GAFFORIO a Belisa. Non è quegli il turco sire? BELISA a Gafforio. Taci, taci, non lo dire. ACMET a Gafforio. Non è quegli il re de' Corsi? Taci, taci, oh che discorsi! TADDEO ad Acmet. Dunque Acmet deggio chiamarti? ACMET a Taddeo. Taci, taci, o fo strozzarti. SANDRINO a Lisetta. Dunque quei de' Corsi è il re? Taci, taci, e bada a te. TEODORO a Sandrino. Non è quegli il gran sultano? Taci, taci, egli è un arcano. Ma costor che diamin hanno? Taci, taci, essi lo sanno. Or via non disputiam; sopra il terrazzo Suol divertirsi Acmet talvolta a udire I gondolier che avanti alla locanda S'adunano a cantar: farò che insieme Colà vi ritroviate, e ivi potrete A vostr' agio parlar : ma tu cotanto Non t' invaghir di romanzesca e folle Avventura, e d'un titolo ideale Che ti potrebbe un giorno esser fatale. Che stuol d'infelici Lo scettro ti diede, Il mondo lo crede : Tu stesso lo dici, Nol niego: sarà. Ma bada, fratello, A quello che fai : Che se non avrai Fortuna e cervello, E regno e regnante In men d'un istante Al diavolo andrà. Non son dottoressa, Non son profetessa : Ma il mondo un pochetto Lo so come va. |