L'alma chiede passar nell' altrui regno, Ch' io veggio nella morte solamente Per la ragion mi dolesse 'l morire Per cui martir le vostre membra aranno Ch' ei riman vivo senza compagnia, Tanto crudel, che non piangesse allora, Canzone, io t'ho di lagrime assemplata, Che seco nella mente te n' andrai ; M' ha si disfatto Amore, Ti meni con fidanza, che t' intenda, Tu vedrai solo al nome, s' a lei piace, A lei 265 Da che ti piace, Amore Nell' usarpato oltraggio Dell' orgogliosa e bella ch' io ritorni , quanto sai Allumale lo cor sì che s' adorni A non gradir ch' io sempre traggia guai, La nuova pace? e la mia fiamma forte, Sara' iv' in tutt' accorto : A servirti ma non er io ancor morso Quando di sotto 'l ciel vidi scoperto Di che gli spiritelli ferno corso Quella leggiadra, che sopra vertule, E poi, che furon stretti nel suo manto Io che pur sentía costor dolersi, Come l'affetto mena, Molte fiate corsi avanti lei; L'anima che per ver dovea tenersi, Ch' io mirai fiso gli occhi di costei: Tu ricordar ten dei, Che mi chiamasti col viso soave, Ond' io sperai allento al maggior carco Con benigno ramarco Mi compiugneva, e in atto sì pietoso Ed aggrudiami ciascun suo contegno, Posposi per guardar nel chiaro segno, Per consumarmi ciò che ne fu manco Ed ella si godea vedermi in pene, I' così lasso innamorato e stracco Quasi per campo diverso martiro Che 'l'pianto m' avea già sì rotto e fiacco, Oltr' all' umana sorte " Ch' io mi credea ultim' ogni sospiro: Per l'ardente desiro Tanto poi mi costrinse a sofferire, Che di cotesta guerra Ben converría, ch' io ne perisse ancora Vol. II, L 1 La vita, ch' io sostenni teco stando; Rimarrò morto, e che tu m' abbandoni almeno a lei perdoni . VII. Non che 'n presenza della vista umana Fosse, Madonna Madonna, la beltà, ch'è in vui, Già mai non venne pur all' udienza " E quanto possa mostrar conoscenza, Così meravigliando tragge altrui Ch' ogn' altra cosa ne rassembra vana, Queste bellezze nuove e sì piacenti, Vi tengon gli occhi pien di signoria ; Onde convien che sia Ogni vertù degli altri a lor soggetta, Guardando in guisa di mortal saetta. Benigno consiglier della natura, Quel sol, che døgno ne vede lo cielo Però, Madonna,io Lo mio corale affetto che ne son distretto A voi medesma, per vergogna, celo. " more; Se non ch' io chiamo tra me stesso Amore quando pietate chiama Si che ver me " Esser giojoso onde mia vita dole 9 A simiglianza del Signor, che v' ama Che, sì come alli degni, A tutti gli altri fa nascere il sole . VIII. Quando potrò io dir dolce mio Dio Per la tua gran virtute Or m' hai tu posto d' ogni guerra in paca Lasso che gli occhi miei, io disio Vegghin quella salute, Che dopo affanno riposar ne face. Quando potrò io dir, Signor verace; Quella, ch'è Dea d' ogni gentil beltate Increscati oggi mai, Signor possente, Della battaglia de' sospir, ch' io porto, |