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diligenza nell'avvisare, la solerzia e l'acutezza nell' intendere e penetrare nei più intimi e più reconditi segreti di quella corte, sono tutte cose benissimo note all' EE. VV.; in modo che infinitamente mi consola, e ringrazio Dio, che per essergli io parente e tanto amico, come ognun sa, non abbia ad aver bisogno del mio testimonio, il quale potria esser forse tenuto per troppo affettato e sospetto.

Nel resto, Serenissimo Principe, Eccellentissimi Signori, non ho da dire altro. Io son qui ritornato da servire a V. S., appunto adesso sono 40 mesi, appresso un principe gloria e corona di tutti i principi, degnissimo per ogni rispetto dell'onore, dell'amore, dell'affezione, e della osservanza dell'EE. VV.; e sebbene io abbia sofferto e mi sia incontrato in cose che a raccontarle sono difficili da credere da chi non le ha provate, rendo però grazie a Dio del tutto, perchè ho avuta anco occasione di imparare, e imparando far anco maggiormente il servizio dell' EE. VV.

Nel partirmi volle onorare il re l'ambascieria, secondo l'ordinario, di quel presente che è ai piedi della S. V.; e sebbene il ricercarlo saria mio ufficio, e il concederlo effetto della bontà e benignità dell' EE. VV., tuttavolta non avendo io mai meritato alcuna cosa, non ardirei manco di farlo. E però nel mio rispettoso silenzio le supplico riverentemente di voler piuttosto riconoscer con la loro grande prudenza l'immagine del mio desiderio, che mettendomi in necessità di supplicare, levar a sè stesse quella parte che tutta e sola deve dipendere e riconoscersi dalla singolare bontà ed umanità loro.

APPENDICE

ALLA SERIE SECONDA

RELAZIONE

DI

ALVISE CONTARINI

AMBASCIATORE STRAORDINARIO

AL DUCA DI FERRARA

IN OCCASIONE DELLE SUE NOZZE

CON BARBARA D'AUSTRIA

NEL DECEMBRE 1565.

(Dalla miscellanea della libreria Correr intitolata Rerum variarum collectio.}

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Abbiamo dal Muratori, sotto l'anno 4565. « Fin l'anno precedente ❝era stato conchiuso il matrimonio dell' arciduchessa Barbara d' Austria, figlia di Ferdinando I imperatore, con Alfonso II duca di Ferrara, e << dell' arciduchessa Giovanna, di lei sorella minore, con don Francesco de' Medici principe di Firenze. Ma convenne differirne dipoi l'ese<«< cuzione per la morte sopraggiunta del suddetto augusto, il 25 luglio. «Nel di 24 di luglio del presente anno, il duca di Ferrara, con gran

dissimo accompagnamento, s' inviò verso la Germania, per visitare in << Inspruch la principessa a lui destinata in moglie. Di là passò a Vienna, << per assistere al funerale del defunto Cesare; d'onde tornato in Italia, << si diede a fare i preparamenti per le nozze suddette; e nel di 20 di no«<vembre inviò a Trento il cardinale Luigi d'Este suo fratello, accompa«gnato dal cardinal di Coreggio e da una comitiva nobilissima, a sposare «<l'arciduchessa in suo nome. Insorsero ivi dispute di precedenza, per es<< servi giunto prima in persona il principe di Firenze, con pretendere perciò che seguisse lo sposalizio suo avanti a quello del duca di Ferrara. «Ma rappresentando il cardinal Luigi la preminenza dell'età nell' arcidu<< chessa Barbara, e del grado nel duca Alfonso, stante l'essere questi << sovrano, e il Medici soggetto al padre duca, s'incagliò forte l'affare; «e contuttoché il santo cardinale Carlo Borromeo, spedito colà dal papa <<con titolo di legato per onorar quelle nozze, si adoperasse non poco per <«<ismorzare la contesa, niun d'essi volle retrocedere. Troncò di poi Mas<< similiano augusto il gruppo con ordinare che lo sposalizio delle due « arciduchesse si facesse negli stati dei mariti loro destinati: lo che fu poscia puntualmente eseguito. Insigni feste furono fatte in Ferrara nel « di 5 di decembre, in cui l' arciduchessa Barbara fece la sua solenne << entrata, e parimente ne' susseguenti giorni, essendosi specialmente nel << di 14 del detto mese data esecuzione ad un torneo, intitolato il Tem

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pio d'Amore, che riempiè di meraviglia e di diletto, per la novità «<e magnificenza dell' anfiteatro, delle macchine e delle comparse, l'in<< credibil copia degli spettatori accorsi colà anche da lontane parti. » In occasione di queste nozze la repubblica di Venezia deputò per suo ambasciatore straordinario presso il duca Alfonso II Alvise Contarini, della cui Relazione abbiamo il sommario in queste poche pagine che ora pubblichiamo, e alle quali abbiamo premessa la narrativa del Muratori, siccome quella che tien luogo di molte avvertenze che avremmo dovuto registrare via via.

Dal libro Ambasciatori, da noi più volte citato, si rileva che questa fu l'ultima legazione veneta ai duchi di Ferrara; onde rimane fuori di dubbio che la Relazione di Emiliano Manolesso, del 4575, da noi data nel Tomo II della Serie II, non è assolutamente di ambasciatore veneto, come appunto inferimmo nel pubblicarla.

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