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DI ALCUNE SOTTERRANEE CONFESSIONI

NELLE ANTICHE BASILICHE DI ROMA

SCONOSCIUTE PER VARII SECOLI

Il ch. signor Leone Nardoni, erudito cultore delle archeologiche discipline, cortesemente ci communica le importanti notizie che seguono, da lui raccolte con molto studio in documenti diversi tanto stampati che manoscritti.

Le primitive basiliche della nostra città, siccome è noto, ebbero un solo altare; e sotto questo una piccola cella (crypta confessionis, confessio), ove erano deposte le reliquie dei martiri, per le provvide e pietose cure dei pontefici trasferite in città dai cimiteri suburbani. Alcuni di questi sacri ipogei in secoli a noi lontani o rovinarono per vecchiezza, o abbandonati e chiusi da coloro, che gelosamente dovevano custodirli, si rimasero del tutto sconosciuti. Concorsero anche a ciò le riparazioni, gl' ingrandimenti, o i restauri delle basiliche ove erano situati, e le devastazioni nelle incursioni de' barbari. Di più quando si vollero livellare le vie per essersi in diverse parti di Roma elevato di molto il suolo stradale 1, ovvero cercossi d'impedire l'allagamento in alcuni luoghi di questa città nelle grandi inondazioni del Tevere 2, o di opporsi alle correnti delle acque piovane, o in fine a cagione del terreno talora cresciuto intorno ad alcune sacre basiliche per la rovina degli edificii ad esse contigui, talora arbitrariamente portatovi, non solo diverse confessioni andarono in tal modo perdute, ma parecchie chiese di Roma si rimasero quasi sepolte di modo, che alcune di esse servirono poscia quasi di fondamento alle nuove posteriormente innalzatevi sopra. Così per esempio sursero sulle antiche le chiese qui appresso notate:

Quella dei SS. Cosma e Damiano in Campo Vaccino, fu elevata da Urbano VIII sopra l'antico piano, a cui però anche al presente comodamente discendesi. Ivi nella parte rotonda della chiesa sotterranea esistono tuttora alcuni avanzi di antiche pitture, benchè in gran parte scancellate. Di alcune, che furono credute del tempo di S. Felice Papa IV il Cardinale Francesco Barberini, il seniore, fece fare i dise

1 Vedi la mia memoria Dell'innalzamento del suolo moderno su quello antico nei diversi luoghi di Roma inserita nel periodico L'Osservatore Romano dei 4 febbraio 1872.

2 ALVERI GASPARE, Roma in ogni Stato. Roma 1664, part. 1. pag. 571.

3 MEZZADRI BERNARDINUS. Disquisitio historica de SS. Martyribus Cosma et Damiano etc. Romae, 1747. Cap. IX, pag. 72. De templo subterraneo et de iis quae ibi reperiuntur. POMA FRANCESCO. La Diaconale Basilica dei SS. Cosma

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e Damiano nel Foro, detto volgarmente Campo Vaccino. Roma, 1727. pag. 54 e segg.

gni, che si conservano nella Barberiniana, nella serie dei volumi di tutte le altre pitture delle antichissime chiese di Roma, che esistevano nel suo tempo 1.

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3

Notevole è ciò che soggiungo della chiesa dei SS. Pietro e Marcellino sulla Via Labicana. Nel manoscritto "Descrizione delle chiese di Roma di Gregorio Giacomo Terribilini, che si conserva nella biblioteca Casanatense, ove trattasi dell'antica chiesa ai detti santi martiri dedicata, si trova una scheda dell' Amydenio, in cui è scritto, che ivi era un'apside molto piccola, che il Cardinale Mariano Pierbenedetto di Camerino titolare di essa, fece ornare di volgari pitture. Dippiù vi si rinviene un brano di lettera in data del 29 ottobre 1750 diretta allo stesso Terribilini 5, mancante del nome e cognome dell' autore, in cui lo si avverte, di essersi rinvenuta una piccola confessione sotterranea nell'occasione dei lavori di sterro, che allora si eseguivano per la riedificazione ed ampliamento di quella chiesa e dell'erezione dell'annesso monastero ". Riferisco tutto intero questo documento per altre preziose memorie in esso contenute.

"

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"Roma 29 ottobre 1750.

