Perchè passato Dante a Ravenna e ricevuto con molte carezze da Guido Novello, che ivi era Signore, deliberò di abitare in quella città, nella quale essendo di età di cinquantasei anni si morì nel 1321. del mese di luglio, essendo ritornato ambasciadore da Venezia in servizio de' Signori da Polenta, i quali il suo corpo fecero porre in bella, ed onorata sepultura. Fu uomo ne' suoi costumi sommamente composto, cortese e civile, ed allorquando immergevasi nello studio era di una singolare astrazione di mente. Essendosi abbattuto in Siena a trovar nella bottega di uno speziale un libro da lui fin allora inutilmente cercato, appoggiato ad un banco si pose a leggerlo con tale attenzione, che da nona sino a vespero si stette ivi immobile, senza punto avvedersi dell' immenso strepito, che nella contigua strada menava un accompagnamento di nozze che di colà venne a passare. Scrisse la Vita nuova, la quale è una storia de' giovanili suoi amori con Beatriframmischiata a diversi componimenti, che per essa compose. Il Convivio fu lasciato imperfetto, e dovea essere il commento di quattordici canzoni di cui commentò tre solamente. Il libro de Monar chia scritto in latino in difesa delli dritti Imperiali. I libri de Vulgari Eloquentia anche in latino. La traduzione de' Salmi Penitenziali, del Simbolo Apostolico, dell' Orazione Domenicale. La Divina Commedia, distinta in tre cantiche la quale fin dal principio divenne, ed è tuttora l'oggetto dell' ammirazione di tutti li letterati . E finalmente lasciò molti Sonetti, e Canzoni soavissime e piene di concetti filosofici e teologici le quali poesie sole hanno luogo nella presente Raccolta. ce, A SONETTI. I. ciascuna alma presa, e gentil core, Già eran quasi, che atterzate l'ore Allegro mi sembrava Amor, tenendo II. Piangete, Amanti, poichè piange Amore, Udendo qual cagion lui fa plorare; Amor sente a pietà donne chiamare, Mostrando amaro duol per gli occhi fore Perchè villana morte in gentil core Ha messo il suo crudele adoperare, Guastando ciò, che al mondo è da lodare In gentil donna, fuora dello onore . Udite, quanto Amor le fece orranza ; Ch' io 'l vidi lamentare in forma vera Sovra la morta immagine avvenente; E riguardava ver lo ciel sovente, Dove l'alma gentil già locata era; Che donna fu di sì gaja sembianza. Vol. II. B III. Cavalcando l' altrier per un cammino, Nella sembianza mi parea meschino Per non veder la gente, a capo chino: IV. Tutti li miei pensier parlan d'Amore Altro sperando m' apporta dolzore; Ond' io non so da qual materia prenda; E vorrei dire, e non so, che mi dica; Così mi trovo in l'amorosa erranza : E se con tutti vo fare accordanza, Convienemi chiamar la mia nemica, Madonna la Pietà, che mi difenda.. Con l'altre donne mia vista gabbate, Che 'l fiere tra' miei spirti paurosi, Ond' io mi cangio in figura d'altrui; VI. Ciò, che m' incontra nella mente, muore Quando vegno a veder voi, bella gioja; E quand io vi son presso, sento Amore, Che dice fuggi, se'l perir t'è noja: Lo viso mostra lo color del core, Ch'è tramortendo, dovunque s'appoja: per la ebrietà del gran tremore E La pietre par, che gridin; muoja, muoja. Se l'alma sbigottita non conforta, Per la pietà, che 'l vostro gabbo occide; Lo qual si cria nella vista morta Degli occhi, ch' hanno di lor morte voglia. VH. Spesse fiate vegnommi alla mente L'oscure qualità, che Amor mi dona: E viemmene pietà sì, che sovente Io dico; lasso! avviene egli a persona? Ch' Amor m' assale subitanamente, Che la mia vita quasi m' abbandona : Campami un spirio viva solamente; E quei riman, perchè di voi ragiona: Poscia mi sforzo, che mi voglio atare; E così smorto, d'ogni valor voto Vegno a vedervi, credendo guarire : E, se io levo gli occhi per guardare Nel cor mi s' incomincia un terremoto Che fa de' polsi l'anima partire . VIII. Amore, e 'l cor gentil sono una cosa, Fagli natura, quando è amorosa, |