A BERNARDO DA BOLOGNA. A M. GUIDO CAVALCANTI . quella amorosetta foresella Passò sì il core la vostra salute Ond' io la dimandai, perchè Pinella? come La conoscenza di me da te l'ave ? Si tosto come il vidi, seppi il nome, GUIDO ORLANDI . 1. T roppo servir tien danno ispessamente, Ed amar fuor misura è gran follore E non de l'uom gradire un convenente Tanto che se ne penta nel suo core Ma sempre de' servir nella sua mente Di non laudar lo frutto per lo fiore; Che visto abbiam che può esser fallente, Per freddo, che sormonti che sormonti, o per calore. Avvegna ch' io non saccia perchè 'n falle Vol. II. Ꮓ Ꮓ Mi sia tornato il fior, ch' io adorai Per troppa sottiglianza il fil si rompe E qual non pare ben diritto lo scompe,. Traballa spesso non loquendo intero 食 Ch' Amor sincero non piange nè ride ; In ciò conduce spesso uomo, o E tu 'l feristi, e nolli per la sema; Dal mio balestro guarda, ed aggi tema. III. Poi ch' aggio udito dir dell' uom selvaggio, Che ride e mena gio' dello turbato Tempo; che l'air freddo in suo coraggio. che torni in dilettoso stato. Pensa, Li Per la buona speranza lo dannaggio Si come fosse il bel tempo di Maggio spesso Pensando Amico saccio ben che sai limare Che vai dicendo intra la savia gente, Faresti Amore piangere in tuo stato. Non credo poi non vede; e quest' è piano E ben di'l ver, che non si porta in mano Anzi per passion punge la mente Dell' иото ch' ama, e non si trova amato . Io per lung' uso disusai lo primo Amor carnale " e non tangio nel limo . VI. A GUIDO CAVALCANTI . A suon di trombe innanzi che di corno Ver la giojosa, girle poi d' intorno Z z A sua difesa non cherendo giostra Per quella di cui spesso mi sovviene Ch' allo suo Sire sempre stea leale; Servando in se l'onor, come s' avviene Viva con Dio che ne sostiene ed ale Nè mai da lui non faccia dipartenza . VIII. AL MEDESIMO. Onde si muove, e donde nasce Amore ? Qual è suo proprio luogo, ov' ei dimora ? E e' sustanzia, accidente o memora ? E cagion d'occhi è voler di cuore ? Da che procede suo stato o furore? Come fuoco si sente che divora? Di che si nutre ? domand' io ancora, Come e quando e di cui si fa signore? Che cosa è dico Amore? ha e' figura ?· Ha per se forma ? o pur somiglia altrui ? E vita questo Amore Chi 'l serve, o vero è morte ? Io ne dimando voi, Guido, di lui; IX. A DANTE DA MAJANO Al motto diredan prima ragione Diraggio mio parere alla 'ncomenza In te di ciò, che 'l tuo cor vano penza Del dono e del vestito riprensione Dicer non dico pensa chi t' appella: SONETTO DOPPIO. |