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contraire. Si quis autem hoc attentare praesumpserit, indignationem Omnipotentis Dei, ac Beatorum Petri et Pauli Apostolorum eius se noverit incursurum.

Datum Romae apud Sanctum Petrum Anno Incarnationis Dominicae millesimo octingentesimo sexagesimo octavo, tertio kalendas Iulias.

Pontificatus Nostri Anno Vicesimotertio

EGO PIVS CATHOLICAE ECCLESIAE EPISCOPVS
Loco Signi

Ego Marius Episc. Ostiensis et Veliternus Card. Decanus
Mattei Pro-Datarius.

Ego Constantinus Episc. Portuen. et S. Rufinae Card.
Patrizi.

Ego Aloisius Episc. Praenestinus Card. Amat S. R. E. Vice-
Cancellarius.

Ego Nicolaus Episc. Tusculanus Card. Paracciani Clarelli
a Secretis Brevium.

Ego Camillus Episc. Albanus Card. Di Pietro.

Ego Carolus Augustus Episc. Sabinensis Card. De Reisach.
Ego Philippus Tit. S. Laurentii in Lucina Proto-Presb.
Card. De Angelis Archiep. Firmanus, et S. R. E. Came--
rarius.

Ego Fabius Maria Tit. S. Stephani in Monte Coelio Presb.
Card. Asquini.

Ego Alexander Tit. S. Susannae Presb. Card. Barnabò.
Ego Ioseph Tit. S. Mariae in Ara Caeli Presb. Card. Milesi.
Ego Petrus Tit. S. Marci Presb. Card. De Silvestri.

Ego Carolus Tit. S. Mariae de Populo Presb. Card. Sacconi.
Ego Angelus Tit. SS. Andreae et Gregorii in Monte Coelio
Presb. Card. Quaglia.

Ego Fr. Antonius Maria Tit. SS. XII Apost. Presb. Card.
Panebianco Poenitentiarius Maior.

Ego Antoninus Tit. SS. Quatuor Coronator. Presb. Card.
De Luca.

Ego Ioseph Andreas Tit. S. Hieronymi Illyricorum Presb.
Card. Bizzarri.

Ego Ioannes Bapt. Tit. S. Callixti Presb. Card. Pitra.

Ego Fr. Philippus Maria Tit. S. Xysti Presb. Card. Guidi
Archiep. Bononiensis.

Ego Gustavus Tit. S. Mariae in Transpontina Presb. Card.
d' Hohenlohe.

Ego Aloisius Tit. S. Laurentii in Pane Perna Presb. Card.
Bilio.

Ego Lucianus Tit. S. Pudentianae Presb. Card. Bonaparte.
Ego Ioseph Tit. SS. Marcellini et Petri Presb. Card. Be-
rardi.

Ego Raphael Tit. SS. Crucis in Hierusalem Presb. Card.
Monaco.

* ***

Ego Iacobus S. Mariae in Via Lata Proto-Diac. Card. An-
tonelli.

Ego Prosper S. Mariae Scalaris Diac. Card. Caterini.
Ego Theodulphus S. Eustachii Diac. Card. Mertel.

Ego Dominicus S. Mariae in Domnica Diac. Card. Con-
solini.

Ego Eduardus SS. Viti et Modesti Diac. Card. Borromeo. Ergo Hannibal S. Mariae in Aquiro Diac. Card. Capalti. M. CARD. MATTEI Pro-Datarius-N. CARD. PARACCIANI CLARELLI. Visa de Curia D. Bruti I. Cugnionius.

Loco+Plumbi

Reg. in Secretaria Brevium

(Dalla Civiltà Cattolica, 18 luglio 1868.)

Documento II.

Corrispondenza di Francia.

5. Per ciò che riguarda la parte dommatica, già dissi che i cattolici desidererebbero che il futuro Concilio Ecumenico promulgasse le dottrine del Syllabus. Potrebbe darsi che il Concilio, enunciando con formole affermative e col necessario svolgimento le proposizioni stanziate nel Syllabus, sotto forma negativa, facesse compiutamente sparire il malinteso che sussiste non solo nelle sfere del potere, ma ben anco in un gran numero d'intelligenze per altro colte, ma non intendenti di stile teologico. Checchè ne sia, coll' andar del tempo i pregiudizii si dilegueranno, gli occhi si avvezzeranno alla luce, e la verità, essendo immortale, trionferà colle sole sue forze.

