucense (l. c. ap. Murat. XI, pag. 1161) Hic fratres praedicatores multum dilexit et secundum illorum ordinem, in cibis et aliis observantiis eorum se gessit. > E Matteo Paris: (Historia Maior, pag 1105) « Iste papa ita vigiliis, jejuniis et orationibus, ac aliis bonis operibus erat inten tus quod multas tribulationes, quae tunc sustinebat ecclesia,

(1) Un autore Fiammingo (Ioannes Hocsemius ad ann. 1265. Gesta Pontificum Leodiensium. Leodii 1613. Typis Christiani Ouwerx junioris, pag. 294) scrive intorno alla vita ed al Pontificato di Clemente IV: Hic (Clemens IV) autem natus fuit de oppido S. Aegidii in Provincia. de genere mediocri, cujus vita a puero, tota fuit laudabilis et exemplaris. Fuit enim in juventute optime literatus, in jure civili et optimus advocatus, demum legum professor, uxoratus, et factus judex Regis Franciae in patria sua, gradatim ascendens in consiliarum regis est assumptus, deinde factus episcopus Aniciensis, deinde Archiepiscopus Narbonensis, deinde Cardinalis Sabinensis, deinde Papa sanctissimus. Hic habuit unam filiam, nomine Caeciliam, quam multi magni nobiles de Provincia ab ipso petierunt in uxorem, quos deridens dicebat: « Vos non petitis Caeciliam, sed Papam: filia mea non est, sed Guidonis Fulcodii, cujus nequaquam filiam petere deberetis. » Hanc autem noluit maritare, sed mediocriter eidem providens, quamdiu vixit, voluit vivere honeste, in quodam Monasterio Monialium in Civitate Nemausensi. Habuit etiam unum fratrem, rectorem ecclesiae cujusdam parochialis, honestum virum, et sanctae vitae, quem sobrie diligebat; hunc autem noluit altius promoveri, nisi quod unam meliorem parochiam, dimissa alia, eidem concessit. Nullum de suo sanguine altius extulit, sed, de elemosynis suis, mediocriter sustentavit eos qui indigebant. Rectus fuit adeo in omnibus, ut nulli regi, vel principi, deferret, et ideo ab omnibus diligebatur, et timebatur, maxime a S. Ludovico, quondam domino suo, qui ad invicem de sanctitate vitae, crebris esercitationibus, consolabantur, ac in bonis actibus quilibet finivit vitam, multis miraculis coruscando. » E Tolomeo Lucense nota: ( Annal. ad ann. 1256), Hic quanto plus crevit in dignitate, tanto plus floruit in sanctitate, generalis clericus, fuit, videlicet jurista summus, praedicator egregius cantor pulcherrimus, sine pari; carnes dia non comedit, asperrimo lecto est usus, nec vestibus lineis ad carnem utebatur, et sic sanctissimam vitam duxit. » Clemente IV dimorò in Viterbo, come risulta dal suo Regesto, (Potthast. Reg. Vol. II) dal 30 Aprile 1266, fino alla sua morte, avvenuta ai 29 Nov. 1268. Quindi la sua coronazione, seguìta ai 22 Febbraio (VIII Kal. Martii, in festo Cathedrae S. Petri Antiochiae), non potè, come pretesero Novaes, Moroni, Ciacconio ed altri, seguire in Viterbo ma in Perugia. Fra gli atti memorabili del suo breve, ma glorioso Pontificato, ricorderò, oltre già riferiti, la deposizione, con pubblica sentenza, di XL vescovi scismatici, simoniaci e fautori di Manfredi, e quindi ribelli alla Chiesa i tre Concilii di Vienna, di Northampton e di Londra, per riformare la Chiesa, presieduti il primo da Guido Card. Prete di S. Lorenzo in Lucina e Legato in Francia e gli altri due da Ottobono Fieschi Card. Diacono di S. Adriano, Legato in Inghilterra. La bolla di Canonizzazione di S. Edvige « Exultat Sanctorum turba Fi

