DI UN FRAMMENTO DI LEGGE ROMANA SOPRA LA GIURISDIZIONE MUNICIPALE 1. Il suolo italiano, fecondo sempre di nuovi tesori che rende alla luce per arricchire il patrimonio delle scienze e delle lettere, ha dato anche in quest'anno ai cultori dell'antico dritto e della storia un insigne monumento che gareggia per importanza coi più illustri di cui sinora andò fornita l'epigrafia giuridica. Egli è solo a deplorare che ci sia giunto troppo incompleto. Consiste questo in un frammento di legge romana scolpito in una tavola di bronzo, la quale non venne in luce che in parte, e rotta in tre pezzi che però facilmente si riuniscono. Essa fu rinvenuta nel maggio 1880 nell'area dell'antica Ateste, ora Este: è larga 35 centimetri, alta 26, ed ha uno spessore di tre millimetri ': contiene 20 linee e qualche lettera della vigesimaprima. La rottura del bronzo lascia desiderare nelle linee inferiori parecchie parole dal lato destro; ma non è difficile il supplirle. Resta ancora l'indizio di una seconda colonna in una Q scolpita in posto corrispondente alla linea seconda. Ciò mostra che lo scritto era abbastanza lungo, il che è confermato dalla disposizione espressa nelle linee 7, 8, 9, la quale allude manifestamente ad articoli a noi ignoti contenuti nella legge medesima. 2. Che essa fosse solennemente promulgata, lo attestano i fori de' chiodi che ancor si veggono nel margine a sinistra. A questa foggia di promulgazione alludeva Cicerone quando scriveva ad 1 Primo a darne contezza fu il sig. Prof. Alessandro Prosdocimi, conservatore del museo Estense, nella Gazzetta di Venezia del 22 Giugno 1880. |