Il P. Bianchini è tutto in faccende. Coll'occasione, che si trasporta e si riedifica la chiesa dei SS. Pietro e Marcellino, ove si è trovato sotto la mensa di un'altare un cadavere, che si crede di un santo; poi in un' altro luogo sotterra ,, una piccola confessione, e in diversi frammenti sparsi nel pavimento leggonsi le diverse lettere e parole:

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NATAL SIRICI PAPA LESIAE RIQVE OR

Tutti questi frammenti sono del medesimo carattere, e il P. Bianchini va pensando di conciliarli così:

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ECCLESIAE SCOR MARCELLINI PETRIQVE

, Ma perchè poi in una iscrizione di un'edificio quale era questa [che è di lettere , alte quasi un palmo] si dovesse specificare la nota del giorno natalizio di S. Siri, cio, o qual bisogno vi fosse di ciò fare, quando in tante altre chiese ciò non si

, vede pratticato, io non lo sò. Da suddetti frammenti si potrebbe al più ricavare,

"

che S. Siricio fondasse o restaurasse la chiesa suddetta. In altro marmo di altro , carattere leggesi:

TV+ PROPRIO FECIT

1 CANCELLIERI FRANCESCO. Dissertazione sopra l'anteriorità del bacio dei piedi de' Sommi Pontefici. 1807, pag. 31, nota I.

Roma,

2 Descriptio templorum Urbis Romae. - Quest'opera trovasi nella Casanatense, cui lasciolla in legato il celebre Abbate Cancellieri Francesco, che dopo il Cardinale Garampi vi fece delle aggiunte. L'autore principale però è il Terribilini. 3 Tom. IX, pag. 150.

4 Mariano Pierbenedetto di Camerino, da Sisto Papa V creato Cardinale del titolo dei SS. Pietro e Marcellino li 14 decembre 1589. Dimesso il primo titolo, passò sui principii del 1608 sotto Paolo V al Vescovato Tusculano. Mori nel 1611. Vedi CARDELLA nelle sue memorie storiche dei Cardinali di S. R. C. Tom. V, pag. 303.

5 Loc cit. pag. 151 e 152.

6 Benedetto XIV dopo di aver trasferiti presso S. Pietro in Vincoli i Monaci Marroniti, a cui Clemente IX aveva concesso la chiesa dei SS. Pietro e Marcellino, la fece riedificare ed ampliare, erigendo vi l'annesso monastero col disegno del Marchese Girolamo Teodoli, ed affidando al P. Giuseppe Bianchini la sopraintendenza agli scavi per le antichità; e l'accordo alle monache di S. Teresa, che stavano presso la chiesa di S. Lucia alle Botteghe Oscure,

, Si è inoltre scoperta una iscrizione gentilesca di questo tenore 1:

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Apprendo poi da una iscrizione riportata dal Galletti, che nell'anno 1751 per

i sopra citati lavori di demolizione, tornò in luce un bassorilievo, che fu creduto rappresentare la Sacrosanta Lateranense Basilica, come fu costruita dal grande imperatore Costantino.

Della chiesa di S. Vitale in Vestina.

Debbo ritenere con quasi certezza, che sia stata alquanto innalzata sopra l'antico piano, ed occupi ora nella massima parte il luogo dell'altra antichissima, che sotto Innocenzo Papa I fu eretta dai fondamenti in onore dei SS. Martiri Gervasio e Protasio ".

Ho poi letto in una scheda del Terribilini un'altra notizia, la quale non saprei se debba riferirsi alla suddetta chiesa: comunque però la presento ai lettori. “ Nell'orto annesso alla chiesa a cornu evangelii, vi sono due grottoni antichi in cui sono entrato, e da un lato all'altro, due come tribune moderne 1

"

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L'elevazione del piano antico della chiesa dei SS. Quirico e Giulitta ci viene indicata dalla seguente iscrizione, posta sulla facciata della medesima. Essa dichiara, come essendo l'antica chiesa in luogo molto depresso della città, e soggetta alle inondazioni delle correnti delle acque piovane, il pontefice Paolo V la riedificò innalzandola e dandole una più bella forma.

Paulus. V. Pont. Mux. Ecclesiam. Hanc . Titulo. Vacante. Ex. Depressiori. Loco. Et. Aquarum. Inundationibus. Exposito. Jactis. Fornicibus. Strato. Pavimento. In. Altiorem. Melioremque. Formam. Restituit. Ann. Sal. Hum. M. D . CVI. Pont. I.

Di più rileggendo i miei vecchi appunti sulle chiese di Roma, ho trovato quanto segue.

Chiesa dei SS. Quirico e Giulitta. "Nei sotterranei di questa chiesa si veggono nei muri bellissimi affreschi, e sotto di essi alcune scritture. Mirabile è la figura

1 È publicata nel Corpus inser. Lat. VI, 1553.

