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Iscrittura Latina,

E della fede son difenditori,

Li buon predicatori :

Lor predicanza è nostra medicina.

v. 13. Ma dicon ch'è idolatra ec. Rispetto a ciò è degno d'esser letto quanto il P. Richa riferisce nel Tom. I. pag. 10. e seg. delle Notizie Istoriche delle Chiese Fiorentine ec. Firenze 1754.

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Intanto la quantità e qualità di quelli miracoli » produsse varj effetti, quali io non posso non ram„mentare, ed il primo derivato da sì alta cagione ,, fu, che alcuni Religiosi Maestri in Divinità, "non dando facilmente fede ai quotidiani prodigj, " che raccontavansi, giudicarono in materia, sì gelosa di culto, e di fede, di fare alcuni esami » sopra le verità de' prodigj, e darne al popolo sag»gi avvertimenti, cosa che loro suscitò una non » piccola persecuzione della plebe, imputando lo"ro ad invidia quello, che era puro zelo della " gloria di Dio, e di Maria, come ne scrive S. Antonino nella Terza Parte della sua Storia, rigettando il detto mordace di Giovanni Villani, e di altri Scrittori, e le parole del Santo sono le " seguenti: Fratres autem Praedicatores, et Mino» res, quia parum fidei dabant dictis miraculis, "Populus, qui leviter movetur, eis detrahebat, et » obloquebatur contra eos, adscribens invidiae, quod " erat verae pietatis ». MADRIGALE. pag. 41. Trovasi questo nel Cod. Ma

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gliabech. 1398. Class. VII. Var. Palch. I. pag. 51.

e porta il nome di Guido Cavalcanti. BALLATA. pag. med. Esiste questa ne' Codd. Laurenz. 20. 34. e 37. surriferiti, nel Cod. Ghisiano L. 4. s. c. nel Magliab. 1108. e nel Riccard. 2846. v. 2. di nuova pietate: così il Ricc. 2846. Gli altri Codd. vi muova pietate.

6. E muor: così il Ricc. cit. Negli altri Codd. Che muor ec.

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7. Entro 'n quel punto ec. è nel Riccard. Gli altri Codd. Ed in quel punto ec.

9. mi si fa ec. Il Riccard. mi feste.

10. Questi mi dice ec. In tal guisa il solo Riccard, Gli altri Codd. Lo qual mi dice ec.

12. Dentro del vostro ec. Il Ric. Dentro allo vostro ec. 13 Ch' Amor mi ec. lezione del Riccard. I Codd. 20. 34. 37. e il Magl. 1 108. Che deh mi ec. Il Ghisiano: Ched ei mi dice si forti parole.

16. ch' altro cor ec. Il Ric.

Ma non si può per me contar nè dire.

Il Magl. ha potria in vece di porria.

17. Quant' è ec. Il Ricc. il Magl. e il C. 20. Tant'è ec. 19. donna: Il Ricc. doglia.

Pag. 42. v. 1. E van: Il Ricc. E va: Gli altri: Che van. La vera lezione sembra: E van ec. come ho stampato .

2. Per la qual ec. Il Ricc.

Per la qual passa lo spirto dolente.

Il Ghis. Per la qual parte un spirito dolente.
I tre Laur. e il Magl. Per la qual passa spirite
dolente.

3. Entra ec. così il Ricc. I Laur. s. c. e il Magl. Che entra per li miei si debilmente:

Il Ghis. Ched entra per li miei ec.

4. Ch'oltra ec. Il Ghis.

Ch' altro non puote color discovrire.
Il Ric. Ch' oltre non porria color ec.
5. Nè imaginar ec. così il Riccard. Il Ghisiano
Ch' imaginar vi si possa finire.

I Laurenz. e il Magliab. Chel maginar vi si ec. CANZONE I. pag. 42. Questa Canzone trovasi nel Cod. Riccard. 1118. col nome di Guido Cavalcanti. Appena ella era stata impressa, che io la rinvenni ancora in un Cod. membranaceo in 4. scritto nel 1410. di proprietà dell' ornatissimo Sig. Leopoldo Ferroni e di esso ne dò quì le varie lezioni.

v. 4. E così sia chi così non dice.

10. Tu fai la mente altrui sempre angosciosa. 11. Bizzarra ed isdegnosa.

II.

12. Qui è il verso 9. Tu privazion ec.

14. Tu più che morte per ragion fuggita. 16. Ne altro rispetta fera,

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8.

e di virtù altera

a tua foce ec.

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al tuo riparo.

Per te il leale al furto si conduce, 9. Per te uom giusto a tirannia si adombra... Secondo 'l mio parer principio se' e duce.. 15. E come hen discerno.

12.