Deus, suis meritis, creditur, extinxisse. » Altro scrittore contémporaneo, presso il Rainaldi, scrive: (Iordanus. ap. Raynald. ad ann. 1268 § 54): « Fuit vir. benignus, generaliter habitus cantor delicatus, in concionando non habens socium, sibi austerus caeteris pius. » Ed in un catalogo dei Pontefici Romani di quell'epoca (Catal. Pont. Rom. Cont. Laudunen. ap. Pertz, Mon. Germ. Hist. Scr. XXII. 371 ), si trova scritto di Clemente IV: « Vir (fuit) summae Sapientiae, discretionis, et probitatis, vitam quasi sanctam duxit, quandiu fuit in apostolatu. » E nella vita di Clemente, presso il Muratori (Vita Clem. IV, ex Mss. Bernardi Guidonis in Rer. Ital. Script. III, par. I, pag. 595) lo si loda: « Vir fuit totius prudentiae, prae cunctis generationis hujus. » ed il Viterbese Pietro Coretini, nella sua Cronologia dei Vescovi di Viterbo (in Philippo XVII Epo. Viterb. ap. Papebroch, in Conatu. Par. II. pag. 54, §. 4) scrive di lui: « Vir profecto fuit religione, pietate sanctisquee moribus omnino laudandus. Viterbii saepius conciones habebat, populumque in fide catholica confirmabat. Carolum Hierusalem et Siciliae Regem, paulo ante a Cardinalibus legatis coronatum, hic excepit. Bullae ab eodem Pontifice Viterbii emanatae, annis MCCLXV et MCCLXVI, gesta suo probant. . . . Nonnulla alia Clementem Viterbii egisse, tum diplomata, tum monumenta tradunt. Anno demum MCCLXVIII Mense Sept. die' scilicet illa qua Carolus Siciliae Rex Sedes Apostolicae rebelles caecidit, dum in Cathedrali S. Laurentii Viterbiensi ecclesia

delium.» « Dat Viterbii VIII Kal. Apr. Pont. anno III. » si trova presso Laertio Cherubino (Bullar. Tom. III). Fu tuttavia calunniato dai protestanti. Niccolò Desseres asserì che Clemente fu consigliere del supplizio dell' infelice Corradino, mentre risulta provato dal Regesto Vaticano che tentò indurre Carlo d'Anjou a risparmiargli la vita. Carion, Gaspare Poucet, e Gretser Mornaeo, aggiunsero nuove ed infami calunnie, ma furono facilmente confutate. Scrissero la vita di Clemente IV oltre Almarico Augerio, Bernardo di Guidone, Platina, Ciacconio, Novaes, Duchesne ed altri scrittori delle vite dei Papi Claudius, Clemens. Vita Clementis, PP. IV. Lugduni, apud Ioannes Sullieran 1624 in 12, e l'altra opera che restò inedita cioè: Picquet Claude, de l'Ordre des Mineurs, Vie du Pape Clement IV, traduite par Ioseph Pachirel. Questa vita, nota il P. Ludovico Iacob da S. Carlo Carmelitano nella sua Biblioteca Pontificia, era conservata dalla famiglia dei Signori de Gros, nel secolo XVII. Ignoro se sia perita, o si trovi fra i manoscritti di qualche biblioteca Francese, forse nella Nazionale di Parigi, nel fondo Colbert. Oltre i detti autori che trattano di Clemente IV, della sua vita e del suo pontificato, qui noterò a profitto di chi desiderasse ulteriori notizie le seguenti opere: Ursinus Martene Edm. el Vrs. Durand. Veterum Scriptorum Amplissima Collectio. Parisiis, 1724-1733. Tom. 1-9 Fol. Cardinaux Francais. Tome I-II. Paris 1660. Inici Mansi Tom. I-IV. Lucae 1761-1764 Fol. post Baronium continuatio. Tomus XIII. Coloniae 1618. Hommes Illustres de l'Ordre de Saint Dominique. Tom. I-VI.

Duchesne François. Histoire de tous les Baluzius, Miscellanea, cum Addict. 1o DomiBzorius Abraham. Annalium Eccles. Turon Antoine, Histoire des Paris 1743 in 4,o

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