Parnaso italiano: poeti italiani contemporanei, maggiori e minoriBaudry, 1843 - 1008 sayfa |
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Sayfa 16
... crudel Megera Più temuti gli sdegni . Oltre Pirene Contenda or pur le desïate porte A i gravi amanti , e di feminee risse Turbi Oriente . Italia oggi si ride Di quello , ond ' era già derisa : tanto Puote una sola età volger le menti ...
... crudel Megera Più temuti gli sdegni . Oltre Pirene Contenda or pur le desïate porte A i gravi amanti , e di feminee risse Turbi Oriente . Italia oggi si ride Di quello , ond ' era già derisa : tanto Puote una sola età volger le menti ...
Sayfa 36
... crudel col guardo invoca De le amiche l'aita ; e a sè con mano Il fido cavalier chiede a consiglio . Qual mai del gioco a i tavolier diversi Ordin porra , che de le dive accolte Nulla obliata si dispetti , e nieghi Più qui tornare ad ...
... crudel col guardo invoca De le amiche l'aita ; e a sè con mano Il fido cavalier chiede a consiglio . Qual mai del gioco a i tavolier diversi Ordin porra , che de le dive accolte Nulla obliata si dispetti , e nieghi Più qui tornare ad ...
Sayfa 47
... crudel tempesta , E la folgor funesta , Che con tuono infinito Scoppia da lungi , e rimbombar fa il lito . Ahime ! miseri legni , Che cupidigia e ambizion sospinse , E facil aura vinse Per li mobili regni Lor speme a sciorre oltre gli ...
... crudel tempesta , E la folgor funesta , Che con tuono infinito Scoppia da lungi , e rimbombar fa il lito . Ahime ! miseri legni , Che cupidigia e ambizion sospinse , E facil aura vinse Per li mobili regni Lor speme a sciorre oltre gli ...
Sayfa 91
... crudel che ognora Quanto mi sprezza più , più m'innamora . Io re sono , e sono amante ; Il mio amor è un brutto affanno ; Il mio regno è un bel malanno ; Ma la taglia è peggio ancor . Quando volgo il mio pensiero Alla mia crudel Lisetta ...
... crudel che ognora Quanto mi sprezza più , più m'innamora . Io re sono , e sono amante ; Il mio amor è un brutto affanno ; Il mio regno è un bel malanno ; Ma la taglia è peggio ancor . Quando volgo il mio pensiero Alla mia crudel Lisetta ...
Sayfa 97
... Crudel sventura ! BELISA . Il mal non fu si grande : uno straniero Mi si offre per isposo , a lui mi fido : Lo credo amante , e seco Abbandono la patria : indi a non molto Lo sposo m'abbandona . E allor ... SANDRINO . BELISA . Per varii ...
... Crudel sventura ! BELISA . Il mal non fu si grande : uno straniero Mi si offre per isposo , a lui mi fido : Lo credo amante , e seco Abbandono la patria : indi a non molto Lo sposo m'abbandona . E allor ... SANDRINO . BELISA . Per varii ...
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ACMET ADELCHI alfin allor alma amico amor anco ANTONIO FOSCARINI appo ARISTODEMO ARTEMIDORO avea BELISA bella BISIGNANO braccia CAJO canto Carlo Carlo VIII caro CESIRA ch'io Chè ciel ciglio colle conforto crin crudel d'ogni diletto DOGE dolce dolor DON GASPERONE DON PIASTRONE donna DORI Doride Ecco eterno EUFELIA EUMEO fanciulla figlio Francia fratello fuggir furor GAFFORIO gente giorno Giovanni da Procida GONIPPO gran grido guardo Ildegarde Ildegonda IMELDA infelice invan ISABELLA l'alma labbro lagrime LANCIOTTO lieto LISANDRO LISETTA Longobardi lungo madre misero MORO mortal morte nemico notte occhi ognor omai padre PALAMEDE parla parole patria pensier periglio petto piange pianto piè pietà pietoso popolo prego pria PROCIDA regno sacro SANDRINO sangue SCENA sento serba Signor sospiro sovra speme spirto sposa suon sventura TADDEO TEODORO terra tiranno tosto trema TROFONIO vede veggo vendetta virtù volgo volto
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Sayfa 542 - Questo di fu solenne: or da' trastulli prendi riposo; e forse ti rimembra in sogno a quanti oggi piacesti, e quanti piacquero a te: non io, non già, ch'io speri, al pensier ti ricorro. Intanto io chieggo quanto a viver mi resti, e qui per terra mi getto, e grido, e fremo.
