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dizj, entrate e spese, forze di terra e di mare, quanto insomma può conferire a farci meglio conoscere la condizione dei diversi popoli d'Europa nel secolo XVI. Per tutte le quali materie sono le Relazioni una fonte non meno copiosa, che per i fatti storici propriamente detti.

Finchè pertanto ciò avvenga per fatto nostro o di altri, valgano le due seguenti avvertenze ad aiutare il lettore nelle ricerche che gli accadesse di dover fare nella compagine di questi quindici tomi:

1.a Che volendo addentrarsi nella cognizione degl'interessi di un principe e della politica di uno stato in un'epoca data, non basta solo riferirsi alle speciali Relazioni del paese di cui si tratta, ma alle altre eziandio della medesima epoca, al capitolo, che è in tutte, delle reciproche intelligenze tra stato e stato.

2. Che quanto agli stati che avevano perduta la loro indipendenza, come Napoli, Milano, i Paesi Bassi, 'Ungheria, e il Portogallo dopo il 1580, non è da credere che non se ne trovi sufficiente menzione perchè manchino Relazioni da loro intitolate, ma sì è da ricercarsi nelle Relazioni degli stati nei quali successivamente decaddero.

Secondo che ha portato l'occasione di questo scritto, siam venuti testimoniando la nostra riconoscenza a coloro il cui nome si collega più strettamente colla presente pubblicazione. Ci resta ora un grato obbligo a soddisfare verso due altri nostri carissimi amici, ai quali per diverso titolo ci stringe un vincolo di gratitudine infinita.

E primo nomineremo il cavaliere Vincenzo Lazari, direttore del civico Museo Correr di Venezia, uomo di lunga mano conosciuto non tanto per l'opera indefessa ed intelligentissima da lui data all'ordinamento e

all' incremento di quella bella istituzione alle sue cure commessa, quanto per i moltiplici lavori storici e numismatici, che da tempo gli han dato posto in quella nobile schiera, della quale il venerabile Emmanuele Cicogna tiene in Venezia il primato. Il Lazari adunque non solo volle graziosamente assumere per amor nostro la condotta del terzo volume delle Relazioni Ottomane, nel quale ben si pare la mano maestra che lo diresse; ma, con beneficio molto maggiore ancora per noi, non così tosto avvertimmo l' imprescindibile necessità di ricorrere alla fonte dei documenti, egli si prestò di buon grado a riandare gli archivi e le biblioteche di Venezia per procurarci la cognizione di quanto giovar potesse all'opera nostra. Onde giustizia e debito di gratitudine c'impongono di attestare anche una volta, che a lui solo si deve se la nostra raccolta ha potuto in qualche modo raggiungere l'intento, che forse troppo arditamente ci eravamo da principio proposto.

Ultimo infine cui tributare l'omaggio della nostra ammirazione e del nostro affetto, è un valoroso francese, che innominato ancora fra noi, si presenta improvviso nell' arena delle lettere armato di tutte armi, e coglie al primo tratto un trofeo, che solo basterebbe a tramandare onorata la sua memoria. Il signor Armando Baschet, incaricato dal suo governo, fin dal 1855, di cercare negli archivj italiani documenti illustrativi della storia di Francia, ebbe l'occhio specialmente alle carte della Repubblica Veneta; e dei dispacci e delle Relazioni di quegli ambasciatori, da Carlo VIII ad Enrico IV, ha composto un monumento non meno utile alla storia, che onorevole alla fama dell'antica regina dell' Adriatico; onde appunto ha voluto denominare il complesso dei lavori, che sono il frutto delle sue lunghe ricerche, col titolo generale Della Diplomazia Veneziana.

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Il primo volume testè venuto in luce (4), e al quale sta per succedere in breve un secondo, gli hanno già meritato in tutta Europa un applauso, del quale anche tra noi risuona l'eco sonora nel bell' articolo del signor Lampertico, che abbiam più sopra citato. E veramente pochi libri potrebbero additarsi più utili e dilettevoli ad un tempo di questo con cui sì degnamente esordisce il giovine scrittore; del quale un suo illustre concittadino, il signor Prevost-Paradol, così discorre nel primo di varj articoli a lui dedicati nel Journal des Débats: « Il signor Baschet ha intrapreso a narrare colla scorta dei documenti, o, a meglio dire, a far rivivere per a loro mezzo la storia della veneta diplomazia, a dimo<< strarla in atto nelle diverse parti d'Europa, e special« mente in Francia, a delineare, mercè così accurati « e veridici testimonj, il ritratto dei personaggi che maggiormente hanno a sè richiamata l'attenzione degli uomini nel secolo XVI. Prendendo a sua guida la a gran raccolta delle Relazioni che va sotto il nome di E. Albèri, e a questa accoppiando i felici risultati delle sue proprie ricerche, avvicendando le citazioni « e l'analisi, illustrando ogni parte con eruditi commenti, raggruppando armonicamente e con squisito criterio « storico le cose sparsamente discorse nelle Relazioni, il sig. Baschet ci ha dato un primo volume, le cui 600 pagine ci sembrano tuttavia troppo scarse alla « soddisfazione dell' infinito diletto suscitato dalla loro lettura. Noi pure conosciamo l'entusiasmo, diremo anzi quella specie di ebbrezza, che la storia vera, ricer« cata e trovata nei documenti originali, suscita nei "nobili intelletti sdegnosi di parteggiare col volgo, e « di attingere il criterio degli uomini e delle cose dai

