Parnaso italiano: ouveroPublisher's prospectus 1783., 1843 |
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Sayfa 167
... PALAMEDE . EUMEO . La scena è in Messene . ATTO PRIMO . SCENA PRIMA . Sala regia , nel cui fondo si vede una tomba ) . LISANDRO , PALAMEDE . LISANDRO . Si Palamede alla regal Messene Di pace apportator Sparta m ' invia . Sparta di ...
... PALAMEDE . EUMEO . La scena è in Messene . ATTO PRIMO . SCENA PRIMA . Sala regia , nel cui fondo si vede una tomba ) . LISANDRO , PALAMEDE . LISANDRO . Si Palamede alla regal Messene Di pace apportator Sparta m ' invia . Sparta di ...
Sayfa 168
... PALAMEDE . Narrerò sincero , Qual mi fu detta , la pietosa istoria Di questo sventurato . Era Messene Da crudo morbo desolata ; e Delfo Della stirpe d ' Epíto una Donzella Avea richiesta in sacrificio a Pluto . Poste furo le sorti , e ...
... PALAMEDE . Narrerò sincero , Qual mi fu detta , la pietosa istoria Di questo sventurato . Era Messene Da crudo morbo desolata ; e Delfo Della stirpe d ' Epíto una Donzella Avea richiesta in sacrificio a Pluto . Poste furo le sorti , e ...
Sayfa 169
Che ascoltarne potria . PALAMEDE . Guarda : è Cesira . SCENA II . CESIRA e DETTI . PALAMEDE . Vieni , bella Cesira . Ecco Lisandro Dell'inclito tuo padre illustre amico . CESIRA . Da Gonippo , che al re poc ' anzi il disse , Seppi ...
Che ascoltarne potria . PALAMEDE . Guarda : è Cesira . SCENA II . CESIRA e DETTI . PALAMEDE . Vieni , bella Cesira . Ecco Lisandro Dell'inclito tuo padre illustre amico . CESIRA . Da Gonippo , che al re poc ' anzi il disse , Seppi ...
Sayfa 172
... PALAMEDE . PALAMEDE . CHE mi narrasti mai ? Pieno son io Di tanta meraviglia , che mi sembra Di sognar tuttavia . D ' Aristodemo Figlia Cesíra ? LISANDRO . Più dimesso parla . Si , Cesíra sua figlia , la perduta E deplorata Argía . Come ...
... PALAMEDE . PALAMEDE . CHE mi narrasti mai ? Pieno son io Di tanta meraviglia , che mi sembra Di sognar tuttavia . D ' Aristodemo Figlia Cesíra ? LISANDRO . Più dimesso parla . Si , Cesíra sua figlia , la perduta E deplorata Argía . Come ...
Sayfa 173
... PALAMEDE . Pietà debole affetto ? LISANDRO . Ingiusto ancora E vergognoso , se alla patria nuoce ... Ma vien Cesira . Ritiriamci . Altrove Parlerem più sicuri . Io vo ' che tutta Di questo arcano l'importanza intenda . SCENA II ...
... PALAMEDE . Pietà debole affetto ? LISANDRO . Ingiusto ancora E vergognoso , se alla patria nuoce ... Ma vien Cesira . Ritiriamci . Altrove Parlerem più sicuri . Io vo ' che tutta Di questo arcano l'importanza intenda . SCENA II ...
