Ch' io vidi quel, che mi venne a ferire : E miran dentro la propietate Stando a veder senza altra volontate; Amor, che pare uscir di claritate: Poi mostro che la mia non fu arditanza Non ch' io rischiassi il cor nella veduta : Posso dir, che è venuta E sparto Negli occhi miei drittamente pietanza; Perchè 'l soccorso suo non ha possanza : Questa pietà vien come vuol natura; Poi dimostra in figura lo cor tristo P Che ragion tegna di colui, che more E gentil alma, dove Amor si pone : No' sbigottir nella tua openïone; e cortesia : Dunque ti metti in via chiara, e palese ; XXIX. Io non pensava, che lo cor giammai Alla battaglia, ove Madonna è stata ; Ruppe tutti i miei spiriti a fuggire.. Di questa Donna non si può contare ; Che di tante bellezze adorna viene Che mente di quaggiù non la sostene, ch' a lei dimostro : Per gli occhi fiere la sua claritate Dice non guardi me questa pietate; E non se n'è Madonna ancora accorta Io trovo me di sì poca salute Ch' io non ardisco di star nel pensier Mi sbigottisce sì che sofferire Non puote 'l cor, sentendola venire ; Una saetta acula, Ch' ha passato il tuo core e 'l mio diviso: Amor tu sai allora ch' io ti dissi; Per forza converrà che tu morissi Canzon tu sai che dei labbri d' Amore Io ti sembrai, quando Madonna vidi : Però ti piaccia, che di te mi fidi; Che vadi in guisa a lei, ch' ella t' ascolti: E vanno soli senza compagnia D' un che si more sbigottitamente. L'alta speranza, XXX. che mi reca Amore D'una Donna gentil, ch' io ho veduta, E fálla rallegrare entro lo core; Perchè si face, a quel ch' ell' era, strana; E conta novitate Come venisse di parte lontana; Che quella Donna piena d' umiltate E posa nella braccia di pietate. Escon tali e sospir d' esta novella Ch' io mi sto solo, perch' altri non gli oda: Entendo Amor, come la Donna loda, Che mi fa viver sotto la sua stella : Dice 'i dolce Signor questa salute Voglio chiamar laudando Per ogni nome di gentil vertute; Che propiamente tutte ella adornando Sono in essa cresciute; Che bona invidia si vanno adastando. Non può dir, nè saver quel ch'assimiglia, Se non chi sta nel ciel, ch'è di lassuso : Perch' esser non ne può già core astiuso; Che non dà invidia quel, ch' è meraviglia: Lo quale vizio regna, ove è paraggio : Ma questa è senza pare ; E non sò esempio dar quanto ella è maggio : E non vi lassa alcun difetto stare. Tant' è la sua vertute e la valenza Ched ella fa meravigliar lo sole; E per gradire a Dio in ciò, ch' ei vole. Quanto la de' più onorar la gente? El ciel piove dolcezza Io sto com' uom, ch' ascolta, e pur disia Ch' io son di quella, ch' è tutta gentile : Che d ogni cosa tragge lo verace. Sta nella mente mia com' io la vidi Che solo per veder tutto 'l suo affetto |