Sayfadaki görseller
PDF
ePub

La confessione della basilica di S. Niccolò in Carcere nel XVI secolo si rimaneva sepolta sotto terra. Quando il Cardinale Federico Borromeo, che allora governava quella diaconia, ordinò, che fosse riaperta e restituita al pubblico culto.

L'antica confessione della Basilica di S. Croce in Gerusalemme, restaurata ed abbellita un tempo, siccome pare, dai Monaci Benedettini, si scoprì nel fare il sepolcro del Cardinale Firrao, avanti l'altare maggiore. Nello scavo allora fatto si trovarono due muri, in uno dei quali era dipinto S. Benedetto involto nelle spine, e nell'altro S. Lorenzo sulla craticola 1.

Per l'occasione dei restauri eseguiti nella chiesa di S. Silvestro in Capite nel pontificato di Clemente VIII nel dì 17 novembre dell'anno 1595 si rinvenne sotto l'altare maggiore l'antica sua confessione.

Infatti trovo nel libro intitolato Memorie Storico-Critiche della chiesa e monastero di S. Silvestro in Capite di Roma, - scritte dal Sacerdote Giuseppe Carletti, quanto appresso (pag. 63):

[ocr errors]

"Fra le molte reliquie rinvenute sotto l'altare maggiore, videsi nella sua confessione una cassa di terra cotta coperta con due tavole di marmo; e di più il sicuro indizio d'ivi riposarsi i capi dei SS. Silvestro, Stefano, e Dionisio Ed alla metà di detta pagina nella nota prima:

"

[ocr errors]
[ocr errors]

"Et in fabricatione hujusmodi Ecclesiae S. Silvestri, ac amotione sigilli ex tabula marmorea altaris maioris, et intus altare repertae fuerunt diversae reli, quiae, ac etiam subtus confessionem dicti altaris una capsa terrae coctae, desuper , coperta duabus tabulis marmoreis, ac etiam sub dicta arca inter duas tabulas , pariter marmoreas, in quibus locis subtus altare indicatur fuisse reposita corpora

[merged small][ocr errors]

SS. Silvestri, Stephani, et Dionisii Pontificum et Martyrum respective, ac aliorum Sanctorum, quorum nomina sua maiestas scit

[ocr errors]

Alle pagine 64 e 65 di detto libro si legge la descrizione dell' invenzione di alcuni corpi santi e reliquie trovate negli altari di detta chiesa, che qui fedelmente trascrivo, senza correggere le barbarie del dettato per non tradire la sua autenticità:

"

[ocr errors]

"In questo die anno 1595.

A di 17 novembre nel giorno della fessta di San Gre Gorio taumaturcio E fu de Venardi a ore 20. fu a perta la Chata coma dove cera un bellissimo Altare

, di marmaro bellissimo Con un pezo de Santta Reliquia dentro e di poi furno levate

[ocr errors][ocr errors][ocr errors][ocr errors][ocr errors][ocr errors][merged small][ocr errors][ocr errors][ocr errors]

le lasche di marmaro e furno trovate quattro tavole de marmaro con quattro stanghe de ferro grosse, che stavano per posamento de dette tavole e de sotto alle dette stava una Chassa de terra Cotta e di dentro cera il santissimo corpo di San Silvestro papa e Confessore tutto integro e la tessta santtissima col collo atachato che ancora se vedono le vestigie del peviale loro et lasetta e le fibie doro e dargento che stava attacchatto aun petzo de marmoro che stava sotto alle spalle e di dentro alla Chassa Cerano in polle de sangue comoltte santte Reliquie che se sono re versatte nella Cretta E furno trovatti doi Corpi Santti cio e il corpo de santto Stefano papa e Marttire e di san dio nisio papa e Confessore e furno portate dentro al nostro Monasterio Con granissima devotione e alegrezza spirituale con

1 Vedi BESOZZI RAIMONDO. Storia della Basilica di S. Croce in Gerusalemme, Roma, Salomoni, 1750, pag. 552 Roma, Cracas, 1795.

[merged small][ocr errors]

sonar le Champane e lumi e una bellissima precisione com Monre. Vice gerente e il patre gia matista bello e buono E il patre Confessore E In questo di e anno 1595.,

Nell'anno 1843 fu scoperta la sotterranea confessione della basilica di S. Marco, ch'era anche essa nascosta sotto terra da molti secoli 1.

Nel 1862 si rinvenne non solo la confessione, ma anche tutta intera la primitiva basilica di S. Clemente 2. La facciata di questa chiesa era quasi ricoperta da terre trasportatevi, ed il Sommo Pontefice Clemente XI ordinò, che fossero tolte, abbassando il suolo stradale al piano di quella chiesa 3.

A cagione dei nuovi restauri ed abbellimenti nella basilica dei SS. Dodici Apostoli nell'anno 1873 tornò in luce la Crypta Confessionis della prima basilica ‘.

