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L'alma chiede passar nell' altrui regno,
Lasso ! che spesso veggendo divegno
Per simiglianza in figura d' uom morto
Piangendo quel conforto,

Ch' io veggio nella morte solamente
Ch' ancor naturalmente

Per la ragion mi dolesse 'l morire
Pareami 'n quel dolor gioja sentire.
Quando la mente talor si rifida
Entra Madonna nelli pensier miei
Ch'immantenente sospiri si fanno ;
Svegliasi Amore e ad alta voce grida :
Fuggite, spirti miei ecco colei

Per cui martir le vostre membra aranno
Onde con gran spavento fuor ne vanno
Chi udisse un di que', che campa poi,
Contar i dolor suoi "

Ch' ei riman vivo senza compagnia,
Certo già non saría

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Tanto crudel, che non piangesse allora,
In quanto sono umana creatora

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Canzone, io t'ho di lagrime assemplata,
E scritta nella trist' anima mia,

Che seco nella mente te n' andrai ;
Quivi starai soletta e scompagnata,
E fuggirai donde sollazzo sia
Secondo le parole, che tu hai
Se gentil cor ti legge, il pregherai
Che a quella Donna, per lo cui valore

M' ha si disfatto Amore,

Ti meni con fidanza, che t' intenda,
E che 'l dir non offenda;

Tu vedrai solo al nome, s' a lei piace,
che al miser mio cor guerra face

A lei

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Da che ti piace, Amore Nell' usarpato oltraggio

Dell' orgogliosa e bella

ch' io ritorni

, quanto sai

Allumale lo cor sì che s' adorni
"
Dell' amoroso raggio

A non gradir ch' io sempre traggia guai,
E se prima intendrai

La nuova pace? e la mia fiamma forte,
E'l sdegno, che mi cruciava a torto,
E la cagion per cui chedeva morte

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Sara' iv' in tutt' accorto :
Poscia se tu m' uccidi ed haine voglia,
Morrò sfogato, e fiemene men doglia.
Tu conosci, Signore, assai di certo
Che mi creasti atto

A servirti ma non er io ancor morso

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Quando di sotto 'l ciel vidi scoperto
Lo volto, ond io son catto

Di che gli spiritelli ferno corso
Ver Madonna a destrorso,

Quella leggiadra, che sopra vertule,
E vaga di beltate di se stessa
Mostra ponerli subito a salute :
Allor fidansi ad essa,

E poi, che furon stretti nel suo manto
La dolce pace li converse in pianto

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Io che pur sentía costor dolersi, Come l'affetto mena,

Molte fiate corsi avanti lei;

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L'anima che per ver dovea tenersi,
Mi porse alquanto lena

Ch' io mirai fiso gli occhi di costei:

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Tu ricordar ten dei,

Che mi chiamasti col viso soave,

Ond' io sperai allento al maggior carco
E tosto che ver me strinse la chiave

Con benigno ramarco

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Mi compiugneva, e in atto sì pietoso
Ch' al tormento m' infiammo più giojoso .
Per la vista gentil, chiara e vezzosa
Venni fedel soggetto

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Ed aggrudiami ciascun suo contegno,
Gloriandomi servir sì genti: cosa:
Ogni summo diletto

Posposi per guardar nel chiaro segno,
Si, ma quel crudo sdegno

Per consumarmi ciò che ne fu manco
Coperse l'umiltà del nobil viso,
Onde discese lo quadrel nel fianco,
Che vivo m' ave occiso "

Ed ella si godea vedermi in pene,
Sol per provar se da te valor viene .

I' così lasso innamorato e stracco
Desiderava morte,

Quasi per campo diverso martiro

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Che 'l'pianto m' avea già sì rotto e fiacco, Oltr' all' umana sorte "

Ch' io mi credea ultim' ogni sospiro:

Per l'ardente desiro

Tanto poi mi costrinse a sofferire,
Che per l'angoscia tramoriitti in terra,
E nella fantasía odïami dire,

Che di cotesta guerra

Ben converría, ch' io ne perisse ancora
Si ch' io dottava amar per gran paora.
Signor, già tu m' ha' intesa

Vol. II,

L 1

La vita, ch' io sostenni teco stando;
Non ch' io ti conti questa per difesa
Anzi tobedirò nel tuo comando
Ma se di tale impresa

Rimarrò morto, e che tu m' abbandoni
Per Dio li prego,

almeno a lei perdoni .

VII.

Non che 'n presenza della vista umana Fosse, Madonna Madonna, la beltà, ch'è in vui, Già mai non venne pur all' udienza " E quanto possa mostrar conoscenza, Così meravigliando tragge altrui Ch' ogn' altra cosa ne rassembra vana, Queste bellezze nuove e sì piacenti, Vi tengon gli occhi pien di signoria ; Onde convien che sia

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Ogni vertù degli altri a lor soggetta,
Si sono sopra l'anima possenti,
Per uno spiritel, che se ne cria,
Lo qual fedio la mia

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Guardando in guisa di mortal saetta.
Tutta si fece loda ver di Dio

Benigno consiglier della natura,
Donandovi in quell' or la sua vertute
Quando compose di tanta salute
La vostra gentilissima figura,
Si come io credo per un suo desio
Ch' altra ragion non se ne puote avere
Che voi fuggite innanzi all' intelletto .
Ahi giojoso diletto !

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Quel sol, che døgno ne vede lo cielo
Noi degnamente nol possiam vedere ;

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Però, Madonna,io Lo mio corale affetto

che ne son distretto

A voi medesma, per vergogna, celo.
La mia forte e, corale innamoranza,
Vi celo com' uom tutto vergognoso,
Ch anzi, che dica suo difetto

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" more;

Se non ch' io chiamo tra me stesso Amore
Che 'n vostra altezza ponga 'l cor pietoso,
E facciale veder la mia pesanza,

quando pietate chiama
e non mi sdegni

Si che ver me "
Vostra umiltà risponda
Perchè poi non convegni

Esser giojoso

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onde mia vita dole 9 A simiglianza del Signor, che v' ama Che, sì come alli degni,

A tutti gli altri fa nascere il sole .

VIII.

Quando potrò io dir dolce mio Dio Per la tua gran virtute

Or m' hai tu posto d' ogni guerra in paca Lasso che gli occhi miei, io disio Vegghin quella salute,

Che dopo affanno riposar ne face.

Quando potrò io dir, Signor verace;
Or m' hai tu tratto d' ogni scuritate;
Or liberato son d' ogni martiro;
Però ch' io veggio e miro

Quella, ch'è Dea d' ogni gentil beltate
E m' empie tutto di suavitate.

Increscati oggi mai, Signor possente,
Che l'alto ciel distringi

Della battaglia de' sospir, ch' io porto,

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