Sayfadaki görseller
PDF
ePub

E dietro tal pensiero, essendo la Chiesa una vera e vivente società, dee questa società istessa riconoscersi divino-umana, quasi sussistente in una sola persona colla comunicazione di amendue le nature, così mentre l'elemento umano, a certo modo, è penetrato dall'elemento divino, dallo stesso è diretto eziandio ed alimentato, sicchè ne risulta la unità di sussistenza. Perciò quello che in questa persona morale ritrovasi di divino, l'intima parte ne costituisce ossia l'anima; e ciò che umano si appella, ne costituisce la esteriore e visibile forma ossia il corpo. Vedesi poi che la Chiesa vive ed opera supernalmente, poichè scambievole passa fra i due elementi un commercio, siccome per la unione delle due nature sussistenti in una sola persona, mentre era fra noi, vivea ed operava Cristo Dio e Uomo. Col quale apparato di raziocinio, come di per se stesso chiaro apparisce, l'A. tutta sviluppa la dottrina di ciò che spettasi all'anima, al corpo della Chiesa, ed al rapporto che avvi tra l'una e l'altro.

Proseguendo collo stesso metodo, deduce dal di sopra stabilito, che necessariamente invisibile è la Chiesa riguardo all'anima, visibile rispetto al corpo di lei; così una perchè uno è Cristo, santa per conseguente siccome è santo Cristo, cattolica a provarne sempre la identità; apostolica a dimostrare la purità di sua dottrina, la divinità di sua origine. E quì di passaggio non possiamo a meno di far rilevare il nuovo piano e lo sviluppo che il nostro A. ci porge intorno a queste note con ampiezza di dottrina, facendole tutte come da

germe

zione per l'influsso di quel primo atto che diè l'essere a ciò che non esisteva: potrà pure dirsi che nella Chiesa stabilita qual mezzo atto a conservare i frutti della incarnazione divina a prò degli uomini, si presenti una continuazione della nuova creazione nell'ordine morale, avvenuta col mezzo della incarnazione del Verbo.

derivare dalla nota della unità, la quale al tempo stesso appartiene alla intrinseca costituzione della medesima Chiesa. Lavoro veramente degno di essere apprezzato da chiunque si farà a studiare questo trattato importante. Determinate queste note caratteristiche, toglie a dimostrare colla medesima ricchezza e solidità di argomento, essere la Chiesa romana la vera Chiesa di Cristo, dacchè la sola è dessa che n'è divinamente fornita. Ma immancabile è pur anco Cristo, perciò immancabile la Chiesa; infallibile al modo che non può essere Cristo ad errore soggetto: ricca di un supremo potere cui esercita legittimamente sopra a' fedeli, indipendente da qualsiasi umana autorità, e partecipe in fine de' singo lari privilegii tutti insieme riuniti in Cristo per necessità, laddove nella Chiesa vi sono, perchè il suo Capo supremo ha voluto in lei tratteggiare una sua viva immagine, comunicando a questa immaculata sposa tanti doni da scorgervi una sempre viva immagine e simiglianza del suo divino prototipo.

Da questo sviluppo è condotto l'esimio A. ad osservare come la divisata società composta a modo d'individuo vivente non può supporsi acefala, e quindi nella discussione già ordinata vuolsi il suo capo necessariamente riunito; pure ne determina una apposita trattazione sia per la dignità del subbietto, sia per la moltiplicità di que'che gli si oppongono. Ecco una seconda sezione diretta a discutere tale importantissimo argomen to, e collo stesso metodo di stretta deduzione rapportasi tutto ad un punto di veduta cioè, 1. al primato che Cristo conferi a s. Pietro sopra la sua Chiesa; 2. alla successione in questo primato; 3. alla sua natura; 4. alle doti e prerogative di cui è fornito. Sul primo punto è inteso l'A. in provare che è primato di onore e giurisdizione quello che l'Apostolo Pietro ricevette da G. C., • che non dalla Chiesa, ma immediatamente dal suo Isti

tutore gli fu conferito. Passa quindi a trattare della successione in questo primato perennemente durevole dalla sua istituzione, e dimostra che avendone fissata s. Pietro la sede in Roma, e ritenutala fino alla morte, per tal fatto i romani pontefici, come successori di lui hanno ottenuto il primato che egli avea per divino diritto. Sviluppandone inoltre la natura, fa vedere l'autorità del romano pontefice non pure estesa su tutti i fedeli, ma eziandio sopra i vescovi, o distinti per singolo, o riuniti in generale assemblea, spettando ad esso soltanto la facoltà di convocare i concilii generali, presiedervi e confermarne le dottrine, le quali se a domma e a morale si riferiscono, con questa approvazione divengono per loro natura invariabili; o ne sanzioni le leggi qualora a discipline si attengano; così ancora doversi nel romano pontefice riunire essenzialmente tutti i diritti annessi al primato divinamente conferitogli, senza che possa ammettersi quella distinzione, che da diversi neoterici si vorrebbe pure introdurre tra i diritti, ch' essi chiamano divini, naturali ed essenziali, e quelli che essi appellano umani, avventizii ed accidentali. Da ultimo dovendosi nel capo eminentemente riunire quanto di dignità è diffuso nel corpo, per le doti del primato, al romano pontefice riporta e la pienezza d'autorità a fine di regolare tutta quanta la Chiesa, e l'infallibilità nell'insegnare, onde infallibile egli è quando solennemente definisce in materia di fede o di costume, ed i suoi decreti dommatici, essendo invariabili, non dipendono menomamente dal consenso della Chiesa.

