CXI. Si m' hai di forza e di valor distrutto, Che più non tardo Amor, ecco ch' io muojo, Che levo per te (lasso) ov' io m' appojo Del mio gravoso affanno, questo frutto. Come lusingator tu m' hai condutto Ed or mi fai come villano e crojo; Che non sai la cagion, perch' io t'annojo, Vogliendoti piacer sempre del tutto Perchè vuo' tu, Amor, che così forte CXII. ALL' ANNUNZIO DELLA MORTE DI SELVAGGIA. Deh! non mi domandar perch' io sospiri Ch' io ho testè una parola udita, E svariat ha tutti i miei desiri: Fuor della terra la mia Donna è gita; Ed ha lasciato me 'n pene, e martiri Col cuore afflitto e gli occhi l'han smarrita. Parmi sentir, che ormai la morte tiri A fine (oh lasso ) la mia grave vita. Rimaser gli occhi di lor luce oscuri Si ch' altra donna non posso mirare Ma credendogli un poco rappagare, Veder fo loro spesso gli usci e' muri Della casa, u's andaro a innamorare Di quella, che lo cor fa sospirare CXIII. Poi ched e't' è piaciuto, Amor, ch' io sia Sotto tua grande ed alta potestate, Piacciati ormai ch' io trovi pietate Nel cor gentil, che c'è la vita mia; CXIV. Lo fino Amor cortese, ch' ammaestra D' umil soffrenza ogni suo dritto servo Mi mena con la sua dolce man destra Però che 'l suo voler tutto conservo Ma per servire a lui, quella diservo Perch' io di lei veder non mi rallegri, . Ma questa pruova l'alta mia nemica 2 CXV. Giusto dolore alla morte m' invita, Ch' io veggio a mio dispetto ogn' uom giulivo, O lasso me, sopra ciascun doglioso! Ch' a ciò non vuol Amor, ch' un'ora manchi, Poichè in oscuro di stato giojoso Si mutaro i color vermigli e bianchi CXVI. Tutte le pene, Fra tutte l'altre donne al mondo è gioja. Deh! chi potria sentir d' Amor mai doglia Avendo in tanta altura il suo cor miso Ed ancor più che sò ch' è ben sua voglia; Che la beltate sol dello suo viso CXVII. Guardando voi 'n parlare, Angelica figura mi parete, ed in sembianti, Che sovra ciascun mortal contenete Che 'nnamoran ciascun, che vi sta avanti. che gli muova L' Amor, che figurate in vostra ciera, Che pur convien che pera per dolcezza Lo cor di quei, ch' han tanta sicurezza, Che sta a ristio se campi o se pera, Per voi veder sì come Amor lo trova. CXVIII. Come non è con voi a questa festa, E guardan quà, u' per lo più s'arresta; Stare tra voi, e veder lo cor mio, Or dov'è CXIX. Donne quella, 'n cui s' avvista Tanto piacer, che ancor voi fa piacenti; Poi non v' è non ci corrono le genti, Che reverenza a tutte voi acquista . Amor di ciò nello mio cor s' attrista, Che voi non la Per raffrenar di lei li maldicenti Ed io sol moro d'amorosa vista . Che sì, per Dio, e per pietà d' Amore; D'una CXX. A DANTE. Novellamente Amor mi giura, e dice: Ella sarà del mi cor beatrice . Io, ch' ho provato poi come disdice S'i levo gli occhi e' del suo colpo perde Che farò, Dante? Ch' Amor pur m' invita Ed altra parte il tremor mi disperde, Che peggio, che l' che oscur non mi sia 'l verde. |