Parnaso italiano: poeti italiani contemporanei, maggiori e minoriBaudry, 1843 - 1008 sayfa |
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Sayfa 57
... grido : ' Ve sono ora i trecconi , Che qui venien , come a lor dolce nido ; E gli sgherri e i baroni , Che i sabbati partien con alti e spessi Segni del tuo valore , o Sfregia , impressi ? Que ' fortunati istanti , Che inteso eri al ...
... grido : ' Ve sono ora i trecconi , Che qui venien , come a lor dolce nido ; E gli sgherri e i baroni , Che i sabbati partien con alti e spessi Segni del tuo valore , o Sfregia , impressi ? Que ' fortunati istanti , Che inteso eri al ...
Sayfa 183
... grido Volgo altrove la fronte , e mel riveggo Seduto al fianco . Mi riguarda fiso , Ed immobile stassi , e non fa motto . Poi dal volto togliendosi le chiome , E piovendone sangue , apre la veste , E squarciato m ' addita , ahi vista ...
... grido Volgo altrove la fronte , e mel riveggo Seduto al fianco . Mi riguarda fiso , Ed immobile stassi , e non fa motto . Poi dal volto togliendosi le chiome , E piovendone sangue , apre la veste , E squarciato m ' addita , ahi vista ...
Sayfa 185
... grido . CESIRA . Ma dunque è ver che tu sei reo ? ARISTODEMO . Tel dissi . Ma non voler più innanzi interrogarmi ; E fuggimi , ten prego , e m'abbandona . CESIRA . [ sia Ch'io t'abbandoni ? Ah , no . Qualunque ei Il tuo misfatto , nel ...
... grido . CESIRA . Ma dunque è ver che tu sei reo ? ARISTODEMO . Tel dissi . Ma non voler più innanzi interrogarmi ; E fuggimi , ten prego , e m'abbandona . CESIRA . [ sia Ch'io t'abbandoni ? Ah , no . Qualunque ei Il tuo misfatto , nel ...
Sayfa 208
... grido . Nessuno , Nessuno . CAJO . E per chi dunque andate a morte ? Per chi son quelle larghe cicatrici Che rosseggiar vi veggio e trasparire Fuor del lacero sajo ? Oh chi le porge , Chi le porge a ' miei baci ? La lor vista M ...
... grido . Nessuno , Nessuno . CAJO . E per chi dunque andate a morte ? Per chi son quelle larghe cicatrici Che rosseggiar vi veggio e trasparire Fuor del lacero sajo ? Oh chi le porge , Chi le porge a ' miei baci ? La lor vista M ...
Sayfa 209
... grido insultator ; nessuno . Del popolo il silenzio è de ' tiranni La più tremenda lezion . Partite Queti , e lasciate a ' suoi rimorsi in preda Questo superbo . ( Parte , e il popolo si ritira modesta- mente . ) FULVIO . Oh vil ...
... grido insultator ; nessuno . Del popolo il silenzio è de ' tiranni La più tremenda lezion . Partite Queti , e lasciate a ' suoi rimorsi in preda Questo superbo . ( Parte , e il popolo si ritira modesta- mente . ) FULVIO . Oh vil ...
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ACMET ADELCHI alfin allor alma amico amor anco ANTONIO FOSCARINI appo ARISTODEMO ARTEMIDORO avea BELISA bella BISIGNANO braccia CAJO canto Carlo Carlo VIII caro CESIRA ch'io Chè ciel ciglio colle conforto crin crudel d'ogni diletto DOGE dolce dolor DON GASPERONE DON PIASTRONE donna DORI Doride Ecco eterno EUFELIA EUMEO fanciulla figlio Francia fratello fuggir furor GAFFORIO gente giorno Giovanni da Procida GONIPPO gran grido guardo Ildegarde Ildegonda IMELDA infelice invan ISABELLA l'alma labbro lagrime LANCIOTTO lieto LISANDRO LISETTA Longobardi lungo madre misero MORO mortal morte nemico notte occhi ognor omai padre PALAMEDE parla parole patria pensier periglio petto piange pianto piè pietà pietoso popolo prego pria PROCIDA regno sacro SANDRINO sangue SCENA sento serba Signor sospiro sovra speme spirto sposa suon sventura TADDEO TEODORO terra tiranno tosto trema TROFONIO vede veggo vendetta virtù volgo volto
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Sayfa 542 - Questo di fu solenne: or da' trastulli prendi riposo; e forse ti rimembra in sogno a quanti oggi piacesti, e quanti piacquero a te: non io, non già, ch'io speri, al pensier ti ricorro. Intanto io chieggo quanto a viver mi resti, e qui per terra mi getto, e grido, e fremo.
