Sayfadaki görseller
PDF
ePub

avuto degli imperatori. Gli altri elettori, che sono cattolici, non lo amano, e questa divisione degli Alemanni, che parte seguono Francia e parte Spagna, giudicasi che lo farà ingannare del suo giudizio (1). Non resta però che non abbia l'animo grande, e che non aspiri a gran cose (2).

Con il secondogenito di Sua Maestà Imperiale, per essere Sua Eccellenza nella Boemia, non lo vedemmo, nè potemmo far con lui offizio alcuno; ma, per quanto intendemmo, questo è anco dedito all'armi e alla caccia, e cavalca benissimo, ed è liberale e molto destra persona. È d'età d'anni 29 (3).

Con il terzogenito, Carlo, prima che partissimo dalla corte, facessimo, come nel giungere, offizio, al quale Sua Eccellenza corrispose umanamente. Questo anco è bel cavalcatore, e si diletta di caccia, come fanno gli altri (4).

Facessimo anco uffizio con la regina di Boemia, moglie di Massimiliano e figliuola dell' imperator Carlo V, la quale ci ricevè assai umanamente; e al partir nostro essendo andati da Sua Maestà, ella c'incontrò fuori nella sua anticamera. Questa non è bella donna: è piccola, di pelo che tira al rosso, ed ha il labbro di sotto grosso, come tiene anco Carlo suo padre (5). È d'età d'anni 30, tanto gentile ed umana che è adorata da ognuno, ed amata sopra modo dall' imperatore suo suocero, il quale ogni giorno le va a far compagnia nella sua camera per due ore; e dicono a quella corte che mai più si trova scritto nelle loro istorie che si trovasse una figliuola d'un imperatore vivo eccetto che lei, che fosse anco nuora d'un imperator vivo.

Al partir nostro da Sua Maestà Imperiale, il chiarissimo Bernardo Navagero mio collega fu da essa onorato del grado

(1) Non s'ingannò niente affatto, perchè, come è noto, fu eletto re de' Romani nel 1562, e imperatore nel 1564.

(2) Aspirò appunto a molte cose, ma non ne conseguì poi veruna.

(3) Nella morte del padre ebbe in parte il contado di Tirolo con le signorie riunile.

(4) Ebbe in parte i ducati di Stiria, Carintia e Carniola con il resto delle terre alla marina.

(5) Ne parla in tempo presente perchè lo credeva ancor vivo nel convento di Yuste in Estramadura, dove peraltro era morto fino dal 24 settembre; cosa che ancora non era pervenuta a sua notizia.

di cavalleria, e donatagli una catena d'oro di valuta di 600 fiorini. A me donò pure 12 coppe d'argento dorate, le quali tutte cose sono state rappresentate a Vostra Serenità, acciò lei disponga di esse come di cosa sua; che se alla sua benignità e munificenza parerà che le godiamo in nome suo, le accetteremo volentieri, e le useremo sempre in onore di Vostra Serenità, non che meritiamo per noi cosa alcuna, e di tutto quello che farà resteremo soddisfattissimi.

RELAZIONE

DI FRANCIA

DI

GIROLAMO LIPPOMANO

1579

Da apogrofo esistente presso il Cav. Cicogna in Venezia.

APPENDICE.

AVVERTIMENTO

A Sigismondo Cavalli, del quale abbiamo dato la Relazione, sotto l'anno 1574, nel Tomo IV della Serie I, succedette ambasciatore in corte di Francia Gioan Francesco Morosini, del quale ci è tuttora sconosciuta la Relazione. E sconosciuta ci era parimenti quella di Girolamo Lippomano, successore del Morosini, quando, non ha guari, l'egregio Cav. Lazari ce la indicava fra le carte del chiarissimo Cavalier Cicogna, e ce ne procurava la trascrizione.

Fu pure sconosciuta, come altrove abbiam detto, al Tommaseo, il quale, in suo luogo, pubblicò la narrazione del viaggio del detto ambasciatore in Francia, scritto, come dichiara il codice, dal suo secretario.

Il Lippomano fu nominato ambasciatore con decreto del 24 luglio 1576; e siccome, da quanto dice egli stesso, stette in ufficio quaranta mesi, così la data del 1579, che la Relazione porta, vuolsi riferire agli ultimi mesi di detto anno.

Durante la legazione del Lippomano fu mandato, nel 1578, ambasciatore straordinario in Francia Giovanni Micheli, del quale abbiamo data la Relazione nel Tomo IV della Serie I, per dissuadere Enrico III dal permettere che il duca d'Alansone, suo fratello, andasse alla difesa degl' insorti delle Fiandre contro la Spagna; dal qual fatto temeva la Repubblica che potesse ingenerarsi una guerra tra i due regni, che mettésse in pericolo la pace generale, e conseguentemente gl'interessi di Venezia, la quale aveva per cardine della sua politica la neutralità, difficile a serbarsi in un conflitto tra quelle due potenze.

Da questi tentativi appunto del duca d' Alansone comincia il Lippomano la sua Relazione, la quale molto partitamente discorre delle cose del Regno di Francia, che le discordie intestine avevano già involto in grandi calamità; il sommo delle quali vedremo più amplamente descritto nella seguente del Duodo.

Dovendo io dar conto alle Eccellenze Vostre di quanto nel tempo della mia ambascieria di 40 mesi ho potuto osservare di quel regno dal quale io vengo, giudico che sia bene di narrar prima in qual essere trovai la Francia nel principio della mia legazione, poi come andò più volte mutando stato, e in che termine l'ho lasciata, con qualche particolare di molta conseguenza, acciocchè tanto meglio, con questa previa disposizione, vengano a gustar tutto quello che io sono per dire al presente, e con la solita loro prudenza poi far maturo giudicio delle cose e presenti e future.

Entrato in Francia, trovai quel regno nel maggior fervore della guerra, e dopo alcuni mesi nelle più certe speranze, per modo di dire, che il re potesse avere di distrugger affatto i suoi ribelli, perciocchè aveva tre potenti eserciti, che ognuno separatamente venne a fine della sua particolar impresa; l'uno dei quali era comandato dal duca di Alanson, fratello di Sua Maestà Cristianissima, all'assedio della Charité (1), la qual fortezza egli ottenne come si sa; del secondo era capo il duca di Guisa, il quale andò all' espugnazione d'Issoira in Overgna, che ancor essa fu presa e messa a sacco (2) con altri luoghi insieme; al terzo comandava il duca d'Umena (3) intorno a Brouaggio (4), ottenendolo in

(1) Era una delle piazze state già cedute agli Ugonotti nel 1570. Fu presa dal duca di Alansone il 30 aprile 1577.

(2) Il 12 giugno.

(3) Il duca di Mayenne o du Maine (onde l'italiana traduzione di Umena o Maina) era fratello del duca Enrico di Guisa, capo della Lega; nel qual carico gli succedette nel 1588, come vedremo nella seguente relazione del Duodo.

(4) Sulla costa oceanica del Poitou.

« ÖncekiDevam »