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Patriarca Antiocheno (1) in tal maniera » nunc ad Rempublicam Surrentinam remeantes, illud de ea multo potius asserendum, quod de monimentis nobilissimae Florentinae Urbis querebatur nitidissimus sui aevi scriptor: per pauca scilicet, ex illis, et involuta reperi etc. etc. » In secondo la sottoscrizione del privilegio di Guglielmo fatta dal detto Sergio non è la vuole il Beltramo; ma assai diversa, secondochè si osserva nel testo di detto privilegio, che qui appresso verrà riportato. Ivi è scritto così-Ego Sergius Princeps Sirrentinorum me subscripsi -Questo titolo di Principe, come nota dottamente il Patriarca Antiocheno, indica la Magistratura, di cui era rivestito Sergio in quel tempo, che corrisponde agli Arconti de' Greci, o Primati, e principali Signori de' tempi nostri, incaricati dell' Amministrazione delle Città.

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Finalmente che questo Sergio, il quale sottoscrisse il privilegio di Guglielmo, non sia stato figlio di quel Sergio Duca di Sorrento, ricordato nella Bolla di Alessandro II. della consecrazione di Montecasino, ma suo nipote, si raccoglie chiaramente da un' Istromento dell'an. 1257 riportato da parecchi autori, e specialmente da Scipione Ammirati (2); dal quale si

(1) Delle Antichità Civili di Sorrento lib. III. cap. 15 fol. 368 ove cita Giovanni Villani Istoria di Firenze, il quale dice così » della nostra Città poche, e non ordinate memorie si ritrovano » e poi riporta l' unanime sentimento de' Scrittori del Regno circa le indicate devastazioni.

(2) Scipione Ammirati Famiglia di Mastrogiudice ; Carlo Borrelli Vindic. Neapolit. Civit., il Patriarca Antiocheno nel luogo sopra citato; ed altri.

pa

si raccoglie, che il Duca Sergio ebbe per figlio Barnaba e questi quel Sergio, di cui quì si parla; e costui poi Giovanni ec. ec. Le role del detto Istromento sono le seguenti. » Ego Matthaeus de Mastrogiudicc Praefectus, filius quondam Domini Riccardi Praefecti, filii quondam Johannis Praefecti, olim Mastrogiudice, filii quondam Domini Sergii Praefecti, filii quondam Domini Barnabae Praefecti, qui fuit filius quondam Domini Sergii, olim gloriosi Consulis, et Ducis hujusce Sur

rentinae Civitatis etc. etc. »

Affinchè poi tutto il fin quì detto resti vieppiù confermato, e specialmente in ordine al termine, che ebbe la Republica di Sorrento, del pari, che ogn' altro particolar governo di queste nostre contrade, convien dare un' occhiata alla Storia patria. Da essa noi apprendiamo, che nella mettà dell' undecimo Secolo, cioè nell'an. 1059 (1) Roberto Guiscardo, il Normanno, avendo con le armi occupata la Calabria, la Puglia, la Sicilia, ne ottenne l'investitura dal Pontefice Niccola II. col titolo di Duca; e nell'anno 1074 come vogliono alcuni (2); o nell'anno 1077 come piace ad altri (3), si rese

cap.

(1) V. Leone Ostiense Cronica Cassinese Lib. III. 15; il Card. Baronio all' an. 1059 n. 69. Antonio Santini di Niccola II. R. P. Giovanni Antonio Summonte; ed altri; Vedi purc Pietro Giannone dell' Istoria Civile del Regno di Napoli Libro X. e seguenti.

(2) Così opinano Summonte Istor. del Regno di Nap. lib. 1. Chioccarelli Arciv. Napoletani p. 122 ed altri, che si affidano a Leone Ostiense Cronica Cassinese lib.

II. c. 44 e al Baronio nell' anno 1074.

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(3) V. Lupo Protospada all' an. 1077 e l' Anonimo Cassinese.

padrone di Salerno; ed indi circa l'an. 1080 sottopose al suo dominio Amalfi, Sorrento, e le finitime regioni. E di ciò, oltre dell' uniforme sentimento de' storici del Regno, ne fan piena fede moltissime pubbliche Scritture contemporanee, che si conservano nell' Archivio della SS. Trinità della Cava, ricordate dal Patriarca Antiocheno (1); nelle quali vien così nominato Robertus Nortmannorum, Salernitano, rum, Surrentinorum, Apuliensium, Calabrensium, atque Siculorum Dux. Trapassato poi Roberto in Grecia l'anno 1085 (2) lasciò a se superstiti tre suoi figli, cioè Boemondo, Ruggieri, e Guidone. Al primo, cioè Boemondo lasciò col suo testamento il Principato della Macedonia; A Ruggieri il Ducato di Puglia, e di Calabria, col Principato di Salerno; E a Guidone la Signoria di Amalfi, e di Sorrento (3). Il che essendo, si conosce ben chiaro, essersi a siffatta epoca, cioè al declinare dell' undecimo Secolo, di già estinta la Republica Sorren

(1) Degli Anastaggi Delle Antich. Civil. di Sorrento lib. III. cap. 15. Vedi pure il Capaccio Istor. Napol. lib. II. cap. 12.

