XXI. .. Qualunque uom vuol purgar le sue peccata, S' egli n' avesse più che n' ebbe Giuda Faccia pur ch' egli si trovi una druda La quale sia d' altro uomo innamorata Se non gli crepa il cuore e la corata Mostrandosi ver lui ben forte e cruda A me sia dato d' una spada ignuda, Che pure allotta allotta sia arrotata · E stu dicessi tu come lo sai? Io ti rispondo che io l'ho provato Ch' è forse il quarto dì ch' una ne amai; La quale ha il cor d' un altro sì piagato, Chell' ha fatto trar tanti a maggior guai, Che non fa l' uom, quand' egli è vergolato ... Il pessimo XXII. el crudel odio ch' io porto Con grandissimo dritto al padre meo, Lo farà viver più che Buradeo torto; Di questo già buon dì mi sono accorto. Poi m' è detto ch' io nol debbo odiare : Ma chi sapesse bene ogni sua traccia Direbbe il cor gli dovresti mangiare. XXIII. Io ho si tristo il cor di cose cento Che cento volte il dì penso morire; Avvegna che il morir mi fora abento Ch' io non ho abento se non di dormire. E nel dormire ho tanto di tormento Che di tormento non posso guarire; Ma ben porría guarire in un momento, Se momento avessi quella, che ire Mi fa tanto dolente in fede mia, Che mia non par, che sia alcuna cosa, Altro che cosa corucciosa e ria. Ed è sì ria la mia vita dogliosa, Ch' io son doglioso a chi mi scontra in via E via non veggio, che mai aggia posa. FINE. Chi dice del suo Padre altro che onore 162. Chi non sente d' Amor o tanto > o quanto 161. Dante Alighier, Cecco tuo servo e amico. 153. Dante Alighier, s' io son buon begolardo 153. . 156. Il pessimo, el crudel odio ch' io porto. 163. Lassar non vo' lo trovar di Bichina. Meglio so cavezzar in su d' un letto. Oimè, d Amor che mi dicesti reo 164. . 155. . Qual è senza denari innamorato Se di Bichina il cor fosse diamante. . 162. 159. 161. 163. |