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SONETTI E CANZONI IN MORTE DI M. LAURA. 3

SONETTO I.

Elogio di Laura nell'atto di sfogare l'acerbità del dolore
per la morte di lei.

Oimè il bel viso; oimè il soave sguardo ;
Oimè il leggiadro portamento altero;
Oimè 'l parlar, ch'ogni aspro ingegno e fero
Faceva umile, ed ogni uom vil, gagliardo;
Ed oimè il dolce riso, ond' uscio 'l dardo,
Di che, morte, altro bene omai non spero:
Alma real, dignissima d'impero,

Se non fossi fra noi scesa si tardo.

Per voi conven, ch'io arda, e 'n voi respire:
Ch'i' pur fui vostro; e se di voi son privo,
Via men d'ogni sventura altra mi dole.
Di speranza m'empieste, e di desire,
Quand' io parti' dal sommo piacer vivo:
Mal vento ne portava le parole.

CONSIDERAZIONI DEL TASSONI.

È sonetto fatto dal Poeta in Verona, quando gli fu data la novella della morte di Laura. È più d'apparenza che d'essenza, con tanti Oimè; ma nelle veementi perturbazioni il mancar d'arte scopre l'affetto, perciocchè l'arte non suole aver luogo contra gl'impeti della natura gagliardi.

FACEVA UMILE, ED OGNI UOM VIL, GAGLIARDO.

-

Il Poeta mette qui gagliardo e vile per contrapposti, e non sono tali; perocchè vile riguarda la meschinità dell'animo, e gagliardo la robustezza del corpo.

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