MADRIG. III. Allegoricamente scrive per chi, e come s'innamoro SON. LXXXIII. Della possanza degli occhi SON. LXXXIV. Apostrofe del Poeta al terre- saluto di Laura. ... SON. LXXXVII. Tratta il Poeta d'altro ca 167 168 169 170 172 so che fu salutato da Laura. conta qual sia la sua vita; tutta, cioè ... 173 SON. LXXXIX. All'istesso amico Sennuccio. 174 SON. xc. In biasimo della corte di Roma, ch'era in Avignone SON. XCI. Per essersi Laura tutta lieta ri volta piuttosto al Petrarca, che al Sole, mentre l'uno e l'altro la vagheggiavano SON. XCII. Non brama il Poeta, nè con templa, nè vede, che la sua Laura. SON. XCIII. Sel sasso di Valchiusa avesse di verso Laura il dosso, come l'ha 176 177 di verso il Poeta, a lei andrebbero, SON. XCIV. In lui è dipinta l'incostauza, CANZ. XII. Della Fama (o della Gloria ), trarca SON. XCV. A Maestro Antonio da Ferra 178 179 180 185 ra per la CANZ, Io ho già detto il pianto dei Trojani (T. H. P. 301.). . . . 186 SON. XCVI. Prova egli a suo costo esser ve ro il proverbio, ch'altri cangia il pe 187 lo, Anzi che'l vezzo. SON. XCVII. Ito il Petrarca in procinto di viaggio, a congedarsi da Laura, ella impallidi d'amoroso pallore.. 188 SON. XCVIII. Descrive le cagioni della sua miseria, senza sperarne rimedio. 189 CANZ. XIII. Poichè in altro modo non può, disfoga il suo dolore all'amena 19. Riva parlando, dov' egli era, e dove Laura soleva spaziarsi. CANZ. XIV. Parla il Poeta all' acque, ai rami, a' fiori, all'erbe, all' aere dell' ameno luogo da Laura frequentato; dov'egli delibera di morire. 194 CANZ. XV. S'ingegna il Petrarca, per consolarsi di scrivere a quante cose si rassomiglino le bellezze della sua Donna. CANZ. XVI. Per la discesa in Italia di Lodovico il Bavero, tiratovi da' Principi della Lega: L'unica che non tratta d' amore CANZ. XVII. Solingo vive ed errante per monti e valli, tutto pensoso di Laura; parendogli di vederla bella e viva ovunque egli fissi lo sguardo; talor lusingandosi d'esserle caro, e di darle doglia colla sua lontananza. SON. XCIX. Si lamenta d'esser, quantunque dalla sua Donna lontano e nascosto, perseguitato pur dall' invidia. SON. c. Risposta del Petrarca al Sonetto di Discordio di Notar Jacopo di Len 197 202 207 210 tino (T. II. pag. 300.). SON. CI. Con belle riflessioni dimostra il 211 213 Poeta la sua agitazion per amore .. 212 SON.CII. Propone e dichiara, com'egli è segno a strale, neve al Sole, cera al fuoco, e nebbia al Vento ... SON. CIII. Rappresenta con varie antitesi a Laura in che stato egli è ridotto da Lei. CANZ. XVIII. A tale è giunto per amore il Poeta, che rassomiglia se stesso alle 214 cose più diverse e nuove del mondo. 215 SON, CIV. Contro i mali costumi della Cor te d'Avignone SON. CV. 219 Da non so qual Soldato spera il Petrarca quella mutazione in meglio, che Dante sperò da Cangrande. 220 SON. CVI. Biasima qui la cosi detta dona SON. CVII. A drappello d'amici, co'quali dice d'esser col cuore, dovendo colla persona dirigersi per Avignone. 222 SON. CVIII. Qualora il Poeta si mostra ac ceso di Laura, ella si sdegna, ed egli teme; nè però cessa d'arder per lei. 223 SON. CIX. E' si fa simile a quella farfallina nera, che volando negli occhi dà noja, ed ella ne muore. SEST. V. Conversione a Dio. • 224 225 227 SON. cx. Ad altra donna, che Laura, in dirizzato. SON. CXI. A Sennuccio del Bene descrive, quant' era bello il viso di Laura, SON. CXII. In qualunque luogo, tempo, SON. CXIII. Loda il Petrarca l'animo e 'l corpo di Laura, e promette portarne il nome per tutta Italia. . . SON. CXIV. Dell'arte di Laura in moderar col ciglio fosco o sereno l'arditezza e la timidità del Petrarca SON. CXV.. Nè i fiumi più risonanti, nè le piante più ombrose gli allevierebbero il fuoco, il dolore, quanto fu il querulo rivo di Sorga, e 'l fresco suo Laureto 228 229 230 231 232 233 |