I cattolici riceveranno con gioia la proclamazione del futuro Concilio sull'infallibilità dommatica del Sommo Pontefice. Essa riuscirebbe indirettamente ad annullare la famigerata Dichiarazione del 1682, senza che fosse necessaria una speciale discussione di quei malaugurati quattro articoli, che furono per si gran tempo l'anima del Gallicanismo. Nessuno però si dissimula che il Sommo Pontefice, per un sentimento di augusta riserbatezza, non voglia da per se prendere l'iniziativa d'una proposizione, che sembra riferirsi à lui direttamente. Ma si spera che la manifestazione unanime dello Spirito Santo per la bocca dei Padri del futuro Concilio Ecumenico la definirà per acclamazione.

Finalmente un gran numero di cattolici emettono il voto che il futuro Concilio chiuda il ciclo degli omaggi resi dalla Chiesa alla Vergine Immacolata, promulgando il dogma della gloriosa Assunzione di lei.

Siffatti sono i voti in ciò che riguarda il dogma. I bisogni della Chiesa di Francia, in ciò che spetta alla disciplina, sono

molteplici ed esigono spiegazioni più estese, che io prendo la libertà di rimettere ad una prossima corrispondenza.

E altrove:

Il presentimento delle traversie politiche, che forse potrebbero nascere, nell'animo di molti si combina con una non so quale confidenza di un esito fortunato. Bisogna altresi avvertire, come una nota caratteristica, la persuasione quasi direi universale, che trovasi nella più parte dei cattolici. Essi credono che il futuro Concilio sarà molto breve, e che rassomiglierà sotto questo rispetto a quello di Calcedonia. Questa idea non procede soltanto dalle difficoltà sentite di tenere ora lunga assemblea; ma rampolla anzi tutto dal sentimento che i Vescovi di tutto il mondo si troveranno d'accordo nelle quistioni principali, in guisa che la minorità, per quanto eloquente esser possa, non potrà durarla in una lunga opposizione. Finalmente non potrebbero non vedersi senza un certo stupore delle lotte prolungate di opinioni e di discorsi nel seno del futuro Concilio.

(Dalla Civiltà Cattolica, 6 febbraio 1869.)

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Pastorale collettiva dei Vescovi tedeschi riuniti a Fulda.

Anche quest' anno noi Vescovi tedeschi, nello spirito di Gesù Cristo e della sua santa Chiesa, che anzitutto è spirito di unità e di comunione, ci siamo uniti a Fulda presso al sepolcro di San Bonifacio, in fraterna conferenza. Scopo di queste adunanze non è già quello di emanare decisioni obbligatorie in materie ecclesiastiche, il che secondo le leggi della Chiesa può farsi soltanto nelle assemblee ecclesiastiche propriamente tali e tenute nella dovuta forma (nei Sinodi o Concilii); ma esse hanno unicamente per iscopo di renderci, mediante vicendevoli colloqui, più atti ad adempiere nel modo migliore il nostro sacro ministero, e di coltivare fra noi quell' unione e carità, che è la madre e nutrice di ogni bene.

Naturalmente in quest'anno un oggetto principale della nostra conferenza fu di prepararci al Concilio Ecumenico, al quale il nostro Santo Padre Pio IX ha convocato tutti i Vescovi della terra.

A questo riguardo noi abbiamo giudicato cosa buona e salutare, prima di separarci, di rivolgere in comune ai nostri amati diocesani, ecclesiastici e secolari, alcune brevi parole.

Allorché erasi fatta certa la convocazione di un Concilio Ecumenico, per una parte gli animi dei fedeli furono riempiti da pia aspettazione e lieta speranza, e migliaia di essi tengono rivolti con figliale fiducia i loro sguardi a Roma. Non quasi fosse il Concilio un mezzo magico per togliere da noi ogni male e pe

ricolo, e per mutare d'un tratto la faccia della terra, ma perché, secondo la costituzione data da Cristo nella sua divina sapienza alla Chiesa, l'unione dei successori degli Apostoli intorno al successore di San Pietro in un Concilio Ecumenico è il mezzo principale per mettere in più chiara luce la verità salutare del Cristianesimo e per introdurre nella vita più efficacemente la sua santa legge. Ciò che il santo pontefice Gregorio Magno dice si bellamente, che nel corso dei tempi le porte della divina verità e sapienza si aprono sempre di più alla cristianità, questo si effettua nel modo più grandioso mediante i Concilii Ecumenici. Dall' essere poi la dottrina di Cristo esattamente conosciuta e la sua legge più universalmente osservata dipende senza dubbio, come l'eterno, così pure il vero benessere temporale dell' umanità. Perciò i figli fedeli della Chiesa hanno salutato in ogni tempo i Concilii Ecumenici con gioia e con santa fiducia. Egli è nostro sacro dovere di nutrire in noi stessi e di diffondere negli altri cotali sentimenti anche riguardo all'imminente Concilio.

