Che talora di me pietade avesse . Sì che la mia pesanza Non paresse a costei sollazzo e gioco ; Che m' arde a poco a poco Dentro lo core senza riposanza: E venisse ancor fore Il core mio che ciascun lo vedesse. Se veder si potesse lo cor mio, Fera non è sì dura 9 Che della sua natura Fuor non uscisse a pianger sì com' io Che non val, sì fallio, Chiamar mercè sol che mi ponga cura; Si ch' ad ogn' uom paura Dovria far l'ombra mia, Che ben faria mercè chi m' uccidesse. Chi mi facesse far sol una morte Mercè faría a bene : Però che mi convene Mille volte morir ad ognor forte Lasso ch' io son d' Amor fuor d' ogni spene, E in l'amorosa corte Non credo aver consorte Vivo nè morto, di si grevi pene, Con il piacer, che viene Per strugger la mia mente Se sovente i pensier non deponesse.. Solo un pensier d' Amor mi strugge tanto Ch' io divengo men saggio, E più poter non aggio, Ne mai alla mia vita aver mi vanto In questo mondo forte è 'l mio dannaggio, E lo martiro e 'l pianto, E la pena di quanto Ho verso Dio fallito, e falleraggio Però meglio era assai Che già mai cotal uomo non nascesse . Donna, quando vi mostro Chi ho degli occhi vostri Amor furato ; Men venni al lato vostro, Che non sapeste quando in' usci' fora ; Ben è ragion, ch' io pera, Solo per questo mio folle ardimento : Che farne mostramento A voi, ch' oltre a natura sete altera. Ben son stato ozïoso Poi ch' ho seguito quanto Mostrar ver me disdegno vi piacesse, Ma se non vi calesse Destando 'l vostro cor non disdegnoso, E dentro mi conquide Sovente mi faria tragger più guai E 'n tal guisa il mio cor ( lasso) divide Donna mia • unque mai Così fatto giudizio non si vide Mover non si convien contro sì basso; Ch' a finir mia gravezza Fo con la morte volentier battaglia ; Piacciavi perdonar, Non per ragion, ma vincavi pietanza; Usa nel tempo ch' ei può gastigare . Quand io pur veggio E apparisce l'ombra IV. che sen vola 'l sole Per cui non spero più la dolce vista, Quel raggio, che la sgombra D' ogni martiro, che lontano acquista ; La mente ove si chiude il bel desio Piangendo ha di sospiri una battaglia E dura insino alla seconda sfera . Col giorno che risquote lo mio core, Dagli occhi il don, che fa contento Amore Sol con la vista, e prendane allegrezza Non mi par esser con ragion biasmato. E quel per gli occhi innamorati viene; Dali una all' altra luce Che nel cor passa, e poi diventa spene; Chi gli ochi, quando amanza dentro è chiusa, Fu come quei, che dentro arde Debbesi usar degli occhi la vertude e la porta Vanne Canzone mia di gente in gente, Tanto che la più gentil Donna trovi che suoi nuovi E prega, Quando, per aver vita, guardan lei V. Io non posso celar il mio dolore Perch' esser mi convien di for dolente Com'è l'anima dentro allo suo core ; E mi si pose davanti la mente Con quei pensier, che poi vi dormir poco, Ma pur sovente mi rinforza 'l foco, Parlando del dolor, del qual son nati Quelli miei sconsolati Sospiri, che per lor grand abbondanza Vincon la mia possanza, Venendo con tremor tosto di fore Ch' io debbo in sin ch' avrò vita, soffrire. Morte, ch' i veggio là ovunque giro, Che seco se ne vuol l' anima gire, Ch aggia virtù di consolarlo mai, Vidi mia Donna che pietade ancise trovo sconfitta La mia virtù che non ha alcun sostegno Novo color per la mia faccia oscura Entra e per gli occhi miei lagrime gitta, |