Che preghi Dio, che mi faccia finire; Di me porría dire Ch' io fui d' Amor sin da giovane etade Per non veder mia Donna morto fosse, Direi a quei, che sono innamorati Desta vita passati Laudando il gran piacer, ch' Amor mi mosse E crederemmi solamente fare Ogn' anima di ciò maravigliare . XVIII. Si mi distringe Amore Mortalemente in ciascun membro o lassó ? Che sospirar non lasso Nè altro già non so dicer, nè fare. Il corpo piange il core, Ch' è dipartito, e dato gli ha consorte In loco di se morte Cioè d' Amor, che 'l fa per morto stare Se la vostra figura sol mercede Donna 'n cui è 'l viver mio : Così m' ajuti Dio, Che già per altro a voi non pongo cura. Sempre con fede pura Sollievo gli occhi miei ch' arrecan vita Alla mia ammortita Persona lassa quando voi non vede. Donna, se a vedervi mi rattegno, S' io vo' campar di morte e vita avere Poichè vi son per avventura giunto, Del loco là u' posso voi vedere Ov è lo mio piacere : Non sol me rattenere Ma pur venir là, 'v' è vostra persona Mettendomi pertanto al disperare A si forte martíre . Dio, Donna abbellire Non vide sì la passione mia, E star ver voi vorría Ch' a tutto 'l mondo siete santa e buona. Ma sol io, che sorpreso M' ha tant', oltr' a pensare, Amor di vui Ch' io v amo più d' altrui, E bramo voi veder per mia salute; Ma ciascun altro inteso È al talento suo; onde coralemente Tien miracol la gente Veder voi cosa di sovra virtude Più che natura puote; Che mai non fur vedute Così nuove bellezze in donna adorna, Com' io credo di piana, Velesse Dio fra gli angioli più bella, E 'n far cosa novella Prender vi fece condizione umana : E gentil creatura, che lo mondo Sol, che tra noi vostra cera soggiorna . Ched e' però vi fe' maravigliosa Sovra piacente cosa, Che l'uom lodasse lui nel vostro avviso : A ciò vi diè beltate " Che voi mostraste sua somma potenza 2 Esser già non vi dee s'io guardo fiso Vostro mirabil viso, Che m' ave il cor diviso E che m' alleggia ogni gravosa pena Perchè antidesse alcun vostro bellore Naturalmente se voi non vegg' io Lo star senza veder la vostra cera Mia vigorosa spera, Ch' a vita e morte sovente mi mena Anzi foss' io che dispiacervi tanto, Non concedesse a me servo leale. Uomo son fuor conforto : Tant' è l'anima mia smarrita omai Che non fina trar guai Si la tempesta tempo fortunale. Già son venuto a tale Per soverchio di male Che ogn' uom mi mira per iscontraffatto. Merito n' averete da ciò certo Vi prenda, per mercè, di mene un poco : Ch' io prenda ardir, che sto ver ciascun quatto. XIX. Cuori gentili, e serventi d' Amore Io dico d' Amor, ch' in grave affanno Della sua fede, come i fedei sanno ; Si, che la vita mia finirà tosto, Così m' halasso ) Amor fra pene posto, Portuto ho sempre di piatanza vesta, E stato sono d' umiltà guernito In ver lo grande orgoglio, ch' assalito |