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Dr.140.5

OCT 518

The Dinte scuty.

PROPRIETÀ LETTERARIA

Torino Vincenzo Bona Tip. di S. M.

PREFAZIONE

Nessuno vorrà certo negare l'importanza che ha per l'educazione civile e letteraria della gioventù lo studio del nostro massimo Poeta: importanza ammessa anche dai programmi scolastici, i quali prescrivono la lettura della Divina Commedia nel Liceo per due anni consecutivi. Ma questa lettura non sarà per nulla profittevole, se il giovine si accosterà al sacro Libro senza una conveniente preparazione preliminare. Mi paiono a ciò insufficienti le Storie letterarie usate nei nostri Licei; molte di esse non sono all'altezza della moderna critica Dantesca, e sempre troppo brevi e manchevoli sono i capitoli su Dante e le sue opere.

Ho cercato in questa mia operetta di esporre compendiosamente le cose più necessarie alla chiara intelligenza del Poema e delle altre opere minori di Dante, tenendo conto dei risultati dei critici più recenti. Spesso ho parlato per bocca loro: perchè avrei dovuto dire malamente quel che tanto bene fu detto da altri? Qualche volta ho citato, qualche volta no, quando cioè le citazioni mi parvero inutile ingombro.

Seguono tre Appendici. Contiene la 1a una breve raccolta di pensieri e detti di alcuni scrittori sul divino Poeta, specialmente per quanto riguarda l'eccellenza artistica del Poema; la 2a tre tavole sinottiche dei tre mondi Danteschi; nella 3a ho notato le opere che dovrà consultare chi voglia maggiormente approfondire quel che nel mio libro è solo accennato.

Qualcuno giudicherà forse che certi punti non siano stati da me svolti a sufficienza. Ma non si deve dimenticare che un libro di testo per le scuole, per quanto buono, torna quasi affatto inutile senza l'opera esplicativa del maestro, il quale tutto dovrà rischiarare e ravvivare colla sua calda parola. Del resto, non pretendo d'aver fatto gran cosa. Non so se appieno sia riuscito nel mio intento, che è stato solo di giovare ai giovani studiosi e ai miei colleghi. Dai quali ultimi accetterò con vera riconoscenza tutte le osservazioni che al mio modesto lavoro vorranno fare.

Biella, Maggio 1884.

A. P.

Vita di Dante Alighieri.

§1. Dante, o Durante Alighieri, nacque in Firenze nel Maggio dell'anno 1265 da Alighiero e da Donna Bella (1). Essendo gli Alighieri di parte Guelfa, e come tali esiliati nel 1260 dopo la vittoria dei Ghibellini a Monteaperti, conviene ammettere che la madre non fosse compresa nell'esilio, od ottenesse il consenso di tornare in patria prima del ritorno generale avvenuto nel 1266. Risulta infatti dal C. XXV del Paradiso che Dante fu battezzato nel Battistero di S. Giovanni in Firenze. Favola è tutto quanto dai Biografi si racconta del sogno di Donna Bella prima del parto, della precocità dell'ingegno del poeta, dell'oroscopo tratto da Brunetto Latini sulla futura grandezza di lui.

Perduto il padre nella sua puerizia, fu educato con somma cura dalla madre; ciò si può dedurre dalle alte doti di mente e di cuore che egli poi mostrò e nelle azioni e negli scritti, nulla conoscendosi di certo sulle sue prime impressioni domestiche e sulla sua prima educazione ed istruzione. È supponibile che fosse presto iniziato negli studi elementari del Trivio (Grammatica, Dialettica, Retorica) e del Quadrivio (Aritmetica, Geometria, Astronomia, Musica), non però dal celebre erudito Brunetto Latini, allora lontano, dal quale però ebbe più tardi ammaestramenti e conforti.

(1) Degli antenati di Dante nulla ci è noto prima di Cacciaguida suo trisavolo, morto nel 1147 alla Crociata di Corrado (Vedi Canto XV del Paradiso). Sposò costui un'Aldighiera, di Ferrara, secondo alcuni, di Parma, secondo altri. Da Aldighiero 1, uno dei figli di Cacciaguida, nacque Bellincione, e da Bellincione, Alighiero II, padre del nostro poeta.

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