(2) Romualdo Arciv. di Salerno nella sua Cronica MS. all' an. 1085, così dice Robertus Guiscardus magnificus Dux apud Insulam Cassiopem existens, obiit morte comuni, major sexagenario, anno Ducatus ejus vigesimo sexto. Così ancora Bertoldo, Leone Ostiense lib. III. c. 56. Baronio all' an. 1085 n. 22. Gaspare Mosca Catalogo de'Vescovi Salernitani, ed altri.

(3) Era questo il nome, col quale si appellava lo Stato di Amalfi, e di Sorrento. V. Guglielmo Apulo de'Normanni in Italia; Antonio Bolifone Cronicameronc lib. III. p. 142. Cesare Engenio, ed altri Istorici del Regno nostro V. il Baronio all' an. 1085 e seg. ed ancora Pacichelli nel luogo sopra indicato Tom. III.

si raccoglie, che il Duca Sergio ebbe per figlio Barnaba, e questi quel Sergio, di cui qui si parla; e costui poi Giovanni ec. ec. Le parole del detto Istromento sono le seguenti. » Ego Matthaeus de Mastrogiudicc Praefectus; filius quondam Domini Riccardi Praefecti, filii quondam Johannis Praefecti, olim Mastrogiudice, filii quondam Domini Sergii Praefecti, filii quondam Domini Barnabae Praefecti, qui fuit filius quondam Domini Sergii, olim gloriosi Consulis, et Ducis hujusce Surrentinae Civitatis etc. etc. »

Affinchè poi tutto il fin quì detto resti vieppiù confermato, e specialmente in ordine al termine, che ebbe la Republica di Sorrento, del pari, che ogn' altro particolar governo di queste nostre contrade, convien dare un'occhiata alla Storia patria. Da essa noi apprendiamo, che nella mettà dell' undecimo Secolo, cioè nell'an. 1059 (1) Roberto Guiscardo, il Normanno avendo con le armi occupata la Calabria, la Puglia, la Sicilia, ne ottenne l'investitura dal Pontefice Niccola II. col titolo di Duca; e nell'anno 1074 come vogliono alcuni (2); o nell'anno 1077 come piace ad altri (3), si rese

(1) V. Leone Ostiense Cronica Cassinese Lib. III. cap. 15; il Card. Baronio all' an. 1059 n. 69. Antonio Santini di Niccola II. R. P. Giovanni Antonio Summonte; ed altri; Vedi pure Pietro Giannone dell' Istoria Civile del Regno di Napoli Libro X. e seguenti.

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(2) Così opinano Summonte Istor. del Regno di Nap. lib. 1. Chioccarelli Arciv. Napoletani p. 122 ed altri, che si affidano a Leone Ostiense Cronica Cassinese lib. II. c. 44 e al Baronio nell' anno 1074.

(3) V. Lupo Protospada all' an. 1077 e l' Anonimo Cassinese.

padrone di Salerno; ed indi circa l'an. 1080 sottopose al suo dominio Amalfi, Sorrento, e le finitime regioni. E di ciò, oltre dell' uniforme sentimento de' storici del Regno, ne fan piena fede moltissime pubbliche Scritture contemporanee, che si conservano nell' Archivio della SS. Trinità della Cava, ricordate dal Patriarca Antiocheno (1); nelle quali vien così nominato Robertus Nortmannorum, Salernitanorum, Surrentinorum, Apuliensium, Calabrenstum, atque Siculorum Dux. Trapassato poi Roberto in Grecia l'anno 1085 (2) lasciò a se superstiti tre suoi figli, cioè Boemondo, Ruggieri, e Guidone. Al primo, cioè Boemondo lasciò col suo testamento il Principato della Macedonia; A Ruggieri il Ducato di Puglia, e di Calabria, col Principato di Salerno; E a Guidone la Signoria di Amalfi, e di Sorrento (3). Il che essendo, si conosce ben chiaro, essersi a siffatta epoca, cioè al declinare dell' undecimo Secolo, di già estinta la Republica Sorren

(1) Degli Anastaggi Delle Antich. Civil. di Sorrento lib. III. cap. 15. Vedi pure il Capaccio Istor. Napol. lib. II. cap. 12.

(2) Romualdo Arciv. di Salerno nella sua Cronica MS. all' an. 1085, così dice Robertus Guiscardus magnificus Dux apud Insulam Cassiopem existens, obiit morte comuni, major sexagenario, anno Ducatus ejus vigesimo sexto. Così ancora Bertoldo, Leone Ostiense lib. III. c. 56. Baronio all' an. 1085 n. 22. Gaspare Mosca Catalogo de'Vescovi Salernitani, ed altri.

(3) Era questo il nome, col quale si appellava lo Stato di Amalfi, e di Sorrento. V. Guglielmo Apulo de'Normanni in Italia; Antonio Bolifone Cronicamerone lib. III. p. 142. Cesare Engenio, ed altri Istorici del Regno nostro V. il Baronio all' an. 1085 e seg. ed ancora Pacichelli nel luogo sopra indicato Tom. III.

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