considerarlo come un poeta assai mediocre. Ma non potrebbero Dante, il Petrarca e gli altri ammiratori di questo poeta aver veduti altri versi di lui assai migliori di questi, e che ora o son perduti o sepolti in qualche biblioteca, ove al sig. di Sainte-Palaye non sia riuscito di discoprirli? In questo caso e l'ammirazion de' primi e la contraria opinion del secondo sarebbero egualmente giustificate. PIETRO D'ALVERNIA. UN codice della biblioteca Vaticana contiene una breve vita di questo poeta, la quale fu pubblicata dal Crescimbeni, ed è del tenor seguente: Pietro d'Alvernia fu del vescovado , e diocesi di Chiaramonte (Clermont) savio " uomo e bene scienziato, e figliuolo d'un cittadino. Fu bello e avvenente e compose " e cantò egregiamente, stimandosi da tutti "per lo primo buon Trovatore che fosse di » là dai monti, e i suoi versi giudicandosi i " migliori che mai fossero fatti. Non fece mai " canzoni, perchè ancora non s'era trovata questa sorta di componimenti, e il primiero che la trovò fu Giraldo di Bornello. "Fu onorato assai da baroni e dame e te"nuto per il miglior poeta del mondo. Si و و 99 lodava assai del suo canto e biasimava » l'altrui. Divenne maestro di tutti, e visse lungamente, e per ultimo, fatla penitenza,. ” morì. “ A questo il Nostradama aggiunge, ch' egli andò in Provenza, ove s'innamorò di Chiaretta di Baulzio gentildonna provenzale figliuola del signor di Berre, la quale non era men bella che virtuosa dama, in lode: della qual fece molte nobili canzoni e le. mise anche in musica e le cantò in presenza di lei. Aveva preso tal credito ed autorità sopra le dame, che dopo aver lor cantato o recitato le sue canzoni ne aveva per ricompensa un favore da quella di esse, che a lui più aggradiva, e il più delle volte il riceveva dalla mentovata dama di Berre, come dalla più graziosa. Negli ultimi giorni della sua vita così vecchio com'era si ritirò in un monastero di Chiaramonte, dove morì. Nella Storia Letteraria dei Trovatori si legge un componimento di questo poeta, che io dalla prosa francese ho tradotto a questo modo in versi italiani: Rossignol va da colei Ch'è cagion degli ardor miei: Tu le sue mi dei portare; E risposta di lei sia, Che a me pensa e non m'obblía. Quello poi che udito avrai. Di cui tanto aver novella Col mio canto ch'a voi piaccia. Tutto lieto ad incontrarmi? per voi quest' imbasciata. Eppur tutti (e vi protesto Che ben certo io son di questo ) Tutti sono ad amar voi Volti ognor gli affetti suoi. Non perdete inutilmente Quell'amor che v'è presente. Ma coglietel egli è un fiore, Che, spuntato appena, more. Coll'augel, che non si sosta, Pronta vien questa risposta: Lo spedito rossignolo È venuto a me di volo; E il messaggio tuo, ch'ho udito Per suo mezzo, m'è gradito. Or di novo a te lo mando, E di dirti gli comando, Con qualunque ben del mondo Come l'or nell' officina; E crescendo in me va ognora L'amor tuo che mi divora. Rossignol tu l'ala pronta |