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lo dolce pome a tutta gente niega,

per cui ciascun man piega.

Ma s'elli avvien che tu alcun mai truovi amico di virtù, ed e' ti priega,

fatti di color novi,

poi li ti mostra: e 'l fior, ch' è bel di fori,

fa disiar ne li amorosi cuori.

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Canzone, nessuno sia avido di scoprire quel che tu chiudi in te, come donna vestita de' suoi panni; si accontenti delle parti palesi. Nega a tutti il dolce frutto. che tutti vorrebbero cogliere. Nota che l'azione della mano, che ritorna nel secondo membro del periodo dopo di essere stata presentata nel primo, è espressiva di avidità, ch'è il centro di questa rappresentazione. Ma il poeta non vuol già inibire agli uomini di assurgere all'altezza di speculazione cui eleverebbero i simboli svelati, ma li ammonisce che ciò è arduo, che occorre una preparazione morale e intellettuale di lunga mano e di gran lena. Sotto immagini molto diverse, c'è lo stesso ammonimento ch'è svolto sul principio di Par. II.

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Che se, o canzone, la buona ventura ti porta a imbatterti in uomini degni, ed essi te ne pregano, mostra con non consueta letizia il tuo gradimento, poi svelati a loro e fa che questi uomini disposti amino le belle immagini che del dolce pomo sono il fiore. Fatti di color nuovi; per l'espressione cfr. Inf. IX, 1 segg.: « Quel color che viltà di fuor mi pinse.... più tosto dentro il suo nuovo ristrinse »; ma per l'idea cfr. Par. I, 30 segg. che partorir letizia in su la lieta Delfica deità dovria la fronda penéia Quando alcun di sé asseta ».

Gli amorosi cuori: vedi come bellamente è chiuso il perfetto giro della canzone che s'apre intorno al core dove siede Amore '; e intendi che il p. avverte di dire cose Idegne di uomini degni.

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I. Si come dice lo Filosofo nel principio de la Prima Filosofia, tutti li uomini naturalmente desiderano di sapere.1 La ragione di che puote essere ed è che ciascuna Staing cosa, da providenza di prima natura impinta, è inclinabile a la sua propria perfezione: onde, acciò che la scienza è ultima perfezione de la nostra anima, ne la quale sta la nostra ultima felicitade, tutti naturalmente al suo desiderio semo subietti. 2

Nevertheless

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Veramente da questa nobilissima perfezione molti sono privati per diverse cagioni che, dentro da l'uomo e di fuori da esso,5 lui rimovono da l'abito di scienza. Dentro da l'uomo possono essere due difetti e impedi

1Omnes homines natura scire desiderant, è l'inizio della Metafisica di Aristotile, che D. ripiglia come inizio dell'opera propria. Naturalmente, per istinto o impulso naturale.

La parafrasi che fa D. della sentenza aristotelica, ne dichiara il concetto implicito che scienza è perfezione dell' umano essere, e lo colorisce teologicamente riportandolo al supremo fine, che è Dio. Impinta, spinta, mossa dalla pri

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