Parnaso italiano: poeti italiani contemporanei, maggiori e minoriBaudry, 1843 - 1008 sayfa |
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Sayfa xx
... gran tempo meditava il Parini un gran lavoro , dove opponendosi colla poesia agli abusi notati ne ' suoi patrioti , ne divenisse il benefattore . Già , o lettore , tu nominasti il Giorno ; ma prima di farci a discorrerne , giovi dare un ...
... gran tempo meditava il Parini un gran lavoro , dove opponendosi colla poesia agli abusi notati ne ' suoi patrioti , ne divenisse il benefattore . Già , o lettore , tu nominasti il Giorno ; ma prima di farci a discorrerne , giovi dare un ...
Sayfa 5
... gran pezzo a ' primi albori Del tuo mattin teco scherzato fia , Non senz ' aver licenziato prima L'ipocrita Pudore , e quella schifa , Cui le accigliate , gelide matrone Chiaman Modestia ; al fine , o a lor talento , O da te congedati ...
... gran pezzo a ' primi albori Del tuo mattin teco scherzato fia , Non senz ' aver licenziato prima L'ipocrita Pudore , e quella schifa , Cui le accigliate , gelide matrone Chiaman Modestia ; al fine , o a lor talento , O da te congedati ...
Sayfa 12
... gran pari ecciterai , qualora , Pollo o fagian con la forcina in alto Sospeso , a un colpo il priverai dell'anca Mirabilmente . Or ti ricolmi al fine D'ambo i lati la giubba ed oleoso Spagna e Rape , cui semplice origuela Chiuda , o a ...
... gran pari ecciterai , qualora , Pollo o fagian con la forcina in alto Sospeso , a un colpo il priverai dell'anca Mirabilmente . Or ti ricolmi al fine D'ambo i lati la giubba ed oleoso Spagna e Rape , cui semplice origuela Chiuda , o a ...
Sayfa 13
... gran baffi , rigidi la guancia , Consultando gli sgherri , e sol gioiendo Di trattar l'arme , che d'orribil palla Givan notturne a traforar le porte Del non meno di voi rivale armato . Ma i vostri almi nipoti oggi si stanno Ad agitar ...
... gran baffi , rigidi la guancia , Consultando gli sgherri , e sol gioiendo Di trattar l'arme , che d'orribil palla Givan notturne a traforar le porte Del non meno di voi rivale armato . Ma i vostri almi nipoti oggi si stanno Ad agitar ...
Sayfa 23
... gran convivii . In simil guisa il favoloso amante Dell'animosa vergin di Dordona A i cavalier , che l'assalien superbi , Usar lasciava ogni lor possa ed arte ; Poi nel miglior de la terribil pugna Svelava il don dell'amoroso Mago : E ...
... gran convivii . In simil guisa il favoloso amante Dell'animosa vergin di Dordona A i cavalier , che l'assalien superbi , Usar lasciava ogni lor possa ed arte ; Poi nel miglior de la terribil pugna Svelava il don dell'amoroso Mago : E ...
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ACMET ADELCHI alfin allor alma amico amor anco ANTONIO FOSCARINI appo ARISTODEMO ARTEMIDORO avea BELISA bella BISIGNANO braccia CAJO canto Carlo Carlo VIII caro CESIRA ch'io Chè ciel ciglio colle conforto crin crudel d'ogni diletto DOGE dolce dolor DON GASPERONE DON PIASTRONE donna DORI Doride Ecco eterno EUFELIA EUMEO fanciulla figlio Francia fratello fuggir furor GAFFORIO gente giorno Giovanni da Procida GONIPPO gran grido guardo Ildegarde Ildegonda IMELDA infelice invan ISABELLA l'alma labbro lagrime LANCIOTTO lieto LISANDRO LISETTA Longobardi lungo madre misero MORO mortal morte nemico notte occhi ognor omai padre PALAMEDE parla parole patria pensier periglio petto piange pianto piè pietà pietoso popolo prego pria PROCIDA regno sacro SANDRINO sangue SCENA sento serba Signor sospiro sovra speme spirto sposa suon sventura TADDEO TEODORO terra tiranno tosto trema TROFONIO vede veggo vendetta virtù volgo volto
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Sayfa 542 - Questo di fu solenne: or da' trastulli prendi riposo; e forse ti rimembra in sogno a quanti oggi piacesti, e quanti piacquero a te: non io, non già, ch'io speri, al pensier ti ricorro. Intanto io chieggo quanto a viver mi resti, e qui per terra mi getto, e grido, e fremo.
