Non puote, o il nobil canto : Per lei tardar, spargea: Diellomi il Cielo amico: Perde l'usata forma; Ombrose ed amorose CANZONE. O voi, che Amor schernite, Quel che l'altr' ieri avvenne. Da belle Donne altiere, Le braccia al tergo attorte Gli spennacchiavan l'ali; E ramose stendea Le dure braccia al Cielo, Ivi senza alcun velo L'affisero repente, E vel lasciar pendente. Chi non saria d'orrore Morto, in vedere Amore, Amore alma del mondo Amor, che fa giocondo Il Ciel, la terra e 'l mare, Languire in pene amare? Ma sua virtù infinita Armò due dardi: un d'oro, Acciò che amasser sempre. pronto a le vendette. CANZON E., Belle figlie d'Anfitrite, Io m'accingo ad onorarvi; Io m'accingo ad esaltarvi. Del ceruleo sentiero ; Vi dà parte entro il suo regno. Io dirò, che Glauco anch' egli, Dai capegli, E da un guardo resta vinto; Da tant' onda non è estinto. Sulla manna Semelea; E se mai temprar voleste La bevanda Tionea; Belle Figlie d'Anfitrite, Io m'accingo a biasimarvi Io m'accingo a saettarvi. Non dirovvi albergatrici : Delle Dee empie ed ultrici. Che con voi Si stia l'onda cristallina Sol sia il fonte di cantina. VINCENZO DA FILICAJA Nacque in Firenze nel 1642. dal Senator Braccio, e di Caterina Spini. Fino da' primi anni diè prove di un raro talento, di un' insaziabile avidità di studiare, e insieme di una fervente pietà, che accompagnollo in tutto il decorso della sua vita. Ebbe a moglie Anna Capponi. L'Imperador Leopoldo, il Re di Polonia, ed il Duca di Lorena lo colmarono di onori. La Regina di Svezia lo ascrisse alla sua Accademia, e volle incaricarsi di mantenerne i figli, come fossero suoi. Dal gran Duca fu onorato della carica di Senatore, e di altre cospicue dignità. Modesto nel suo carattere a segno che non ardiva di mostrare le sue poesie che ad alcuni pochi amici, perchè ne facessero la più severa censura, caro a Dio ugual mente che agli uomini chiuse i suoi giorni nel 1707. Ne' suoi poetici componimenti è sublime vivace, energico e maestoso. Fu uno de' pochi che in questo secolo si serbarono intatti dal comune contagio. |