Nella chiesa di S. Salvatore iuxta pontem (a ponte rotto), oggi profanata, e che quanto prima andrà a demolirsi per i lavori di sistemazione del Tevere, il S. Pontefice Simmaco fece ornare di argento la confessione esistente sotto l'altare maggiore: Hinc, da questa chiesa, ad S. Johannem nationis Florentinae, translata corpora SS. Proti et Hiacinthi, quorum confessionem ornaverat ex argento Simmachus Papa .,

[ocr errors]
[ocr errors]

Finalmente ricorderò eziandio come per i lavori di riattamento della chiesa di S. Giacomo degli Spagnoli al Foro Agonale, nel gennaio del 1879 nel disfarsi il vecchio pavimento della nave di mezzo ed alla profondità di m. 1,50 fu rinvenuta un' apside di una antica chiesa, senza abbellimento di sorta alcuna, che opino essere la primitiva, che il vescovo Alfonso Paradinas nell'anno 1450 eresse dai fondamenti in onore di S. Alfonso vescovo di Toledo, e che dal Pontefice Alessandro VI venne riedificata nella forma, che si vedeva prima dei recenti restauri ".

Quanto fin qui ho esposto, credo possa essere sufficiente a dimostrare, che non poche delle antiche confessioni nelle nostre basiliche e furono, e sono ancora nascoste, aspettando, che la pietà dei fedeli le ritolga, quando che sia, alla dimenticanza in cui si giacciono, e ridoni alla luce tanti illustri e venerandi monumenti dei nostri maggiori.

L. NARDONI

1 BARTOLINI Monsig. DOMENICO (oggi Emo e Rio Principe di S. R. C.). La sotterranea confessione della Basilica

di S. Marco, recentemente scoperta, descritta ed illustrata. Roma, 1844, in 4.0 con quattro tavole.

54.

2 Vedi DE ROSSI GIO. BATTISTA. Bullettino di Archeologia Cristiana, I, 41, 125, 127, 126, 168; V, 42, 50; VI, MULLOOLY JOSEPH. Saint Clement pape and martyr and his basilica in Rome. Rome. 1869.

8 CRESCIMBENI. loc. cit. pag. 90.

4 BONELLI ANTONIO. Memorie storiche della Basilica Costantiniana dei SS. Dodici Apostoli di Roma, e dei nuovi suoi restauri. Roma, 1379.

5 Vedi MARTINELLI. loc. cit. pag. 299.

VASI GIUSEPPE. Indice istorico del gran prospetto di Roma ecc.

Roma, 1765, pag. 246, 247

6 MARTINELLI. loc cit. pag. 112 e 113.

CENNI BIBLIOGRAFICI

E SUNTO DI PUBBLICAZIONI PERIODICHE

[ocr errors]

Il possesso e gl' Istituti prossimi ad esso Trattato di dritto romano del Prof. ODOARDO RUGGIERI - Firenze, Giuseppe Pellas Editore 1880.

[ocr errors]

Dopo i molti e pregevoli lavori che sulla teoria del possesso secondo il dritto romano sono stati pubblicati in quest'ultimi tempi da valentissimi scrittori, sarebbe stato un anacronismo lo scrivere su di esso per abbozzi ed a tratti come si fa talvolta di punti poco esplorati in altre materie del dritto. Chi abbia il coraggio di por mano ancora al possesso, sul quale le opere antecedenti hanno pur lasciato grandi dubbiezze, e voglia fare opera utile davvero ha da ricomporre tutto il sistema basando prima saldamente li suoi principi e ponendoli poscia a controprova nello sviluppo accurato delle singole ardue investigazioni che presenta questa importantissima parte del dritto. I due grossi volumi pubblicati dal Ruggieri sotto il titolo: Il possesso e gl'Istituti prossimi ad esso, corrispondono pienamente a questo grave compito. Lo scopo dell' opera, come enuncia lo stesso Autore nella prefazione, è di ridurre la teoria del possesso al concetto il più semplice, e di stabilire, a traverso delle più sottili questioni, e dei testi i più controversi e difficili, che li Giureconsulti romani non si sono dipartiti da questo concetto. Che la originalità di questo pensiero ricostruttore abbia avuto esito felice lo ha già giudicato la stampa dotta. Basti ricordare le parole dell'illustre recensore nella Nuova Antologia 1o Decembre 1880. "L'Autore afferrato una volta il pensiero romano non lo abbandona più, ed ogni singolo membro lo riproduce nettamente e fedelmente: gli è come il motivo che campeggia fra le situazioni le più svariate e le domina armonizzandole in un tutto organico e poco dopo non esitiamo a riconoscere che la sua è una delle opere più serie e meditate e riuscite, che la scienza del dritto romano abbia prodotto in Italia Nello stesso senso si è espresso il chiarissimo estensore della rivista nella Legge 17 Marzo 1881, il quale comincia "Il successo che ha accolto in Italia ed all'estero questa nuova opera dell'Autore del trattato ecc. ha già sancito l'autorevole giudizio dei giudici competenti; e la verità è che questo trattato sul possesso è una delle più importanti pubblicazioni giuridiche che sieno uscite da molti anni in Italia,, e poi finisce "È difficile per non dire impossibile riassumere nei limiti di una recensione un'opera come questa, nella quale ogni pagina fa pensare: ma se n'è detto abbastanza per farne comprendere la importanza e l'originalità. L'Autore ha collegato tutte le parti del suo lavoro in quel suo pensiero, sul concetto fondamentale del possesso subordinandolo fedelmente ecc. Ma se si considera poi che i principi stabiliti corrispondono costantemente a tutte le applicazioni si ha la più palpabile dimostrazione della loro veracità. Nè solo il concetto generale dell' opera è originale: basta percorrerla per trovare le quistioni più intrigate e spinose svolte sulla base delle idee proprie dell'Autore, e queste non consistenti in congetture azzardate (che sarebbe stata facile impresa), ma confermate da rigoroso raziocinio e dall' autorità dei Giureconsulti e di altri scrittori latini e greci. Intieri trattati ci offre l'autore, nuovi quasi del tutto. Sian d'esempio le condictiones possessionis, delle quali tanto poco era stato scritto, e che esso ampiamente espone ricostruendone la teoria sulle fonti. Il metodo della esposizione che l'autore ha seguito è l'istesso che

