Fa a Ragione, ed a Virtù soverchio
Contra questi peccati abbiam Fortezza Che sono scritti in questo poco inchiostro ; Per andar poi, dov'è somma allegrezza.
Io dico per entrar dentro al bel chiostro Dobbiamo far a Dio preghiere assai : La prima è l'orazion del Pater nostro. O Padre nostro, che ne' Cieli stai Santificato sia sempre il tuo nome; E laude, e grazia di ciò che ci fai. Avvenga il regno tuo, siccome pone Questa orazion: tua volontà si faccia, Siccome in Cielo in Terra in unïone
Padre da oggi a noi pane, e ti piaccia, Che ne perdoni gli peccati nostri : Nè cosa noi facciam, che ti dispiaccia. E che noi perdoniam tu ti dimostri Esempio a noi per la tua gran virtute; Onde dal rio Nemico ognun si schiostri. Divino Padre, pien d'ogni salute Ancor ci guarda dalla tentazione Dell' infernal Nemico, e sue ferute . Si che a te facciamo orazione
Che meritiam tua grazia e 'l regno vostro A posseder vegniam con divozione.
Preghiamti, Re di gloria, e Signor nostro, Che tu ci guardi da dolore e fitto
La mente abbiamo in te, col volto prostro La Vergin benedetta quì a diritto
Laudiamo e benedimo, anzi che fine Aggiunga a quelle, che è di sopra scritto. E lei preghiam, ch' alle grazie divine Si ne conduca co' suoi santi preghi E scampi noi dall' eternal ruine.
E tutti quei, che del peccar son cieghi, Allumi
e scioglia per sua cortesia ;
E dai lacci infernal sì ne disleghi. Ave Regina Vergine Maria
Piena di grazia è Dio sempre teco : Sopra ogni donna benedetta sia
E benedetto il frutto, il qual io preco, Che ci guardi da mal Cristo Gesù ; E che alla nostra fin ci tiri seco . Vergine benedetta sempre tù Ora per noi a Dio, che ci perdoni ; E che a viver ci día sì ben quà giù Che a nostra fin Paradiso ci doni.
Le poesie di questo Poeta sono state tratte dalle Opere di Dante Alighieri. Venezia 1758. Zatta v. 4.
ciascuna alma presa, e gentil core
Ahi faulx ris per qe trai haves
Ai lasso! ch' io credea trovar pietate Al poco giorno, ed al gran cerchio d'ombra Amor che muovi tua vertù dal cielo
Amor, che nella mente mi ragiona
Amor, da che convien pur, ch' io mi do
Amore el cor gentil sono una cosa Amor tu vedi ben che questa Donna
Ballata io vo' che tu ti ritruovi Amore. 39. Beati quelli, a chi son perdonati Ben dico certo che non è riparo
Cavalcando l' altrier per un cammino Chi guarderà già mai senza paura Chi nella pelle d' un monton fasciasse Ciò, che m' incontra nella mente Color d' amore e di pietà sembianti Con l'altre donne mia vista gabbate Così nel mio parlar voglio esser aspro
Da che ti piace, Amore ch' io ritorni Dagli occhi belli di questa mia Dama Da quella luce chel suo corso gira Dagli occhi della mia Donna si muove. Dallo profondo chiamo a te, Signore
Deh! nuvoletta, che 'n ombra d' Amore Deh! pellegrini, che pensosi andate Di donne io vidi una gentile schiera. Doglia mi reca nello core ardire . Donna pietosa, e di novella etade Donne,
che avete intelletto d' Amore Donne io non so di che mi prieghi Amore
E' m' incresce di me sì malamente E' non è legno di sì forti nocchi. Era venuta nella mente mia.
Gentil pensiero, che parla di vui. Giovene Donna dentro al cor mi siede Gli occhi dolenti per pietà del core Guido vorrei, che tu, e Lappo, ed io.
Io maledico il dì ch' io vidi in pria Io mi credea del tutto esser partito Io miro i crespi, e gli biondi capegli Io mi senti' svegliar dentro del core. Io mi son pargoletta bella, e nova Io non domando, Amore
Io non pensava, che lo cor giammai Io scrissi già d' Amor più volte rime lo sento si d' Amor la gran possanza Io son sì vago della bella luce
La bella stella che 'l tempo misura La dispietata mente, che pur mira. E alta speranza,
L'amaro lacrimar, che voi faceste .
L' Amor, che mosse già l' Eterno Padre. 120. Lasso! per forza de' molti sospiri Le dolci rime d' Amor ch' io solia. Lo fin piacer di quello adorno viso . L'uom, che conosce, è degno ch aggia ardire 112.
Madonne deh! vedeste voi l' altrieri
, questa pulzelletta . Molti volendo dir, che fusse Amore. Morte, poi ch' io non truovo a chi mi do
Morte villana e di pietà nemica
N gli occhi porta la mia Donna Amore Nelle man vostre o dolce Donna mia. Non canoscendo amico vostro nomo. Non accorgete voi d'un, che si smuore.
O dolci rime che parlando andate Oimè lasso! quelle trecce bionde. Oltre la spera, che più larga gira
O Madre di virtute luce eterna Onde venite voi così pensose? . O Signor mio, o Padre di concordia che 'l Cielo, e 'l Mondo puoi com-
O tu che sprezzi la nona figura
O voi, che per la via d' Amor passate.
Per quella via, che la bellezza corre Piangete, Amanti, poichè piange Amore
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