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nel luogo detto, allora la Fontanella: e'l cendi taluni particolari Cittadini un piccol fondo della Mensa, ove que' Frati stabilirono la loro dimora; impiegandone il prezzo nella fabbrica della Cattedrale: e tuttocciò si rileva dallo stesso Protocollo di Notar Paolo Fedele al foglio 18, ove è scritto così: » Ill. et Rev. D. Ludovicus Majoranus vendidit, et alienavit quibusdam particularibus dictae Civitatis quan dam ejus Sylvam Castaneatam, cum quibusdam pedibus olivarum, sitam et positam ubi dicitur Fontanola ec.

Il prelodato Vescovo fu peritissimo in ogni genere di erudizione, specialmente nella Filosofia, e nella Teologia: ma con modo particolare si distinse nella facoltà legale, e nella latinità, di cui ne amava oltremodo l'eleganza, e la floridezza come può vedersi dalle seguenti opere, che di lui' ci rimangono impresse.

stribuzioni del Coro. Il Banco in fatti nel 1590 pagò il Capitale, e venue impiegato con D. Cesare Coppola di Castellamare a' 6 Settembre detto auno per detto Notar Fedele; e da costui restituito nel 1593 fu riempiegato a' 19 Settembre per detto Notar Fedele con D. Gio: Domenico de Rogatis; e quindi nel 19 Settembre 1600 per lo stesso Notajo fu dato a Giovanni de' Medici di Gragnano: il quale poi nel primo Giugno 1657 per Notar Giuseppe Longobardi diede in solutum una sua Massaria di moggia ventidue circa nel luogo detto Carmiano, che era specialmente ipotecata al suddetto credito: Con che la Massa Capitolare venne ad accrescersi per questo solo ramo di circa annui ducati mille, che è attualmente il frutto di detto fondo. Ed è osservabile, che un simile atto di Jargizione non fu sottoposto dal lodato Vescovo, che al solo peso di quattro anniversarii in ogni anno per suffragio dell' anima sua. Nola del traduttore.

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nd of invaoxáé Religionis adversus haereticos solidissima defensio: seu de vero Dei cultu. II. De Republica bene constituenda ad Concilii Tridentini Patres missa Oratio.

111. De vero Sacerdotio ad Reginam Angliae.

Dopo aver governata questa Chiesa con somma vigilanza, e carità, passò agli eterni riposi l'an. 1591. Era egli accettissimo a varj personaggi insigni del suo tempo; e fra essi all'Eminentissimo Cardinale Ercole Gonzaga; ed al Pontefice Gregorio XIII. co' quali vivea in grande familiarità. Di lui parlano con immense lodi non solamente i nostri Scrittori; ma ancora gli esteri e fra essi il Capaccio, l' Ughelli, il Coletti (1); Antonio Possevino (2); Gabriele Pennotti (3); Niccola Toppi (4); Nicodemo (5); Gio: Berardino Tafuri (6); il Rosini (7); ed altri.

XL.

A nomina del Vicerè di Napoli D. Giovanni Zuniga, › per disposizione di Filippo III. Re di Spagna, fu consecrato Vescovo di Castellamare dal Pontefice Gregorio XIV. GIOVANNI MIRO, O MIRA, Spagnuolo, nativo di Barcellona

come

(1) Capaccio, Ughelli, e Coletti ne' Vescovi Stabiani. (2) Possevino nell' Apparato Sacro.

(3) Pennotti Istoria tripartita di tutto l'Ordine Lateranense lib. III. cap. 27. S. 5 pag 687.

(4) Toppi Biblioteca Napoletana. Lett. L.

(5) Nicodemo Aggiunzioni al Toppi.

(6) Tafuri Istoria de' Scrittori del Regno di Napoli. (7) Rosini nel Liceo Lateranense tom. 1 p. 519.

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123.

come so

stengono altri. F'u quest'uovo quest'unTM, chiaro per dottrina, e per una non ordinaria santità. Compagno, ed alunno di S. Camillo de Lellis, si distinse moltissimo per lo stabilimento del di lui Istituto nelle Spagne; e in Napoli soprattutto, ove con l'ajuto di varie persone pie, e specialmente della Principessa di Sulmona Costanza del Carretto, e di Roberta Carafa, di unita al suo glorioso Istitutore, nell' an. 1588 edificarono la Chiesa, e la Casa Professa nel luogo detto li Mandesi; e posteriormente altre due nella stessa Città (2). Alla propagazione di dett'Ordine vantaggiosissimo si cooperarono altri uomini ragguardevoli; e con modo particolare i Religiosi Domenicani i quali nella mettà del passato secolo in occasione della pestilenza, che afflisse il Regno, e la Città di Napoli, vi si affaticarono moltissimo (3).

