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S. Croce; e'l terzo per la Teologia-Morale da Padri della Compagnia di Gesù della stessa Città. Istituì pure la conferenza de' casi Morali in ogni Sabbato, e vi chiamò eziandio i Sacerdoti pel loro maggiore profitto. Mancando allora la Diocesi di Seminario, raccolse a sue spese nell'Episcopio una sufficiente quantità di ́libri Ecclesiastici; e disposti in ben' ordinata Biblioteca, la tenea continuamente aperta a chiunque desiderasse istruirsi; avendovi deputato un' Ecclesiastico, che facesse da Prefetto.

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Desiderando ne' Preti non tanto l'avvanzamento nelle scienze, che il progresso nelle virtù, istituì nel suo Episcopio una Congregazione di spirito, ove radunava in un giorno di ciascuna settimana tutti gli Ecclesiastici po una meditazione, e 'l sermone su' doveri dello stato, proponea a risolversi delle difficoltà o sulla interpetrazione della Sacra Scrittura, d' un punto Teologico. E chiudeasene l'esercizio pe' Chierici nell'apprendere le Sacre Cerimonie e'l canto Gregoriano. In ogni anno vi si davano gli Esercizi spirituali per otto giorni ; Come in ogni tre anni procurò, che in tutta la Diocesi vi fosse la Santa Missione, ora da' suoi Religiosi Domenicani, ora da' Padri della Compagnia di Gesù.

Non intramise giammai la predicazione della divina parola e nella sua Cattedrale, e in altre Chiese della Diocesi, e perfino nelle pubbliche strade. Zelò continuamente l'onore della Casa di Dio, vietando ogni irriverenza nelle Chiese, specialmente ne' giorni festivi, che vi concorre la moltitudine. Prendendo in considerazione i disordini non insoliti ad accadere nella notte del

S. Natale, e ne' giorni della settimana maggiore, prescrisse opportunamente, che la sola Chiesa Cattedrale funzionasse di notte nel Natale; e fulminò la scommunica contro coloro, che per un falso fervore giravano seminudi nella settimana santa, disciplinandosi aspramente per le strade, e nelle Chiese.

Per ciò, che si attiene alla sua Cattedrale quantunque la Mensa allora fosse di scarsissima rendita, pure ne' pochi anni di sua amministrazione vi erogò al di là de' duc. tremila, primieramente nell'ornare le sepolture con le lapidi di mario; indi nel portare ad una maggiore decenza la Cappella di S. Gaetano, ov'è la sepoltura de' Vescovi. Aggiunse alla Chiesa la Scudella come ora si vede; e arricchì la Sagrestia di molte suppellettili, e specialmente di un'intero Ponteficale per se, e per tutti i Canonici di stoffa finissima, girato di larghi galloni d'oro. In fine ricovrì l'intero Episcopio del tetto, di cui mancava e migliorò tutti i fondi di nuove ed estese piantagioni.

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Una vita si operosa, e si applicata non potea reggere soverchiamente al grave peso, cui erasi sottoposta; E però dopo appena sei anni di sì splendido, e fervoroso governo, nell' Aprile del 1749 passò a ricevere l'eterno guiderdone nel Cielo. Le lagrime dell' intera Diocesi, e in ispecialità de' poveri, l' accompagnarono al sepolcro, che dal Capitolo, dopo un sollenne funerale, gli fu dato nella Cappella di S. Gaetano, da lui medesimo preparatosi.

Le Opere, che di lui rimangono impresse sono le seguenti :

I. Oratio extemporanea in electione Summi

Pontificis Benedicti X111. Neap. 1722 in 4.o P. 36.

II. Theses Theologicae Dogmatico-Polemicae. Neap. 1724 in 4.° p. 30.

III. Exercitationes Dogmatico-Morales in propositiones proscriptas ab Alexandro VII. Neap. 1738 in 4.o p. 442.

IV. Idem in propositiones proscr. ab Innocentio X1. Neap. 1739 in 4.o p. 436.

V. Idem in propositiones proscr. ab Alex. VIII. Neap. 1740 in 4.° p. 408.

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VI. Vindiciae Regularium in caussa Monasticae pauperpalis. Neapoli 1740 in 4.o p. 273. VII. Bibliotheca Sancta Xysti Senensis Criticis, ac Theologicis animadversionibus, nec non duplici adjecto Sacrorum Scriptorum elencho, adaucta, et illustrata. Neapoli 1743 fol. vol. 2 p. 1185.