16. Morte, prigion, infermità e vecchiezza.
17.
è lume di

18. Benchè con motti d'ipocresia molti

19.

21.

24.

Appellan te con verace disio

Come il tuo caso non gli parve grave
E come senza rio

25. Negli atti gravi fa parer soave

26.

Di Dio fu tutto, tutto ebbe, e tutto ave. 27. E perciò non dica alcun povero fù. 29. Per dar gloria a voi visse visibile. 30.

Perciocchè tutto aver gli era possibile, 31. Canzon mia tu andrai perigrinando. Pag. 44. v. 4. E dì che in lui si muove ipocresia, 6. Di ch' io son per lei in stato sì mendico 7. Ch'esser non posso di me stesso amico. CANZONE II. pag. 44. Questa e le susseguenti Canzoni fino a tutta la IX. trovansi nel Cod. LXIII. in 4. cartaceo del Sec, XV. in circa della Bibl. di S. Marco in Venezia, ed indicate come di Guido Cavalcanti da Anton M. Zanetti nella recensione di detto Codice: (V. Latin. et Italic. D. Marci Biblioth. Codd. MSS. ec. 1741. apud Simo

nem Occhi Bibliopolam, a pag. 247.) E' perà da notarsi che tredici e non otto sono le Canzoni contenute in detto Cod. annunziate tutte come di Guido dal prelodato Zanetti. La prima, che sola porta in fronte il nome di detto Guido, è:

Donna mi prega perch' io voglia dire: La seconda comincia:

Virtù che 'l Ciel movesti a si bel punto. La terza :

Alta virtù che si ritrasse al Cielo. Questa Canzone è fatta per la morte di un EnricoImperatore, come pure l'antecedente sembra es.sere in lode del medesimo, il quale non può essere che Enrico VII. Egli però fu incoronato nel 1309. e morì nel 1313. Guido poi cessò di vivere nel 1300. Non possono perciò queste due Canzoni essere di lui, ed io per tal ragione non le ho pubblicate. Seguitano la quarta, la quinta, e la sesta, impresse quì sotto i numeri II. III. e IV.

Ne viene la settima, che principia:

Io sono il capo mozzo dall'imbusto:"

ed anco questa non l'ho pubblicata, perchè riguarda le dispute tra il Papa Giovanni XXII. e Lodovico il Bavaro 9 cose posteriori a Guido. Nel Codice Laurenziano 44. Plut. 40. è attribuita a Dante.

Seguita l'ottava, la nona, e la decima, edite quì sotto i numeri V. VI. VII. e quindi l'undecima, il di cui principio è:

Io non pensava che 'l core giammai,

stampata sopra a pag. 31. e dallo Zane tra le Rime di Dante, come avverte anco lo stesso Zanetti. Seguitano finalmente la duodecima, e decimaterza; poste sopra sotto i num. VIII. e IX. Queste Canzoni sono rammentate dal Tiraboschi,

Storia della Letterat. Ital. Lib. III. pag. 379. Ediz. di Venez. 1795. e dal Conte Mazzuchelli ancora nella Nota 11. alla Vita di Guido scritta da Filippo Villani. V. Vite d' Uomini Illustri Fiorentini ec. Venez. 1747. pag. CII. CANZONE IV. pag. 52. Questa Canzone trovasi ancora nel Cod. Ferroni sopraccitato; ma porta in esso il nome di Fazio degli Uberti. Io l'ho mercè di esso in più luoghi emendata, e ne riporto qui le varie lezioni, quelle però degne di qualche conto.

v. I. Il moto ec. Nel Cod. Marciano: Il modo. 4. Che non è ec. Nel detto Cod.

che non può mente alcuna

Di sentir chiara e bruna

Anzi saper la via ec.

9. Onde convien ec. Il Cod. Ferroni:

Però convien ad alcun ec.

13. Suo piacer guarda. Il detto Cod. Suo voler me

stra e sua ec.'

14. chi si ec. Il Marc. chi ciò ec.

15. fiume I Cod. Fer. fiumi.

Pag. 53. v. 3. dritta: Il detto Cod. drizza. Il Marc. nel in vece di vuol.

4. spezza, cade ec. Il Cod. Fer. spezza e cala ec. 16. tanta o quanta. Il Marc.

qual, e quanta

Se lode vuol affin del cominciare.

22. E mergie: Il d. Cod. E mercè ec.

27. A segno: I1 Cod. Fer. A punto ec.

28. Il tempo, il caso ec. Nel detto Cod. Ogni suo

cosa dispone ec.

30. e di: Il Marc. o di ec.

Pag. 54. v. 1. Ed a se quarta ec. Il Cod. Marc.

A se quarta fa fede a sua mensa.

4. Di tener ec. Il Cod. Fer.

Di tener così fermo i denti al freno.

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