2 Inscriptiones Romanae Infimi Aevi Romae extantes etc. Tom. I, Clas. V, N.o 148.

3" S. Vitalis in Valle Quirinali, ab illustri foemina nomine Vestina Sanctis Gervasio et Prothasio fabricatum tempore Innocenti I., Vedi MARTINELLI FLORAVAN. Roma er Ethnica sacra: p. 318.

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del SSmo Salvatore in mezzo a varii santi. Dove è oggi la porta d'ingresso era , prima situato l'altare maggiore dell'antichissima primitiva chiesa, avente la sotterranea confessione. Tanto dell'altare, che della confessione se ne veggono gli avanzi., A conferma di quanto ho esposto, anche più rilevanti e precise notizie mi furono comunicate dal Rio P. F. Vincenzo Verda dell'Ordine dei Predicatori, attualmente parroco in detta chiesa, le quali esso apprese da documenti autentici e di non dubbia fede, cioè dagli antichi libri battesimali, che si conservano in quell' archivio parrocchiale; che anzi egli pure per somma sua gentilezza mi permise di vedere quei medesimi documenti e di prendere nota di tutte quelle notizie che da me si desiderassero: ed è perciò mio dovere di rendergliene qui pubbliche grazie.

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In un libro de' battezzati dell' anno 1637 pag. 58 si legge che

nella chiesa vecchia, che restava sotto terra, fa trovata una pittura del SSmo Salvatore, e di altri santi, che si stimava fatta da 700 anni in addietro, e il ricordo preso da Giovanni Solazio parroco in quel tempo dice così: quanto questa chiesa colleggiata e parrocchiale dei SS. Martiri Quirico e Giulitta sia antichissima, fra le altre cose si è veduta scoperta in questo presente anno 1637 una cappella, dove è dipinto il SSmo Salvatore con altri santi della chiesa vecchia, la quale era sotterra rispetto al presente sito, e dai pittori in mia presenza, stimate le dette pitture, che siano state fatte più di 700 anni in circa, oltre le altre cose che si diranno dell'antichità e grandezza di questa chiesa in altri luoghi coll'aiuto di Dio. Ancora circa l'anno 1729, quando fu rifatta la chiesa, e in modo speciale fu rifatta la volta sopra, e il pavimento sotto, con le sepolture parimenti

in volta, nello scavare sotto terra per fare delle sepolture, fu trovata fra la terra , una pietra, che tratta fuori si vide esservi dipinti gli apostoli S. Pietro e S. Paolo,

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e si conosceva essere pitture antichissime, e benchè state fra la terra, ancora

, mantenere il colore, e i diademi intorno alla fronte sono fatti collo scalpello, incavati nella pietra medesima. Furono portate sopra e fino al presente giorno stanno sopra appoggiate al muro in un'anditino; benchè più volte si sia disposto di farle mettere in chiesa fisse al muro. Ricordo, che in detta pietra S. Pietro stava alla destra e S. Paolo alla sinistra. La pietra con i detti ritratti di S. Pietro e S. Paolo fu trovata nel fondo delle sepolture, e vicino al pilastro di mezzo verso , la torre dei Conti. I pilastri della nostra chiesa sono contigui alle muraglia, ma non sono uniti e collegati con esse per essere stati fatti dopo. Ora quando nell'anno 1733 dal P. Vicario fu fatto buttar giù il pilastro, dove era il pulpito, , per farne un'altro nuovo colla scaletta dentro per salire in pulpito, dietro detto pilastro ci era dipinta nel muro un'immagine bellissima, e i muratori, senza dire cosa alcuna, seguitarono a disfarla e buttar giù, e solo io la vidi quando era levata la testa ed altre parti, e solo si vedevano i panneggiamenti, ch' erano bellissimi, particolarmente alcuni di colore azzurro, e da quanto si conosceva in quel poco, che era restato, si vedeva essere il ritratto della Vergine Santissima, dipinta sulla calce della muraglia. Si sgridò i muratori, ma non vi era più rimedio; ma per fare detta scaletta del pulpito, fu necessario incavare ed entrare anche un poco dentro la muraglia, che resta dietro detto pilastro, e perciò li muratori la buttarono giù senza alcuna riflessione.,

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Da un altro libro de' battezzati della stessa epoca, poi rilevo: "Supersunt antiqui musivi vestigia retro altare, in quibus picti sunt S. Stephanus et S. Laurentius. Dove al presente è l'altare maggiore, vi era anticamente la porta della chiesa,

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