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CANZONA in Frottola pag. 33. Questa Canzone è data dall' Allacci ne' Poeti Antichi pag. 19. a M. Antonio Buffone, ma nei Codd. Laurenziani 135. Pl. 90. Super. e 15. Plut. 90. Inferiore porta il nome di Guido Cavalcanti. Nel Cod. però 34. Plut. 41. ha per titolo: Frottola di Messer Antonio Araldo, e di ciò venni in cognizione dopo che già era stata impressa. L' Allacci la stampò molto poco corretta, come dal confronto de'detti Codici, co' quali l'ho emendata, si può rilevare.

v. I. Guarda ben ec. I Codd. 15. 135.

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Guarda ben ti dich' io, guardati, guarda. Il 34. Guarda ben ti dich' io, i' dico guarda. 3. a pietra: così i Codd. 135. e 15. L'Allacci, e il 34. al colpo di bombarda ec. Rispetto alla voce bombarda il Menagio nelle Origini della Lingua Italiana, Parigi 1669. pag. 172. così dice.,, Anzi credo assolutamente, ch' essendo la cosa (bombar"da) invenzione Tedesca, sia Tedesca anche la » voce; e che derivi dal Tedesco bomberden, che è "il plurale di bomber, significante balestra.", Il medesimo nelle Giunte ed Emendazioni pag. 972. E' però da notare che bombarda si diceva, avanti all'invenzione dell'artiglierie, d'un' altra macchina, e arnese di guerra: come anche spingar» da, che ora si dice per un piccol pezzetto d'ar» tiglieria, è voce antichissima, e significava cosa » molto diversa Se ritengasi la lezione al col

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po, e voglia intendersi questo della polvere da fuoco, abbiamo dal Fabricio nella Biblioth. Lat. Mediae et Infimae Aetatis, Lib. II. Tom. I. pag. 161. Edit. Patav. 1754. che l'inventore di essa sia Ruggero Bacone Inglese nato in Ilchester nel 1214. Pag. 34. v. 1. veggio: Il 34. sono.

5. guadagni la ec.: I tre Codd. sudd. guadagni alla ec.

.

9. Spesso chi tutto ec. Colui che tutto ec. I Codd. 15. e 135.

11. tempo e parole ec. tempo in parole ec. ne' detti due Codd.

12. chiari e patti. Il 34. chiari patti.

13. E vedrem ec. Il 34.

E vedrai poi che mátti castigare.

14. Ben sarà bel ec. A qual fia bel ec. i Codd. 15. e 135.

16. A que' ec. Il 34. A que' che 'ngannar fanno . 17. Che torni loro ec. L'Allacci e il 34.

Quando a lor torna il danno ec.

19. duro così il 15. Gli altri: duri.

21. O balen: L'Allacci e il 34. E balen ec. 22. che 'l tutto: L' Allacci e il 34. che tutto ec.. 23. esser ingordi. Nel 34. esser s'ingordi.

25. Pur ch' io nol dica ec. I Codd. 135. e 15. Ch'i' temo dire a muto ec.

30. Peggio staran ec. Il Cod. 15. Staran peggio ec. L' Allacci e il 34. Sai chi sta mal? gli sparti. Pag. 35. v. I. ritorna: Ne'tre Codd. sudd. è tornato. 8. E sai tu ec. Or sai tu ec. i Codd. 15. 135. 10. o nero: L' Allacci e nero.

II. Rimero. Il Cod. 34. legge chiaramente Riniero, che sembra la vera lezione. Nel med. faria in vece di farà.

12. Amendare ec. L' Allac. e il 34. Ch' amendare ec. 13. Col viver: L'Allacci e il 34. E viver ec.

14. Sa' anco ec. I Codd. 15. 135. Or sai tu chi sta

male? Ch' ingoia ec.

16. Che 'l gusto ec. Ne! Cod. 34. è la vera lezione di questo, e del seguente verso:

Chi 'l giusto t' adimanda,

Esaudirlo comanda ogni dovere.

18. valere: I Codd. 15. 135. temere. 21. Fa vana ec. L' Allacci :

E con chi ha possanza imperatoria.

Il 34. Si è una possanza imperatoria

Chi tal seminatoria

Si che cercassin gloria ec.

24. Come santo: Il 34. e l' Allac. Com' un santo ec. 25. musornon: così i Codd. 135. e 15. L' Allacci, e il 34. Ma troppo e susurron malvagi trovo.

26. E pur: Il 34. e l' Allacci: Io pur ec.

27. e di quà erba: Il 34. e di là erba.

29. La lascia: Il 34. Lasciala.

31. al cibo: I Codd. 135. e 15. a cibo ec.

Pag. 36. v. 13. Ma guarti ec. I Codd. 15. 135. E guarti ec. 22. far più stizza. I due Codd. detti: fare stizza. 24. Non vedrò: I Codd. 135. 15. Non farò ec. 29. Pure il saggio ec. Il 34. e l' Allac. Il saggio pur ec. 31. Chi tiene ec. I Codd. 135. e 34.