[ocr errors]

"

apparisce negli altri suoi precedenti lavori, misto cioè dei nuovi sistemi e dell'antica esegesi italiana. Il Ruggieri non è della scuola storica, vale a dire non ispiega continuamente o di preferenza su dati topici, lo che a dir vero offuscherebbe quanto vi è di più luminoso nel dritto romano, la sua generalità e la sua perpetuità. La filosofia segnalata da Ulpiano, che è la ragione per eccellenza, e che s'impone ad ogni età, e ad ogni nazione è la prediletta guida del suo lavoro. Però l'autore non dimentica che parte di ogni legislazione è dovuta assolutamente alle circostanze speciali: quindi chiama sovente la storia a sussidio, e per recar pochi esempi, spiega storicamente lo sviluppo delle finte tradizioni, gran parte della teoria delle usucapioni, e tutto il quorum bonorum, anzi un elemento storico invoca nel definire lo stesso fondamento della difesa del possesso. Questi sono li principali caratteri dell'opera del Ruggieri sul possesso, la quale non può che accrescere la bella fama di dotto Giureconsulto che l'illustre collaboratore ordinario di questo periodico, e preside della nostra Accademia si è meritamente acquistata con altre interessanti ed encomiate pubblicazioni.

Prof. VINCENZO NATALUCCI

Mélanges d'Archéologie et d'histoire publiés par l'Ecole française de Rome. — Fasc. I e II Mars 1881.

[ocr errors]

La Scuola francese di Roma, sebbene più giovane di quella di Atene di presso chè quarant'anni, pur tuttavia è pervenuta a tanto di maturità e ricchezza ne'suoi studi, da non temerne il confronto. Alle opere dalla medesima publicate nella Biblioteca, e di cui avemmo già occasione di darne un brevissimo cenno nel nostro periodico (Anno II. pag. 51), debbono aggiungersi i due grandi lavori della publicazione dei regesti d'Innocenzo IV, e di quelli di Bonifacio VIII. Dei primi potemmo già ammirare nel programma, e nei fascicoli che uscirono alla luce, la importanza e vastità della impresa iniziata dal Berger. Ma a lato di queste più severe publicazioni, le quali per la loro natura medesima non possono uscire che a lunghi intervalli, ed in que' grandi volumi che formano il capitale fisso della scienza, egli era pur mestieri, che un'altra ve ne fosse di minor mole la quale servisse di vade-mecum per notare tutte quelle notizie, osservazioni, scoperte che da ogni parte sorgono e rapidamente si succedono in questo rimescolio attivissimo di vita scientifica. A questo bisogno della scienza ha oggi provveduto la scuola francese colla publicazione periodica intitolata Miscellanee archeologiche e storiche.

Il primo fascicolo uscito testè alla luce, comincia con una monografia di Giorgio Lafaye sopra una epigrafe greca scoperta in Sicilia nelle vicinanze di Taormina e conservata attualmente nel museo del teatro. Questa epigrafe contenendo i fasti della città di Taormina, ci rivela in parte l'organismo politico ed amministrativo della città. Alberto Martin ha aggiunto all'articolo del Lafaye alcune note paleografiche e critiche.

Il de la Blanchère pubblica appresso, venti iscrizioni inedite scoperte nel territorio di Terracina, e da lui raggruppate in altrettante piccole serie secondo il luogo ove furono scoperte. In un capitolo che l' A. sagacemente intitola: osservazioni onomastiche, fa egli rilevare la importanza di queste iscrizioni dal lato storico delle famiglie antiche di Terracina.

Per ragione di materia a questi articoli di epigrafia si collega l'altro di Giorgio Lacour-Gayet sui fasti consolari del primo decennio del regno di Antonino Pio. Egli fa precdere una recensione generale delle fonti manoscritte; e poi limitandosi

« ÖncekiDevam »