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(1) La Diplomatic Vénitienne, les princes de l' Europe au XVIe siècle etc. par Armand Baschet. Paris, typographie d'Henri Plon, 1862. in-8 o

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"sistemi e dalle passioni; ma non ancora ci eravamo <«< incontrati in uno scrittore, sul quale cosiffatta sedu« zione si fosse esercitata in forma tanto potente, e non a abbiam potuto non ammirare un uomo così profonda«mente e sinceramente commosso dalla fedele e vivente pittura del passato, dalla poetica grandezza dell' isto« rica verità. »

Questa splendida testimonianza data al signor Baschet da un giudice sì competente, ed alla quale faranno eco quanti siano per conoscere il suo bel libro, non basta a me come espressione de' miei proprj sentimenti ; a me non basta di riconoscerlo per il più esimio illustratore che abbiano avuto le Relazioni degli Ambasciatori Veneti, e di dichiarare che l'opera sua, condotta a compimento, conterà fra i migliori servigj resi alle lettere ed alla storia. Io gli debbo uno speciale omaggio di gratitudine per la dolce sorpresa di un capitolo della sua opera a me dedicato, dove riandando i varj casi della mia vita, gli è piaciuto di proseguirmi con infinita benevolenza sino al termine della presente fatica. Della qual cosa dovrei meco stesso congratularmi più di quello che io osi, se di quanto egli dice io non dovessi certamente ripetere gran parte, più che da meriti miei, dall' affetto in lui suscitato per la comunanza degli studj e degli intendimenti. Prosegua egli frattanto il bene incominciato cammino, confortato dalle gioje che la vita operosa trova in sè stessa, e dal pensiero di giovare a una patria non ingrata verso chi l'abbia con tutte le sue forze costantemente servita.

CRONOLOGIA DEL SECOLO XVI.

1500 Nascita di Carlo V a Gand (24 febbraio).

Lodovico il Moro, fallitogli un ardito tentativo contro i Francesi in Lombardia, é preso e tradotto in Francia (10 aprile), dove muore, dopo dieci anni di reclusione, nel castello di Loches.

Alvarez Cabral, navigando da Lisbona per le Indie Orientali, è portato

da una fortuna di mare sulle spiagge ancora ignote del Brasile (aprile), onde quella regione è acquistata alla corona di Portogallo.

1501 Cesare Borgia, compita in quest' anno colla presa di Faenza (26 aprile) la conquista delle Romagne, si crea ivi uno stato indipendente. Luigi XII e Ferdinando il Cattolico, scacciato con preventivi accordi Federigo d'Aragona dal regno di Napoli (agosto), si dividono tra loro quello stato, toccando a Francia la capitale, Terra di Lavoro e l'Abruzzo, e al Cattolico il rimanente.

4502 Lucrezia Borgia sposa in quarte nozze Alfonso d'Este primogenito d'Ercole I duca di Ferrara.

Cesare Borgia s'impadronisce proditoriamente del ducato d'Urbino (giugno).
Il duca Guidobaldo si ricovera a Mantova.

Rottura tra Luigi XII e Ferdinando il Cattolico per l'intero possesso del
regno di Napoli (giugno).

Pietro Soderini è nominato primo gonfaloniere perpetuo della Repubblica di Firenze (40 settembre).

4503 I Francesi sono respinti in ogni parte del regno di Napoli da Gonzalvo di Cordova (il gran capitano). - Singolare disfida di Barletta fra tredici italiani e tredici francesi (febbraio).

Battaglia di Cerignola in Puglia, dove è mortalmente ferito il duca di Nemours (28 aprile). Muore Alessandro VI (48 agosto). Gli succede (22 settembre) per ventisei giorni Pio III (Francesco Piccolomini).

Giulio II (Giuliano della Rovere) assunto al papato (1.° novembre), spoglia Cesare Borgia dei suoi possessi nelle Romagne e altrove, e ripone in stato il duca d'Urbino.

4504 I Veneziani, nella catastrofe del Borgia, occupano nelle Romagne Ravenna, Faenza, Cervia, Rimini ed altri luoghi.

Caduta di Gaeta (1.° gennajo), ultimo rifugio dei Francesi nel regno.
Muore Filiberto II di Savoja (40 sett.) Gli succede il fratello Carlo III.
Muore Isabella la Cattolica regina di Castiglia (26 nov.) Gli succede la
figliuola Giovanna, insieme col marito Filippo I d'Austria, duca di
Borgogna e padre di Carlo V.

4505 Muore Ercole I d'Este (25 gennajo), cui succede il figlio Alfonso I.
Pace tra Francia e Spagna (42 ottobre), alla quale rimane intero il pos-
sesso del regno di Napoli.

APPENDICE

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