Sık kullanılan terimler ve kelime öbekleri
ACMET ADELCHI alfin allor alma amico amor anco ANTONIO FOSCARINI appo ARISTODEMO ARTEMIDORO avea BELISA bella BISIGNANO braccia brando CAJO canto Carlo Carlo VIII caro CESIRA ch'io Chè ciel ciglio colle conforto crin crudel d'ogni diletto DOGE dolce dolor DON GASPERONE DON PIASTRONE donna Doride Ecco eterno EUFELIA EUMEO fanciulla figlio Francia fratello fuggir furor GAFFORIO gente giorno GONIPPO gran grido guardo Ildegarde Ildegonda IMELDA indi infelice invan ISABELLA l'alma labbro lagrime LANCIOTTO Lida lieto LISANDRO LISETTA Longobardi lungo madre misero MORO mortal morte nemico notte occhi ognor omai padre PALAMEDE parla parole patria pensier periglio petto piange pianto piè pietà pietoso popolo prego pria primiero PROCIDA regno sacro SANDRINO sangue SCENA sento serba Signor sospiro sovra speme spirto sposa suon sventura TADDEO TEODORO terra tiranno tosto trema TROFONIO vede veggo vendetta virtù volgo volto
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Sayfa 556 - A te la speme Nego, mi disse, anche la speme; e d'altro Non brillin gli occhi tuoi se non di pianto. Questo dì fu solenne: or da...
Sayfa 560 - Cara beltà che amore lunge m'inspiri o nascondendo il viso, fuor se nel sonno il core ombra diva mi scuoti, o ne' campi ove splenda più vago il giorno e di natura il riso; forse tu l'innocente secol beasti che dall'oro ha nome, or leve intra la gente anima voli? o te la sorte avara ch'a noi t'asconde, agli avvenir prepara? Viva mirarti...
Sayfa 362 - Sentir, riprese, e meditar: di poco Esser contento: da la meta mai Non torcer gli occhi, conservar la mano Pura e la mente: de le umane cose Tanto sperimentar, quanto ti basti Per non curarle: non ti far mai servo: Non far tregua coi vili: il santo Vero Mai non tradir: né proferir mai verbo, Che plauda al vizio, o la virtù derida.
Sayfa 560 - Se dell'eterne idee L'una sei tu, cui di sensibil forma Sdegni l'eterno senno esser vestita, E fra caduche spoglie Provar gli affanni di funerea vita; O s'altra terra ne' superni giri Fra' mondi innumerabili t'accoglie, E più vaga del Sol prossima stella T'irraggia, e più benigno etere spiri; Di qua dove son gli anni infausti e brevi, Questo d'ignoto amante inno ricevi.
Sayfa 369 - De' tripudi inverecondi : L'allegrezza non è questa Di che i giusti son giocondi; Ma pacata in suo contegno Ma celeste, come segno Della gioia che verrà. O beati! a lor più bello Spunta il sol de' giorni santi; Ma che fia di chi rubello Torse, ahi stolto!
Sayfa 589 - L' adorata tua sposa. Un bianco marmo. Simbol del suo candor, chiudala, e t'offra Le sue caste sembianze un bianco marmo. * Ma il solitario loco orni e consacri Religi'on, senza la cui presenza Troppo è a mirarsi orribile una tomba. Scorra ivi e gema il rio, s'imbruni il bosco , E s' incolori non lontan la rosa, Che tu al marmo darai spiccata appena.
Sayfa 564 - E che pensieri immensi, Che dolci sogni mi spirò la vista Di quel lontano mar, quei monti^ azzurri, Che di qua scopro, e che varcare un giorno Io mi pensava, arcani mondi, arcana Felicità fingendo al viver mio!
Sayfa 584 - E a questi marmi venne spesso Vittorio ad ispirarsi. Irato a' patrii Numi, errava muto ove Arno è più deserto, i campi e il...
Sayfa 564 - ... d'in su i veroni del paterno ostello porgea gli orecchi al suon della tua voce, ed alla man veloce che percorrea la faticosa tela. Mirava il ciel sereno, le vie dorate e gli orti, e quinci il mar da lungi, e quindi il monte. Lingua mortai non dice quel ch'io sentiva in seno.
Sayfa 568 - Già tutta l'aria imbruna, torna azzurro il sereno, e tornan l'ombre giù da' colli e da' tetti, al biancheggiar della recente luna. Or la squilla da segno della festa che viene; ed a quel suon diresti che il cor si riconforta. I fanciulli gridando su la piazzuola in frotta, e qua e là saltando, fanno un lieto romore: e intanto riede alla sua parca mensa, fischiando, il zappatore, e seco pensa al dì del suo riposo.