Rade volte ritorna per le mura. Ti stringa a miglior cura, e temi Iddio. Del far dell'altrui mio, dispiace al cielo; Ma mi muove buon zelo, e pura fede. Chi per prova s'avvede, ch'egli è vero. Non farà Frà Rimero esser perfetto; Col viver ben corretto, è quel che vale Ch' inghiotte senza sale ogni vivanda, E sal dirlo comanda ogni dovere. No' ci farem valere, Se spenderem l'aver con aguaglianza; Che'l perder con chi avanza Fa vana ogni sustanza imperatoria, A tutti minutoria, Que' che cercassin gloria contro a' buoni : Come santo ragioni, Ma troppi musornon malvagi truovo; E pur per ben mi muovo A darti di quà uovo, e di quà erba . La cosa che t'è acerba, La lascia, e'l dolce serba, se 'n un punto, E spesso col dolce unto El topo è stato giunto al cibo amaro. Deh chi non ha se caro, Non è buono al riparo, o ben d'altrui. I' parlo, e non so a cui, Che 'l eco, e con colui è mal bestiame. Il perder tempo in dame, E stare in varie trame è atto folle . Chi disvuol ciò che volle, Non credere a suo bolle, o suo suggelli. Guarda come favelli, Che peggio che coltelli è in bocca riso. Diabolico a mio avviso si può dire . Ma guarti dal servire ad uomo ingrato. D'aver persone, e stato molti, e molti. Però guai agli stolti, Che gli amici s'han tolti per lor colpa. Perde anima, ossa, e polpa Chi de' suo falli incolpa cielo, o stelle. Giuoco è da bagattelle L'andar pur alle belle con chi sguizza . Deh non mi far più stizza; Se 'l tempo si dirizza, tu 'l vedrai. Non vedrò si farai, Non tel credo, che mai ti vidi giusto. E benchè parli giusto, a molti spiace. Pure il saggio soggiace alla ragione. Studia nel pecorone Chi tiene opinione d'esser saggio. Ma sai chi ci ha vantaggio? Chi sà in ogni viaggio ir piano, e ratto. Che danno dopo il fatto buon consiglio. Padre lassare el figlio senza scorta. Poi al partir la torta Ognun serrò la porta del palagio Or ben pur a bell'agio, Che l'esser sì randagio nuoce spesso. Tu dì 'l vero il confesso; Ma quantunque più tesso più vien trama. Sempre teme chi ama, E duolsi che ria fama vada a torno. Deh destati o musorno, Che chi non cura scorno è cuccoveggia.. Mettil co' ciechi in greggia Chi tien ch'altri non veggia il suo difetto. Giustizia in fatti, e 'n detto Dallo stato perfetto è senza tema: E là dov' ella è strema Ogni virtù vi scema, e cresce vizio. Non loda ben Fabrizio Chi poi all'esercizio tien con Crasso. Deh veggiam per spasso Perchè Roma è in basso al colmo essendo. Bem be or io t'intendo : Vuoi dir che mal vivendo mal s'arriva. E questa è ragion viva, Che'l mal da mal deriva, e ben da bene. El fin de' mali è pene, e de' ben merti. Ch' a' buoni e saggi e sperti stia '1 governo. Sarebbe suto eterno A tutti altri superno cotal modo; Legheresti al tuo nodo e circustanti, El nome de' raspanti è di spavento . I' l'odo, veggio, e sento, ma che giova? E quel, che non si pruova, non riesce . Ben sai ch'a chi rincresce non ascolti. Ho speranza ch'a molti util faranno : Chi mal gl'intenderà se n'abbi 'l danne. RIME DI GUIDO CAVALCANTI INEDITE. SONETTI. I. Morte gentil, rimedio de' cattivi, Amor, perchè fai mal sol pure a' tuoi, |