Sayfa 552 - Sorge in sul primo albore Move la greggia oltre pel campo, e vede Greggi, fontane ed erbe; Poi stanco si riposa in su la sera : Altro mai non ispera. Dimmi, o luna: a che vale Al pastor la sua vita, La vostra vita a voi? dimmi: ove tende Questo vagar mio breve, II tuo corso immortale...
Sayfa 543 - Ivi, quando il meriggio in ciel si volve. La sua tranquilla imago il Sol dipinge. Ed erba o foglia non si crolla al vento, E non onda incresparsi, e non cicala Strider, né batter penna augello in ramo, Né farfalla ronzar, né voce o moto Da presso né da lunge odi né vedi.
Sayfa 553 - II grido giornaliero. Ecco il Sol che ritorna, ecco sorride Per li poggi e le ville. Apre i balconi, Apre terrazzi e logge la famiglia: E, dalla via corrente, odi lontano Tintinnio di sonagli; il carro stride Del passegger che il suo cammin ripiglia. Si rallegra ogni core. Sì dolce, si gradita Quand'è, com'or, la vita? Quando con tanto amore L'uomo a
Sayfa 546 - Cara beltà che amore lunge m'inspiri o nascondendo il viso, fuor se nel sonno il core ombra diva mi scuoti, o ne' campi ove splenda più vago il giorno e di natura il riso; forse tu l'innocente secol beasti che dall'oro ha nome, or leve intra la gente anima voli? o te la sorte avara ch'a noi t'asconde, agli avvenir prepara? Viva mirarti...
Sayfa 552 - Nerina, a radunanze, a feste Tu non ti acconci più, tu più non movi. Se torna maggio, e ramoscelli e suoni Van gli amanti recando alle fanciulle, Dico: Nerina mia, per te non torna Primavera giammai, non torna amore.
Sayfa 553 - O come il tuono errar di giogo in giogo, Più felice sarei, dolce mia greggia, Più felice sarei, candida luna. O forse erra dal vero, Mirando all'altrui sorte, il mio pensiero: Forse in qual forma, in quale Stato che sia, dentro covile o cuna, È funesto a chi nasce il dì natale.
Sayfa 533 - Ahi ahi, ma conosciuto il mondo Non cresce, anzi si scema, e assai più vasto L'etra sonante e l'alma terra e il mare Al fanciullin, che non al saggio, appare.
Sayfa 541 - Questo giorno ch'omai cede alla sera, Festeggiar si costuma al nostro borgo. Odi per lo sereno un suon di squilla, Odi spesso un tonar di ferree canne. Che rimbomba lontan di villa in villa. Tutta vestita a festa La gioventù del loco Lascia le case, e per le vie si spande; E mira ed è mirata, e in cor s'allegra.
Sayfa 554 - Già tutta l'aria imbruna, torna azzurro il sereno, e tornan l'ombre giù da' colli e da' tetti, al biancheggiar della recente luna. Or la squilla da segno della festa che viene; ed a quel suon diresti che il cor si riconforta. I fanciulli gridando su la piazzuola in frotta, e qua e là saltando, fanno un lieto romore: e intanto riede alla sua parca mensa, fischiando, il zappatore, e seco pensa al dì del suo riposo.