Ecco lancella tua, fa', che ti piace Canzone io credo che saranno radi Color, che tua ragione intendan bene Tanto lor parli faticoso, e forte : Ma " se per avventura egli addiviene Che tu dinanzi da persone vadi Che non ti pajan d' essa bene accorte Allor ti prego, che tu ti conforte
E dichi lor diletta mia novella: Ponete mente almen com' io son bella :.
Muove cose di lei meco sovente " Che lo 'ntelletto sovr' esse disvia: Lo suo parlar sì dolcemente suona
Che l'anima ch' ascolta e che lo sente Dice ohime lassa! ch' io non son possente › Di dir quel ch' odo della Donna mia. E certo e mi convien lassare in pria S'io vo' cantar di quel, ch' odo di lei, Ciò che lo mio intelletto non comprende ;. E di quel che s' intende "
Gran parte, perchè dirlo non saprei :. Dunque se le mie rime avran difetto Che 'ntrerran nella loda di costei ; Di ciò si biasmi il debile intelletto El parlar nostro che non ha valore Di ritrar tutto ciò, che parla Amore.
Non vede il sol, che tutto il mondo gira Cosa tanto gentil , quanto in quell' ora, Che luce nella parte, ove dimora
La Donna, di cui dire Amor mi face . Ogni intelletto di lassù la mira: E quella gente, che qui s' innamora Ne' lor pensieri la trovano ancora Quando Amor fa sentir della sua pace : Suo esser tanto a quel, che gliel diè, piace, Che sempre infonde in lei la sua vertute Oltre al dimando di nostra natura:
La sua anima pura,
Che riceve da lui tanta salute
Lo manifesta in quel, ch' ella conduce Che sue bellezze son cose vedute; Che gli occhi di coloro, ove ella luce Ne mandan messi al cor pien di desiri Che prendono aere e diventan sospiri.
In lei discende la vertù divina Sì come face in Angelo, che 'l vede : E qual donna gentil questo non crede Vada con lei e miri gli atti sui . Quivi, dove ella parla, si dichina Un Angiolo dal ciel, che reca fede Come alto valor, ch' ella possiede Eolire a quel, che si conviene a nui: Gli atti soavi, ch' ella mostra altrui, Vanno chiamando Amor ciascuno a prova In quella voce che lo fa sentire :
Gentile è in donna ciò che in lei si truova: E bello è tanto, quanto lei simiglia
E puossi dire, che 'l suo aspetto giova A consentir ciò, che par maraviglia, Onde la nostra fede è ajutata; Però fu tal da eterno ordinata
Cose appariscon nello suo aspetto,
Che mostran de piacer di paradiso ;
Dico negli occhi, e nel suo dolce riso Che le vi reca Amor come a suo loco. Elle soverchian lo nostro intelletto Come raggio di sole un fragil viso: E. perch' io non la posso mirar fiso, Mi convien contentar di dirne poco: Sua biltà piove fiammelle di fuoco, Animate d un spirito gentile
Ch'è criatore d'ogni pensier buono ; E rompon, come tuono,
Gl' innati vizj, che fanno altrui vile : Però qual donna sente sua biltate Biasmar, per non parer queta
Miri costei, ch' essempio è d'umiltate: Questa è colei, ch' umilia ogni perverso : Costei pensò chi mosse l'universo.
che tu parli contraro Al dir d' una sorella che tu hai : Che questa Donna, che tanto umil fai, Quella la chiama fiera, e disdegnosa Dico che 'l ciel sempre è lucente
e chiaro E quanto in se non si turba giammai; Ma gli nostri occhi per cagioni assai Chiaman la stella talor tenebrosa : E così quando la chiamo orgogliosa, Non considero lei secondo il vero Ma pur secondo quel, ch' ella parea: Che l'anima temea "
E teme ancora sì che mi par fiero Quandunque io vengo, dov ella mi senta
Così ti scusa se ti fa mestiero ; E quando puoi, a lei ti rappresenta ; E di Madonna,,se 'l y' è a grajo,
Io parlerò di voi in ogni lato.
Le dolci rime d Amor
Cercar ne' miei pensieri
Convien, ch' io lassi; non perch' io non speri Ad esse ritornare ;
Ma perchè gli atti disdegnosi, e fieri,
Che nella Donna mia
Sono appariti, m' han chiusa la via Dell' usato parlare :
E poichè tempo mi par d' aspettare, Diporrò giuso il mio soave stile
Ch' io ho tenuto nel trattar d' Amore : E dirò del valore,
Per lo qual veramente è l' uom gentile, Con rima aspra, e sottile
Riprovando il giudicio falso, e vile Di quei, che voglion che di gentilezza Sia principio ricchezza:
E cominciando chiamo quel Signore, Ch' alla mia Donna negli occhi dimora ; Perch' ella di se stessa s' innamora. che gentilezza volse
Tale imperò Secondo 'l suo parere
Che fosse antica possession d' avere Con reggimenti begli :
Ed aliri fu di più lieve savere Che tal detto rivolse;
E ultima particola ne tolse, Che non l'avea forse egli
Diretro da costor van tutti quegli Che fan gentile per ischiatta altrui,
Che lungamente in gran ricchezza è stata : Ed è tanto durata
La così falsa openion tra nui
Che l'uom chiama colui
Uomo gentil, il qual può dire; io fui Nipote o figlio di cotal valente, Benchè sia da niente ;
Ma vilissimo sembra a chi 'l ver guata ; Cui è scorto il cammino, e poscia l'erra ; E tocca a tal, ch'è morto
' e va per terra . Chi diffinisce l' uom legno animato, Prima dice non vero ;
Poi dopo 'l falso parla non intero : Ma forse più non vede.
Similemente fü, chi tenne impero In diffinire errato:
Che prima pone il falso e d' altro lato Con difetto procede :
Che le divizie siccome si crede "
Non posson gentilezza dar
Perocchè vili son di lor natura :
Poi chi pinge figura
Se non può esser lei
Nè la dirilta torre
Fa piegar rivo, che da lungi corre : E che sien vili appare, ed imperfette; Che, quantunque collette
Non posson quietar, ma dan più cura: Onde l'animo, ch' è dritto e verace Per loro scorrimento non si sface
Ne voglion, che vile uom gentil divegna Ne di vil padre scenda
Nazion che per gentil già mai s' intenda : Questo è da lor confesso:
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