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Allor sente la frale anima mia

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Tanta dolcezza che 'l viso ne smuore :
Poi prende Amore in me tanta vertute
Che fa gli spirti miei andar parlando;
Ed escon fuor chiamando

La Donna mia, per darmi più salute:
Questo m' avviene , ovunque ella mi vede :·
E si è cosa umil, che non si crede.

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IV.

Gli occhi dolenti per pietà del core
Hanno di lacrimar sofferta pena,
Sicchè per vinti son rimasi omai :
Ora s' io voglio sfogare il dolore
Ch' a poco a poco alla morte mi mena
Convienmi di parlar, traendo guai :
E perchè 'l mi ricorda, ch' io parlai
Della mia Donna mentre che vivia
Donne gentili, volentier con vui;
Non vo parlare altrui

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Se non a cor gentil, che 'n donna sia:
E dicerò di lei piangendo pui,

Che se n'è ita in ciel subitamente ;
Ed ha lasciato Amor meco dolente

Ia n'è Beatrice in l'alto cielo "

Nel reame , ove gli Angeli hanno pace,
E sta con loro; e voi, donne ha lasciate.
Non la ci tolse qualità di gielo,

Nè di calor, siccome l' altre face;
Ma sola fu sua gran benignitate
Che luce della sua umilitate .
Passò li cieli con tanta vertute
Che fè maravigliar lo eterno Sire;

Sicchè dolce desire

Lo giunse di chiamar tanta salute;
E fella di quaggiuso a se venire;
Perchè vedea, ch' esta vita nojosa
Non era degna di sì gentil cosa.
Partissi della sua bella persona,
Piena di grazia, l' anima gentile
Ed essi gloriosa in loco degno
Chi non la piange, quando ne ragiona
Core ha di pietra si malvagio,
e vile,
Che entrare non vi può spirio benegno:
Non è di cor villan si alto ingegno,
Che possa immaginar di lei alquanto;
E però non gli vien di pianger voglia :
Ma vien tristizia, e doglia

2

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Di sospirare, e di morir di pianto,
E d'ogni consolar l'anima spoglia,
Chi vede nel pensiero alcuna volta
Quale ella fu, e come ella n'è tolia
Donanmi angoscia li sospiri forte
Quando il pensiero nella mente grave
Mi reca quella, che m' ha il cor diviso:
E spesse fiate pensando alla morte,
Me ne viene un desio tanto soave "
Che mi tramuta lo color nel viso:
Quando l'immaginar mi vien ben fiso,
Giugnemi tanta pena d' ogni parte,

Ch' io mi riscuoto per dolor, ch' io sento;
E sì fatto divento

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Che dalle genti vergogna mi parte:

Poscia piangendo sol nel mio lamento

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Chiamo Beatrice, e dico; or sei tu morta? E mentre ch' io la chiamo, mi conforta.

Pianger di doglia, e sospirar di angoscia

Mi strugge il core, ovunque sol mi trovo ;
Sicchè ne increscerebbe a chi 'l vedesse :
E quale è stata la mia vita poscia

Che la mia Donna andò nel secol nuovo

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Lingua non è che dicer lo sapesse ;
E però, donne mue, perch' io volesse,
Non vi saprei ben dicer quel, ch' io sono ;
Si mi fa travagliar l' acerba vita;

La quale è si invilita

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Che ogn' uom par mi dica: io t'abbandono ; Vedendo la mia labbia tramortita.

Ma qual, ch' io sia, la mia Donna se'l vede Ed io ne spero ancor da lei mercede

Pietosa mia canzone, or va piangendo

E ritrova le donne, e le donzelle
A cui le tue sorelle

Eran usate di portar letizia;

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E tu, che sei figliuola di tristizia
Vattene sconsolata a star con elle.

v.

2

Quantunque volte (lasso) mi rimembra,
Ch io non debbo giammai

Veder la Donna, ond' io vo sì dolente ;
Tanto dolore intorno al cor m' assembra
La dolorosa mente

Ch' io dico: anima mia che non ten vai?
Che li tormenti, che tu porterai

Nel secol, che t' è già tanto nojoso

Mi fan pensoso di paura forte;

Ond io chiamo la morte

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Come soave, e dolce mio riposo :

E dico: vieni a me con tanto amore

Ch' io sono astioso di chiunche muore
E si raccoglie negli miei sospiri
Un suono di pietate,

Che va chiamando morte tulta via:
A lei si volser tutti i miei desiri
Quando la Donna mia

Fu giunta dalla sua crudelitate :
Perchè 'l piacere della sua biltate
Partendo se dalla nostra veduta
Divenne spirital bellezza grande;
Che per lo cielo spande

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Luce d' Amor, che gli Angeli saluta ::
E lo 'ntelletto loro alto, e sottile

Face maravigliar, tanto è gentile.

VI.

Voi, che 'ntendendo il terzo ciel movete; Udite il ragionar ch' è nel mio core

Che nol so dire altrui sì mi par novo .
Il ciel, che segue lo vostro valore
Gentili criature che voi sete "

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Mi tragge nello stato ov' io mi trovo :
Onde 'l parlar della vita, ch' io provo,
Par, che si drizzi degnamente a vui;
Però vi prego,
che lo m' intendiate:
Io vi dirò del cor la novitate,
Come l'anima trista piange in lui;
E come un spirto contra lei favella,
Che vien pe raggi della vostra stella .
Suol' esser vita dello cor dolente
Un soave pensier, che se ne gia
Spesse fiate a piè del vostro Sire:
Ove una Donna gloriar vedia

Di cui parlava a me si dolcemente
Che l'anima dicea io men vo' gire
Ora apparisce chi lo fa fuggire

E signoreggia me di tal vertule,

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Che 'l cor ne trema sì che fuori appare
Questi mi face una Donna guardare:
E dice: chi veder vuol la salute "
Faccia, che gli occhi d' esta Donna miri;
Sed ei non teme angoscia di sospiri.

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Trova contraro tal che lo distrugge, Lumil pensiero che parlar mi suole D' una Angiola, che 'n cielo è coronata: L' anima piange, sì ancor le 'n duole ; E dice: o lassa me ! come si fugge Questo pietoso, che m' ha consolata : Degli occhi miei dice questa affannata Qual ora fu che tal Donna gli vide ? E perchè non credeano a me di lei ? negli occhi di costei

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Io dicea ben
De' star colui

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E non mi valse
Che nol mirasser

che li miei pari occide:: ch' io ne fossi accorta

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tal ch' io ne son morta

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Tu non se morta ma se sbigottita, Anima nostra che sì ti lamenti : Dice uno spiritel d' Amor gentile : Che questa bella Donna, che tu senti Ha trasmutata in tanto la tua vita Che n' hai paura, sì è fatta vile; Mira quanto ella è pietosa ed umile Cortese e saggia nella sua grandezza; E pensa di chiamarla Donna omai: Che se tu non t' inganni ancor vedrai Di si alti miracoli adornezza " Che tu dirai; Amor, signor verace,

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Vol. II.

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II

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