si stampano in questa Raccolta. Pucciarello da Fiorenza è dall' Editore Fiorentino collocato nel 1260, e dalla sua Raccolta si son cavate le rime quì poste. Vol. II. 3 ALBERTUCCIO DELLA VIOLA. I. Selvaggio più che fera Or sono addiventato, E obbliato m' hae la mia intendanza Là 'nde allegranza mai non penso avere . Bene m'ha in oblianza Quella, laonde io n' ho gioja Più di null' altro amante al mio parere . La mia dolce intendanza Ch' al cor m' ha messo noja Pensando che non la posso vedere . Anzi sento la morte Che così forte mi vuol soperchiare; Ch' io non aggio riposo ? E giorno e notte ne sto dubitoso . E lo mio cor sì oso Ch' io gisse, e non fosse päuroso, Allo viso amʊroso A chererli mercene; A quella, che mi tene in sua balia ; Va, Ballata amorosa; Salutala ad ogni ora Quella, che delle donne par la stella Alla più dilettosa Che in Siena fa dimora : Dalla mia parte dille esta novella_; E a lei si m' appella; E di Che tutto gioco e riso m' è falluto : II. MESS» La dolce innamoranza Di voi, mia Donna, non posso celare. Alquanto di mia gio' per abundanza. Che fora in me perduto, ed a ragione. Non dimostrasse l'amoroso stato Con voi mia Donna, di tutta onoranza . MAD. Gentil mio Sir, lo parlare amoros Di voi in allegrezza mi mantiene Ch' io dir non lo porria, ben lo sacciate. Perchè dello mio amor siete giojoso Di ciò grande allegrezza e gioi' mi viene; E altra cosa n' aggio in volontate For del vostro piacere . Tuttora fate la vostra volenza : Voi di celar la nostra disïanza. III. Alla danza la vidi danzare, Giudeo pessimo e reo Se il Deo dell' Amore Non mi conduce con voi, Amor mio Non ne camp' io: omè, donn' e signore Quante pene mi facea durare Sir Iddio, non l'avess' io mai veduta Nè conosciuta danzare alla danza ; E al cor m' ha data mortale feruta, E sì aguta, non credo campare, Se lo suo dolce amore non m' ajuta. Alla postuta stonne in dubitanza Si che appena men credo campare Vestuť era d' un drappa di Soria La Donna mia, e stavale bene . Rallegrava la gente tuttavia Che la vedia, traea lor di pene ; E mi ha data tanta signoria Che 'n quella dia solazzo nè bene 'Nanti foco ardente mi pare . Tutti gli allegrava l'avvenente Rosa aulente cotanto sapia, E me non riguardava di nëente O me dolente, sì com' far solia. Mas' ella lo facesse accortamente Certanamente ben m' ancideria Ed io più vivo non vorria stare. |