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quasi a disacerbare il suo animo dalle patite amarezze, applicossi ad un nuovo lavoro che pubblicò in Roma nel 1749 con la falsa data del 1747. Fu questo la Storia de' Seminarii Chiericali, che intitolata al Papa Benedetto XIV, fu tanto da quel dottissimo Pontefice tenuta in pregio, che ne fece onorata menzione nel suo libro De Synodo Dioecesana (1).

A parte di queste opere che furono da lui pubblicate, altre ne lasciò manoscritte. Tali sono la Vila di Santa Lucia V. e M. con gli atti greci illustrati, ma questa fu dopo la di lui morte pubblicata nel 1758 dal Conte Cesare Gaetani Della Torre; la Storia Ecclesiastica di Sicilia divisa in tre volumi, de' quali il solo terzo non era ancora compito, ed essa fu ancora pubblicata nel 1846, per cura del Beneficiale oggi Canonico della Reale Cappella Palatina D. Cesare Pasca, con le annotazioni,

(1) La squisita delicatezza del Di Giovanni gli fece apporre al suo lavoro la falsa data del 1747 affinchè, essendo essa anteriore alle persecuzioni da lui sofferte a cagione del suo rettorato del Seminario Arcivescovile, togliesse il sospetto che fosse quell' opera una vendetta contro i suoi avversarii.

e con promessa della continuazione del ch. Prete dell' Oratorio Salvatore Lanza dei Principi di Trabia (1); le Dissertazioni sulla storia civile di Taormina, che come sopra abbiam detto, furono volgarizzate dal sacerdote Alberto Pierallini, e pubblicate l'anno scorso per impulso dell'egregio Taorminese Pietro Cuscona Deturcis, e per cura del ch. Sig. Principe di Galati; la storia del Seminario Arcivescovile di Palermo (2), e la vita di S. Panteno che tuttora sono inedite; e finalmente la Storia Ecclesiastica di Taormina che per me tradotta dal latino e continuata sino a questo anno 1870, vede nel presente volume la luce.

(1) Il P. Lanza, che per solo amore della scienza e del clero è professore di Storia Ecclesiastica nel Seminario Arcivescovile di Palermo, promise la continuazione della storia dal secolo XIV in cui l'avea lasciata il Di Giovanni sino ai nostri giorni, ma non l'ha ancora pubblicata. Vogliamo sperare che presto faccia questo dono a' letterati ed al clero di Sicilia, tanto più, che come egli gentilmente ci ha detto, ne ha già compito il lavoro.

(2) Questa storia con le annotazioni e con la continuazione sino al nostro tempo dell'illustre gesuita Alessio Narbone, si conserva manoscritta nel Seminario stesso.

Della pubblicazione della presente istoria, da me volgarizzata, non che della civile tradotta dal Pierallini, devesi tutto il merito e l'onore al nobile Taorminese Pietro Cuscona Deturcis, il quale nel suo fervido amore per la terra natale, e nel suo zelo ardentissimo per la cattolica religione, fu di essa caldo promotore presso il Consiglio Municipale di Taormina, a cui degnamente presiede nella qualità di Sindaco. Vogliam qui trascrivere per intero la deliberazione municipale da lui promossa sull' assunto, affinchè di essa resti perpetua memoria:

L'anno milleottocento sessantacinque.

Il giorno sedici Settembre in Taormina. Riunitisi in questa Casa Municipale i Signori D. Pietro Cuscona Deturcis Presidente, D. Francesco Corvaja e D. Nicolò Dr. Ciprioti Assessori, assistiti dal Segretario Sig. Pancrazio Atenasio.

Il Presidente Sig. Cuscona all'oggetto di analogamente deliberare ha presentato ai Componenti la medesima Giunta il seguente progetto, cioè:

1° Doversi dare alla luce per mezzo della pubblica slampa l'istoria patria Civile ed Ecclesiastica di questo storico paese di Taormina, dall'illustre patriotta monsignor Giovanni Di Giovanni scritta in lingua latina e che trovasi in diversi ed antichi manoscritti esistenti presso la Biblioteca del Senato di Palermo, con farsi pria volgarizzare in lingua italiana.

2° A conseguire ciò scegliersi la benemerita persona dell'illustre letterato Sig. Giuseppe De Spuches Principe di Galati, acciocchè con la valevole sua direzione, e coi suoi lumi l'opera sudella potesse uscire alla luce in quella perfezione possibile con dovere al detto Sig. Principe conferire le più ampie ed analoghe facoltà.

La Giunta come sopra composta trovando ben fondato il progetto del Presidente, considera, esser pur troppo conveniente in tempi di progresso e d'incivilimento conoscersi per mezzo della pubblica stampa i fasti, e gli avvenimenti di un pacse eminentemente storico per civile e militare grandezza.

Considerando che l'opera storica di Monsignor Giovanni Di Giovanni trovandosi scritta in latino idioma difficile si rende all'intelligenza della comune degli uomini della crescente gioventù, e quindi non raggiunto per intiero lo scopo della stampa della medesima, sicchè è opera più che utile volgarizzarsi in idioma italiano.

Attesochè l'opera succennata di Monsignor Di Giovanni è l'unica che merita darsi alla luce per mezzo della stampa; quale opera storica trovandosi contenuta e divisa in antichi e vari manoscritti si rende indispensabile l'assistenza e la direzione di una persona fornita di letteraria erudizione, e di storia patria, e che la illustre persona del Sig. Principe di Galati racchiude in sè tutti i meriti e requisiti a far raggiungere lo scopo nella sua pienezza.

Per questi motivi:

1° La Giunta come sopra composta unanimemente delibera la pubblicazione in istampa dell'istoria di Taormina per Monsignor Giovanni Di Giovanni patriotta illustre taorminese volgarizzandosi in lingua italiana.

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