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Praelectiones Theologicae, quas in Collegio Romano S. J. habebat Joannes Perrone e S. J. in eod. Coll. Theol. prof. Vol. VIII, pars 1. (secundae editionis vol. II, pars 1) quae continet Tractatus de Locis Theologicis Partem primam. - Romae, typis Collegii Urbani, 1841. In-8 gr. di pag. VII-564.

Le Prelezioni Teologiche cui in parecchi anni a som

mo vantaggio de'cultori delle scienze sacre ha pubblicate il chiarissimo P. Giovanni Perrone della Compagnia di Gesù, professore di sacra Teologia nel Liceo Gregoriano, siccome periodicamente abbiamo annunziato in questi Annali, giungono di presente al desiderato compimento col trattato de' Luoghi Teologici. Ella è forse questa parte di tutta l'opera la più importante e la più necessaria a conoscersi, dacchè ad essa precipuamente si riferiscono gli errori e le dottrine che si riproducono a nostri di, e prendono nuova giovinezza quantunque contino lunga età, od affatto sconosciute insorgono tentando di abbattere la sovrumana fermezza dell'unica vera Religione. Il perchè non possiamo non rilevare tosto la saggezza dell'egregio A. il quale, se nello esporre i singoli dommi ha adoperato ogni studio onde colla forza degli argomenti e colla evidenza delle conchiusioni ap

parisce ben dimostrato il suo argomento, in questo traltato, di che facciamo parola, per singolar maniera ha voluto ridurre a perfezione il propostosi lavoro. Stabilisce egli una triplice divisione di tutto il suo trattato, disegnando parlare nella prima parte di quanto si spetta alla Chiesa, nella seconda della sacra Scrittura e della tradizione, finalmente nella terza di ciò che si riferisce all'analogia tra la fede e la ragione. Prendiamo qui a disamina la prima parte, che sola abbiamo nelle mani, nella quale intende tutta svolgere e considerare, sotto qualsivoglia rapporto, la dottrina che risguarda la Chiesa di G. C.

Determinato il suo assunto primamente parla dell'origine della Chiesa, e dimostra che la è stata fondata pria che esistesse alcuna parola scritta del Testamento novello. Discendendo dapoi ad indagarne la natura e la forma, con bellissimo artifizio stabilisce tutto il piano delle sue discussioni da ravvisarle collegate col più stretto ordine l'una all'altra, e quasi succedentisi per natural deduzione, e servesi all'uopo della similitudine addotta da Moehler (1) (rettificata però e ridotta a suoi giusti termini dal nostro A.), il quale nella Chiesa riconosce una continuazione dell' incarnazione del Verbo, quasi che abbia voluto Cristo Dio ed Uomo lasciare in quella una simiglianza di se, e per tal guisa, dopo la sua ascesa al cielo, ove Egli andò a preparare il luogo della nostra felicità, vivere tuttora fra noi qui sulla terra (2).

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(1) Symbolique tom. II, ch. V, § XXXVI. et seq. (2) Questa similitudine ha incontrato i suoi oppositori, ma resta saggiamente dichiarata dal dotto nostro A. che la dimostra dedotta dall' autorità dalla s. Scrittura, de' ss. Padri. (Part. 1, c. 2, num. 44). Ed a conferma della precisione di tal confronto in quanto lo porta la sua natura di similitudine) potrebbe osservarsi, che se i filosofi nella conservazione di tutte le cose dell'ordine fisico riconoscono come una continuata crea

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