O patria mia, vedo le mura e gli archi E le colonne e i simulacri e l'erme Torri degli avi nostri, Ma la gloria non vedo, Non vedo il lauro e il ferro ond' eran carchi I nostri padri antichi. Or fatta inerme, Nuda la fronte e nudo il petto mostri. Oimè quante ferite, Che lividor, che sangue! oh qual ti veggio, Formosissima donna! Io chiedo al cielo E al mondo: dite, dite; Chi la ridusse a tale? É questo è peggio, Tra le ginocchia, e piange. Piangi, chè ben hai donde, Italia mia, E nella fausta sorte e nella ria. Se fosser gli occhi tuoi due fonti vive, Adeguarsi al tuo danno ed allo scorno; Che, rimembrando il tuo passato vanto, Chi ti tradì? qual arte o qual fatica 2* |