VIII. Epistola Pastoralis ad Clerum et populum Stabiensem, Romae 1743.

IX. De viris Illustribus Congregationis S. Mariae Sanitatis. Neap. 1745 in 4.o p. 242. X. Orazioni Panegiriche. Napoli 1747 in 4. p. 230.

XI. De Stabiis, Stabiana Ecclesia, et Episcopis ejus. Neapoli 1750 in 4.o p. 278. Vi sono inedite

I. Il suo Quaresimale.

II. Molte Orazioni Panegiriche.
III. Due ottavarj de' Morti.

IV. Sermoni de' Mercoledì di S. Domenico. V. Correzione del libretto intitolato - Memorie storiche sopra l'uso della Cioccolata in tempo di digiuno.

Gli autori, che di questo degno Prelato fan

no onoratissima memoria sono i seguenti: In primo luogo il Pontefice Benedetto XIV. non solo nel suo trattato De Synodo Dioecesana lib. VII. cap. 32. Ma in due sue lettere a lui dirette, le quali vengono riportate nel lib. II. de Vir. Illustr. Congr. S. M. Sanitatis. Monsignor Giovanni Nicastro Vescovo di Coswar nelle note alle lettere di S. Girolamo ad Nepotianum, e di S. Gio: Crisostomo de Sacerdotio. I scrittori di Trevoux, di Venezia, e di Firenze della Storia Letteraria. Francesco Vargas Macciucca nella Causa Regia. Paolo Mattia Doria nelle Lettere, e Ragionamenti familiari p. 11. Giovan Berardino Tafuri Scrittori del Regno di Napoli. P. D. Lodovico Sabbatini de' Pii Operarj nel Calendario Napoletano. Niccola Pizzoli nella Dissertazione Teologica della natura degli Angioli. P. Tommaso Mamachio nelle note alla somma di S. Antonino. Tommaso Gondisalvo Carrattini nella Vita Claustrale. Fr. Casto Innocenzo Ansaldi della Lezione della Sacra Scrittura presso i Padri della Chiesa; ed altri.

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LVIII.

Dopo la morte del Vescovo Milante, cioè ai 28 Dicembre 1749, in seguito della nomina del Re Carlo III., venne al possesso di questa Chiesa MONSIGNOR D. GIUSEPPE COPPOLA dell' Oratorio di Napoli; trasferitovi da quella dell' Aquila, ove fu promosso fin dall' an. 1742, consecrato nel dì 26 Maggio detto an. dal Pontefice Benedetto XIV. Nato in Napoli da nobile, e distinta famiglia, ed educato convenevolmente,

2.

di quindici anni vestì l'abito Ecclesiastico fra' PP. Filippini, volgarmente detti Girolamini. Le disposizioni felicissime dell'animo suo conformandosi esattamente alle premurose sollecitudini de' suoi precettori, lo resero in breve tempo degno del Sacerdozio e di adempirne i più dilicati doveri. Applicato con indefessa assiduità alla predicazione della divina parola, e ad ascoltare le confessioni, riuscì di edificazione, e di esempio non solamente fra' suoi colleghi nella Congregazione, ma benanche in tutto il Clero Napoletano, che lo avevano in venerazione per la dottrina, e la pietà.

Ubbidientissimo a' suoi Superiori, gli venne indossato il penoso incarico di disporre in miglior ordine la copiosissima Biblioteca, che ivi esiste e lo esegui maravigliosamente come or si vede, con un' indice il più distinto, e preciso. Fu in seguito destinato a recitare le lezioni della Sacra Scrittura, che periodicamente si fanno in quella Chiesa; e gli applausi universali risposero fedelmente alla scelta. In fine venne trascelto a Prefetto dell' Accademia Ecclesiastica in quell' Oratorio istituita per la Storia, del Cristianesimo, e la Sacra Liturgia: E in tale incarico risplendette lo zelo suo nel muoverne l'avvanzamento, e la gloria; nonchè l'ammirabile attitudine per l'ottima direzione, che le dava. Non dissomiglianti erano le opere sue per la salute delle anime, cui vivea esclusivamente applicato; e che si argomentava a tutta possa di procurare con le larghe, e copiose elemosine, che dispensava continuamente a' bisognosi.

pro

In questo stato fu assunto al Vescovado di

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