Sayfa 552 - Sorge in sul primo albore Move la greggia oltre pel campo, e vede Greggi, fontane ed erbe; Poi stanco si riposa in su la sera : Altro mai non ispera. Dimmi, o luna: a che vale Al pastor la sua vita, La vostra vita a voi? dimmi: ove tende Questo vagar mio breve, II tuo corso immortale...
Sayfa 543 - Ivi, quando il meriggio in ciel si volve. La sua tranquilla imago il Sol dipinge. Ed erba o foglia non si crolla al vento, E non onda incresparsi, e non cicala Strider, né batter penna augello in ramo, Né farfalla ronzar, né voce o moto Da presso né da lunge odi né vedi.
Sayfa 553 - II grido giornaliero. Ecco il Sol che ritorna, ecco sorride Per li poggi e le ville. Apre i balconi, Apre terrazzi e logge la famiglia: E, dalla via corrente, odi lontano Tintinnio di sonagli; il carro stride Del passegger che il suo cammin ripiglia. Si rallegra ogni core. Sì dolce, si gradita Quand'è, com'or, la vita? Quando con tanto amore L'uomo a
Sayfa 546 - Cara beltà che amore lunge m'inspiri o nascondendo il viso, fuor se nel sonno il core ombra diva mi scuoti, o ne' campi ove splenda più vago il giorno e di natura il riso; forse tu l'innocente secol beasti che dall'oro ha nome, or leve intra la gente anima voli? o te la sorte avara ch'a noi t'asconde, agli avvenir prepara? Viva mirarti...
Sayfa 552 - Nerina, a radunanze, a feste Tu non ti acconci più, tu più non movi. Se torna maggio, e ramoscelli e suoni Van gli amanti recando alle fanciulle, Dico: Nerina mia, per te non torna Primavera giammai, non torna amore.
Sayfa 553 - O come il tuono errar di giogo in giogo, Più felice sarei, dolce mia greggia, Più felice sarei, candida luna. O forse erra dal vero, Mirando all'altrui sorte, il mio pensiero: Forse in qual forma, in quale Stato che sia, dentro covile o cuna, È funesto a chi nasce il dì natale.
Sayfa 533 - Ahi ahi, ma conosciuto il mondo Non cresce, anzi si scema, e assai più vasto L'etra sonante e l'alma terra e il mare Al fanciullin, che non al saggio, appare.
Sayfa 541 - Questo giorno ch'omai cede alla sera, Festeggiar si costuma al nostro borgo. Odi per lo sereno un suon di squilla, Odi spesso un tonar di ferree canne. Che rimbomba lontan di villa in villa. Tutta vestita a festa La gioventù del loco Lascia le case, e per le vie si spande; E mira ed è mirata, e in cor s'allegra.
Sayfa 554 - Già tutta l'aria imbruna, torna azzurro il sereno, e tornan l'ombre giù da' colli e da' tetti, al biancheggiar della recente luna. Or la squilla da segno della festa che viene; ed a quel suon diresti che il cor si riconforta. I fanciulli gridando su la piazzuola in frotta, e qua e là saltando, fanno un lieto romore: e intanto riede alla sua parca mensa, fischiando, il zappatore, e seco pensa al dì del suo riposo.