Chi tiene opinione d'esser quel saggio.

Il Cod. 15. Chi tiene oppenione esser quel saggio. 32. Ma sai chi ec. I Codd. 135. 15. Sa' tu chi ci ha ec. Pag. 37. v. 3. danno. Il 34. e l' Allac. dieron.

4. Ma vidi ec. Il Cod. 15.

Padre lasciato ha il figlio

Già 'n un greve periglio sanza scorta. 10. Tu dì 'l vero: Il 34. e l'Allac.

Tu di ver il confesso..

18. in fatti: Il 34. in fatto: così l' Allac. I 15. in fatti e in detti

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Dagli stati perfetti è sanza tema.

20. E là ec. Il Cod. 135.

E là dove ella sciema.

23. Crasso. Il 34. Casso. Gli altri due: Classo.

24. per spasso: Nel 34. per ispasso.

25. Perchè Roma ec. Ne' detti tre Codici:

Per quel che Roma è in basso al colmo essendo.

Nel 34. è sendo invece di essendo.

26. Bem be ec. I Codd. 15. 135. Ben be ec.

Nel 34. Ben bene ora t'intendo.

29. da mal ec. Il 34. dal mal deriva e 'l ben dal bene.

Pag. 38. v. 2. suto. Così i Codd. 135. 15. Nel 34.

istato.

3. cotal modo: Nel 34. un cotal modo.

5. Legheresti. Nel 34. Tireresti al tuo nodo i ec. 10. Prima si ec. Nel 34. Chi ben cerca ben truova. II. E quel che: I Codd. 15. 135. Ma quel che ec. 12. O tu se' ec. Nell' Allacci, e nel 34. Tu se un nuovo pesce: Or bene a cui rincresce non ascolti. 14. Mie detti. Nel 15. I mie detti raccolti. 16. gl' intenderà ec. così il Cod. 135. L' Allac. e il 34. gli coglierà se n'arà 'l danno. Il Cod. 15. E chi gl'intende mal se n'abbi il danno.

ANNOTAZIONI SOPRA LE RIME INEDITE DI GUIDO CAVALCANTI

E VARIE LEZIONI.

SON. I. pag. 39. Questo Sonetto trovasi ne' Codd. Laurenz. 20. 34. e 37. sopraccitati, nel Magliab. 1108. nel Pucciano cit. a pag. 1 27. e nel Riccard. 2846. ed in tutti è attribuito al Cavalcanti.

v. 3. o prendimi ec. Il Riccardiano 2846. e prendimi ec.

5. sicchè quivi: Il Riccard. s. c. e il Pucciano: e di ben privi.

6. dov' io stava ec. così il Cod. 34. Gli altri: Là

'v' io stava ec.

7. passeggio: così legge il Riccard. e il Pucciano. Negli altri è posseggio.

12. quante volte dico: Il Magl. 1108. quante volte io dico.

14. Com fa ec. I Codd. 20. 34. e 1108. Qual fa ec. SON. II. pag. 46. Questo Sonetto molto oscuro esi

ste pure ne' Codd. Laurenz. s. c. 20. 37. e nel Magliab. 1108. tra le Rime di Guido.

V. I. e Guido: Questi sarà stato forse Guido Orlandi,

il quale indirizzava al Cavalcanti, come si è reduto, alcune sue Poesie.

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2. un ser costui. Il Cod. 20. uom sencostui.

Il Magl. 1108. uom s'incostui.

3. Chenda partiti: così i detti tre Codd. Forse dee leggersi Che n'ha partiti.

I Codd. 20. e 1108. non hanno i versi 6. e 7.
leggono il 5. e il susseguente così.
Poi questi tre più di lor non fui
Immaginando che le fusse Iddio.

SON. III. pag. 40. Il presente Sonetto esiste nel Cod.
A. citato dal prelodato Sig. Fiacchi nella Scelta
di Rime Antiche ec. di sopra mentovata, ed ha
in fronte quanto appresso: " Questo Sonetto fu
dato a Guido Orlandi, e non seppe chi glielo
,,mandasse, ma si pensò che fosse Guido Caval-
„, canti „. Guido Orlandi poi rispose con la pre
sente Ballata, tratta dal medesimo Codice A.
Se avessi detto, amico, di Maria

Grazia plena e pia,

Rosa vermiglia sei plantata in orto,
Avresti scritto dritta similia

E veritate e via,

Del nostro fine fu magione e porto
E di nostra salute quella Dia,
Che prese sua contia,

E l'angelo le porse il suo conforto.
E certo son chi in ver lei s'umilia,
E sua colpa grandia,

Che sano e salvo il fa, vivo di morto.
Ah qual conforto ti darò che plori
Con Dio li tuoi fallori,

E non l'altrui; le tue parti diclina,
E prendine dottrina

Dal Pubblican, che dolse i suoi dolori.
Li Fra Minori sanno la divina

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