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Così dimostra Amor buon sia fedele,
Poi nulla pena tal è che mi senta
Che non m' allegri quanto bene avesse ;
Vertù di voi è che l'asperge e dele
Che mia soffrenza non steria contenta
Che non languisse > se pene tenesse .

III.

Uno piacere dal core si move
E di vedere gli occhi lo sentenza
E nascene un pensiero, che rimove
In molte guise il core dall' intenza,

Tanto lo bene, che se ne commove
In giudicar lo cor non ha potenza,
Che d' Amore feruto è di me dove
Dentro dal corpo ov'è la conoscenza
Però nullo mi val conoscimento
Poi ch'è feruto sì crudelemente
Di quello foco, ch' arde e non si spegne
Dunque lo core è sempre giudicato
Dagli occhi, che gli mostrano il piacere,
Onde lo mena e lo tiene e distregne.

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Fff

A

NOTIZIE STORICHE D' ALCUNI POETI

DEL SECOLO XIII.

lesso Donati fu Fiorentino e fiorì nel primo secolo della nostra poesia, al dir del Crescimbeni. Alcune sue rime si trovano nella Chigiana in Roma al cod. 580. e dalli suoi Commentarj della Volgar Poesia è tratto il sonetto, che di questo rimatore ritrovasi.

Bartolomeo Notajo da Lucca visse nel secolo

XIII. e fu coetaneo di Bonodico altro Notajo della istessa città. L' Edizione Fiorentina ci dà il sonetto di questo antico poeta.

Bonodico Notajo da Lucca visse al tempo

del precedente, e l' Editore Fiorentino ci fornisce ugualmente le rime di questo antico rimatore.

Geri Giannini Pisano poeta antico del primo se

colo fu contemporaneo di Natuccio d' Anquino, a cui rispose con varj sonetti, che dall' Editore Fiorentino sono stati raccolti, e da cui sono stati cavati .

Gonnella degli Interminelli fiorì a' tempi di Bo

nagiunta Urbiciani, e di Bonodico Notajo, ma siccome non si ha altra notizia di lui, si è posto tra li Rimatori, che vissero nel secolo XIII. Dall' Edizione Fiorentina si sono tratte le rime qui collocate.

ALESSO DONATI.

Venite a pianger meco, o cor pietosi,

Sopra la bella giovane caduta
Della mortal feruta;

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Pregando Dio, che seco la riposi
Venite a pianger meco dolorosi
A biasimar la morte ond' è peruta,
Movendo lingua acuta

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Ferir ne' suoi i feri occhi invidiosi .
Venite a pianger la somma virtute,
Con l'alta nobiltate

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Con l'onestà, che 'n questo corpo visse. E poi guardate alle mie gran ferute, Pensando proprietate

Se 'l suo morir punto il mio cor trafisse

V

BARTOLOMEO DA LUCCA.

A BONODICO

ostro saver provato m' è mistieri, Po' i' mi so' in tutta dubitanza

Di dui amanti molto piacenteri,

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Ch' aman di fino core un' alta amanza:
Luno ha baldezza e mostra volentieri
Ciò che gli avvien per lui con arditanza :
L'altro è dottoso e biasma li parlieri,
Ch' alla sua donna contan lor pesanza :
A cui deggia donar suo intendimento
La gentil donna che di ciò è saggia ?
Ch' io nond' ho conoscenza in veritate :

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