Sayfa 552 - Sorge in sul primo albore Move la greggia oltre pel campo, e vede Greggi, fontane ed erbe; Poi stanco si riposa in su la sera : Altro mai non ispera. Dimmi, o luna: a che vale Al pastor la sua vita, La vostra vita a voi? dimmi: ove tende Questo vagar mio breve, II tuo corso immortale...
Sayfa 543 - Ivi, quando il meriggio in ciel si volve. La sua tranquilla imago il Sol dipinge. Ed erba o foglia non si crolla al vento, E non onda incresparsi, e non cicala Strider, né batter penna augello in ramo, Né farfalla ronzar, né voce o moto Da presso né da lunge odi né vedi.
Sayfa 553 - II grido giornaliero. Ecco il Sol che ritorna, ecco sorride Per li poggi e le ville. Apre i balconi, Apre terrazzi e logge la famiglia: E, dalla via corrente, odi lontano Tintinnio di sonagli; il carro stride Del passegger che il suo cammin ripiglia. Si rallegra ogni core. Sì dolce, si gradita Quand'è, com'or, la vita? Quando con tanto amore L'uomo a
Sayfa 546 - Cara beltà che amore lunge m'inspiri o nascondendo il viso, fuor se nel sonno il core ombra diva mi scuoti, o ne' campi ove splenda più vago il giorno e di natura il riso; forse tu l'innocente secol beasti che dall'oro ha nome, or leve intra la gente anima voli? o te la sorte avara ch'a noi t'asconde, agli avvenir prepara? Viva mirarti...
Sayfa 552 - Nerina, a radunanze, a feste Tu non ti acconci più, tu più non movi. Se torna maggio, e ramoscelli e suoni Van gli amanti recando alle fanciulle, Dico: Nerina mia, per te non torna Primavera giammai, non torna amore.
Sayfa 553 - O come il tuono errar di giogo in giogo, Più felice sarei, dolce mia greggia, Più felice sarei, candida luna. O forse erra dal vero, Mirando all'altrui sorte, il mio pensiero: Forse in qual forma, in quale Stato che sia, dentro covile o cuna, È funesto a chi nasce il dì natale.
Sayfa 533 - Ahi ahi, ma conosciuto il mondo Non cresce, anzi si scema, e assai più vasto L'etra sonante e l'alma terra e il mare Al fanciullin, che non al saggio, appare.
Sayfa 541 - Questo giorno ch'omai cede alla sera, Festeggiar si costuma al nostro borgo. Odi per lo sereno un suon di squilla, Odi spesso un tonar di ferree canne. Che rimbomba lontan di villa in villa. Tutta vestita a festa La gioventù del loco Lascia le case, e per le vie si spande; E mira ed è mirata, e in cor s'allegra.
Sayfa 554 - Già tutta l'aria imbruna, torna azzurro il sereno, e tornan l'ombre giù da' colli e da' tetti, al biancheggiar della recente luna. Or la squilla da segno della festa che viene; ed a quel suon diresti che il cor si riconforta. I fanciulli gridando su la piazzuola in frotta, e qua e là saltando, fanno un lieto romore: e intanto riede alla sua parca mensa, fischiando, il zappatore, e seco pensa al dì del suo riposo.