Superba nave a fabbricare intento Lucida vela di tessuto argento; Le procelle del mar sian più pietose; Nè che forza maggior l'argentee vele Abbian contro il furor d' austro crudele. Mostrar sculti o dipinti i volti illustri ; Dell'inferna città l'adito serra, Stassi nocchier che con sdruscita barca Ivi il guerrier del rilucente acciaro E l'amato tesor lascia l'avaro ; Chè il passaggier della fatal palude Nega partir se non con l'ombre ignude. O tu qualunque sei che gonfio or vai Più degli altrui che de' tuoi fregi adorno, Più cortese nocchier già non avrai ; De' tuoi fastosi rai, mira le piante. Vada con poche stille il suol lambendo, De i tiranni alle regie ed ai tuguri È chi spera sottrarsi ai colpi duri: Con memoria gradita Vive del grande Alcide il nome eterno, Agevole il sentier giù per la valle; Fiorite eran le sponde, e rochi e lenti Quinci e quindi scorrean liquidi argenti. Ripida l'altra via, scoscesa, alpestra و Salia su per un monte e bronchi e sassi Ritardavano i passi : Generoso le piante ei volse a destra, E ritrovò il sentier dell' erto colle, Quanto più s' inoltrava, ognor più molle. Onda fresca, erba verde, aura soave Godean l'eccelse e fortunate cime. Quivi tempio sublime Sacro all'eternità con aurea chiave Accrescerai di gloria incliti fregi: RED I. FRANCESCO Redi Aretino, medico e filosofo per le molte e dotte sue opere di fisica, di medicina e di storia naturale celebratissimo, non fu schivo d' applicarsi anche agli studi poetici, ed oltre al suo bel Ditirambo intitolato Bacco in Toscana scrisse molti sonetti, sessanta de' quali furon pubblicati dopo la sua morte, tutti pieni d'una giudiziosa novità, e non mai infetti del gusto depravato de' suoi tempi. Sarebbe nondimeno da desiderarsi, che alcuni de' suoi pensieri fosser meno ingegnosi e più naturali. Egli nacque nel 1626; morì nel 1697. Naturalissimi e felicemente espressi sono i pensieri del seguente sonetto fatto ad imitazione della Ballata di Dante : O voi, che per la via d'Amor passate, Donne gentili devote d' Amore, Che per la via de la pietà passate, Come in trono di gloria, alta onestate; Santi costumi e per virtù baldanza, MENZINI. BENEDETTO Menzini nacque in Firenze nel l'anno 1646, e di là passato a Roma nel 1685 vi dimorò fino al 1704, che fu l'ultimo della sua vita. Egli fu grand' amico del Redi, dal quale nel Ditirambo è appellato : Il grande anacreontico ammirabile Menzin. E da lui animato continuò ad esercitarsi negli studj poetici, seguendone saggiamente l'esempio col tenersi lontano dal gusto depravato. Ma, mentre il Redi in più severi studj occupato sol qualche volta si volgeva alla poesia per sollazzarsi, il Menzini consacrossi interamente alla medesima, e dall'esempio del Chiabrera incorag giato prese ad imitar Pindaro ed Anacreonte. Fra le sue canzoni eroiche divise in sei libri, ne ha |