Dopo avere in brieve presentato il disegno dell'opera, volendo per alcun tratto intertenerci in vedere ciò che principalmente nella esecuzione interessa, la novità del metodo prescelto dal ch. A. chiama tosto la nostra considerazione. E qui giova avvertire come nelle scienze filosofiche e naturali suole intervenire, che con nuovi stu

di e replicati sforzi dello umano intelletto loro si procaccino avanzamenti meravigliosi, e sempre crescenti progressi; nella scienza per opposito della religione, la quale nel suo nascere fu veramente perfetta, perchè opera divina, invano si aspetterebbono novità di principii, mentre Cristo jeri ed oggi è lo stesso, cioè immutabile giusta il detto di Paolo Apostolo (1); e nell' istessa guisa la sua dottrina, la sua religione sempre la medesima dee essere, ed ugualmente immutabile, nè puossi per simiglianza alle umane cose assegnarle il perfezionamento che essa di sua natura sfugge invariabilmente. Possiamo bensì a buon diritto, anzi in ogni guisa dobbiamo studiarci di conoscere con quali armi possano essere meglio attaccati i nemici che si voglion combattere, e quai me todi debbano preferirsi da uno scrittore di cose sacre per toccare più d'appresso il fine voluto. E questo appunto toglie il nostro A. a principale scopo, scegliendo un metodo che stimasi a'dì nostri da antiporsi a quello seguito per lo addietro nello sviluppo di tali materie (2). Egli pertanto, supposta la divinità della rivelazione in altro trattato già per lui provata, dai motivi stessi di credibilità della medesima, senza far uso delle Scritture,

(1) Nella lett. agli Ebr. c. XIII, v. 8.

(2) Nel render ragione l'A. del nuovo metodo abbracciato, avverte che quasi tutti gli scrittori, i quali lo hanno preceduto prima d'ogni altra autorità determinavano quella della s. Scrittura, dietro l'orme tracciate da Melchiorre Cano dell' O. de'PP., del quale con bello elogio scrisse il dottissimo card. Pallavicino, avere formato il trattato de'Luoghi Teologici ante omnes et supra omnes (In vind. Soc. Jes. c. 28). Non intralasciamo però d'avvertire come all'insigne teologo non isfuggì doversi ammettere l'autorità della Chiesa anteriore alla Scrittura divinamente ispirata, poichè dal magistero di quella noi siamo infallibilmente assicurati della divinità de'sacri libri (lib. 3, c. 3, de Loc. Theol.), quantunque in riguardo della dignità parli in primo luogo della s. Scrittura.

addimostra la divina origine e instituzione della Chiesa di Gesù Cristo, giusta il gran principio, che per quello stesso motivo per cui siamo cristiani siamo altresì cattolici. La stessa via egli batte onde provare l'autorità e la natura della medesima Chiesa, a cui come a giudice infallibile spetta il decidere quali sieno i libri divinamente inspirati, fissarne il canone, e determinarne il legittimo senso; come pure alla stessa appartiene lo statuire quali sieno le dommatiche tradizioni, e quant'altro si riferisce al deposito della fede.

Che questo metodo sia preferibile ad ogn' altro e sommamente commendevole, lo pruova in primo luogo la natura istessa della cosa. Conciossiachè, sebbene la parola di Dio contenuta nelle sacre carte debba per dignità antiporsi alla Chiesa, avendo però voluto Iddio stabilire questa Chiesa, e poi consegnarle il deposito de'suoi oracoli acciò ne fosse custode ed interprete, fa d'uopo fissare dapprima la di lei autorità, sicchè ne conseguiti con certezza il valore delle Scritture. Difatto ne' libri santi della nuova Alleanza leggiamo scritto tuttochè era stato fatto nella istituzione e nel dare la forma alla Chiesa, la cui autorità per ciò stesso si offre la prima ad essere determinata.

Una pari deduzione ci somministra il rammentare, dalla maleaugurata epoca nella quale nacque la riforma protestante, non aver mai rifinito gli eretici di opporre il cotanto vantato circolo vizioso in che dicevano esserci noi raggirati, dimostrando coll'autorità della Scrittura quella della Chiesa, laddove a questa faceva d'uopo ricorrere a confermare la divinità di quella; difficoltà mai sempre ribattuta per modo da non lasciar dubbio di sua forza; pure tolta di mezzo, fa venir meno un motivo di quistioni che in menti non dirette alla cognizione della verità sempre può avere alcun influsso. Ma col suddivisato metodo forza è che svanisca cessando ogni occa

« ÖncekiDevam »