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Questo Vescovo Giovanni di Miro, dopo aver governata la Chiesa di Castellamare per sette anni, nel 1598 fu trasferito all' Arcivescovado di Acerenza e Matera, ove terminò i suoi giorni. Delle sue gesta niuna memoria ne rimane. Esiste soltanto nell' Archivio della Città di Castellamare una convenzione passata fra lui, e'l Duca di Parma Ranuccio Farnese, su di talune contese insorte fra essi, dalla quale s'inferisce

Ughelli negli Arcivescovi di Acerenza, e Matera. (2) V. Sanzio Cicatelli nella vita di S. Camillo de Lellis lib. I pag. 55 e seg.

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(3) V. Fra gli altri il P. Paolo Segneri La causa de' Regolari cc. e nelle sue Orazioni Panegiriche Vedi pure l'Opera nostra Degli uomini illustri della Congregazione di S. Maria della Sanità.

contenuto però di detta convenzione appena può rintracciarsi tanto è corrosa la carta, che è affatto impossibile a potersi leggere. Di Ini fanno onorata menzione li Storici soprannominati Ughelli, Capaccio, nonchè Sanzio Cicatelli.

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XLI.

Nel di primo Febbrajo 1599 a nomina di Filippo III. Re di Spagna, e di Napoli, dal Pont. Clemente VIII. fu promosso a Vescovo Stabiano VITTORINO MANSO di Aversa, non già di Castellamare, come scrive il P. Serafino Ruggieri (1) Era egli Monaco Benedettino della SS. Trinità della Cava ove avea professata vita Religiosa fin da' 5 Ottobre 1561. Risplendette per ogni genere di erudizione; ed occupò per molti anni le Cattedre di Filosofia, e di Teologia dell'Ordin suo, non solamente nel proprio Monastero della Cava; ma ancora in Perugia, e in Mantova. Fu a lui commessa la visita, e la riforma de' Monaci Basiliani dimoranti in Napoli, e in Mileto. Creato Abbate, governò per lungo tempo, con somma prudenza il suo Monastero di Cava; restaurò la Chiesa; ampliò il Monastero; mise nel più sontuoso aspetto la Sagrestia; corredò magnificamente, e dispose nel miglior ordine la Biblioteca, e l'Archivio; in fine rivendicò al Monastero moltissimi beni, o dispersi, o occupati.

Della stessa maniera si comportò nel Mona

(1) Nella Storia di S. Maria a Pozzano Lettera Dedica

toria.

stero di S. Severino di Napoli, dove presedette da Abbate per molti anni; e con eguale zelo, e sollecitudine governò quello di Montecasino, in cui lasciò un grande nome, avendo posto fine alla fabbrica del Seminario di S. Germano incominciata dall' Ab. Girolamo Perugi no, per la educazione de' Chieriçi della Diocesi. Disimpegnò pure nella sua Religione le cariche di Diffinitore, e di Procurator generale con somma prudenza, e saviezza.

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Questo Vescovo non occupò la Sede Stabiana, che per un'anno circa; poichè nel 1601 fu trasferito alla Chiesa di Ariano che governò lodevolmente per lo spazio di circa anni dieci quindi trattenendosi in Napoli nel Monastero di S. Severino, si morì di anni sessantasette circa ; e'l suo cadavere fu seppellito in quella Chiesa, in un luogo separato; e sul di lui sepolcro si mise la seguente iscrizione in marmo.

» Victorino Manso Aversano S. T. D. Abbati Cassinensi, Episcopo, et Regio a latere Consiliario, doctrina percelebri, moribus incorruptis, ita ut mereretur a Clemente VIII. prius Stabien. deinde Arianensium Antistes eligi; ac demum a Paulo V. in Assistentes Episcopos meruit referri; qui obiit tertia Aprilis, die Resurrectionis Anno Domini MDCXI. » » D. Antonius Tosonus Neap. Cassinensis, et sui Vicarius Posuit MDCXII. »

Nel suo breve governò il lodato Vescovo anche manifestò intenzioni oltremodo propense di zelo, e vantaggio della Chiesa. Esiste nel Protocollo di Notar Gio: Berardino Longobardi una convenzione co' Fratelli della Congregazione de' Marinaj, volgarmente detta di Porto Salvo cir

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