Tuttavia non possiamo dissimularci, che d'altra parte persino da membri fervorosi e fedeli della Chiesa si nutrono timori, atti a scemare la fiducia. Si aggiunge che dagli avversari della Chiesa vengono mosse accuse, le quali non hanno altro scopo, che di suscitare vastamente la diffidenza e l'avversione contro il Concilio, e di risvegliare persino il sospetto dei Governi. Cosi si sentono delle voci che il Concilio possa e voglia promulgare nuovi dogmi di fede, i quali non si contengono nella rivelazione di Dio e nella tradizione della Chiesa, e che esso possa e intenda stabilire dei principii che, pregiudicievoli agli interessi del Cristianesimo e della Chiesa, sieno incompatibili colle giuste pretese dello Stato, colla civiltà e colla scienza, come pure colla legittima libertà e colla prosperità temporale dei popoli. Si va ancor più innanzi; si accusa il Santo Padre che egli, sotto l'influsso di un partito, voglia puramente usare del Concilio come di un mezzo per accrescere smodatamente il potere della Sede Apostolica, per cambiare l'antica e vera costituzione della Chiesa, per istabilire una signoria spirituale incompatibile colla cristiana libertà. Non si ha rossore di designare il Capo supremo della Chiesa e l'Episcopato con nomi di fazione, che noi finqui eravamo usi di sentire solamente dalla bocca dei più dichiarati nemici della Chiesa Quindi non si ha alcun riguardo di far sentire il sospetto, che non sarà concessa ai Vescovi la piena libertà di discussione, e che mancherà anche agli stessi Vescovi la necessaria cognizione e il necessario coraggio per adempiere il loro dovere nel Concilio, e in conseguenza di ciò si pone persino in questione la validità stessa del Concilio e delle sue decisioni.

Da qualunque parte provengano questi e simili discorsi, essi non sono certamente dettati da fede viva, da fedele amore alla Chiesa, da un' incrollabile fiducia in quell'aiuto, che non mai il Signore alla sua Chiesa sottrae. Così non hanno mai pensato i nostri padri nella fede, non mai i santi di Dio; ciò, amati

diocesani, è contrario senza dubbio anche al vostro intimo convincimento cristiano. Non pertanto noi vogliamo anche esplicitamente esortarvi a non vi lasciar sedurre da tali discorsi, a non vacillare per cagione di essi nella vostra fede e nella vostra speranza. Giammai un Concilio Ecumenico pronuncierà nẻ puỏ pronunciare una nuova dottrina, che non sia contenuta nella Sacra Scrittura o nella Tradizione Apostolica; come in generale la Chiesa, quando pronuncia in cose di fede, non promulga nuove dottrine, ma mette l'antica e originaria verità in chiara luce e la difende contro nuovi errori.

Giammai un Concilio Ecumenico può promulgare e promulgherà dottrine, le quali sono in contraddizione coi principii della giustizia, col diritto dello Stato e delle sue autorità, colla moralità e coi veri interessi della scienza, o colla legittima libertà e col benessere dei popoli. In generale il Concilio non istabilira nuovi principii, né altri da quelli, che sono scritti dalla fede e dalla coscienza nel cuore di tutti voi, che furono sacri ai popoli cristiani di tutti i secoli, e sui quali ora e sempre riposa la prosperità degli Stati, l'autorità dei superiori, la libertà dei popoli, e che costituiscono la base di ogni vera scienza e moralità. - É perché possiamo noi fare questa dichiarazione con tale precisione e fidanza? Perché noi siamo accertati dalla fede, che Gesù Cristo è colla sua Chiesa tutti i di sino alla fine del mondo, che lo Spirito Santo non la abbandona mai, e le ricorda ogni cosa e la introduce in ogni verità, per modo che essa è e rimane la colonna e il sostegno della verità, cui le stesse porte dell'inferno non possono espugnare; finalmente perché noi crediamo e sappiamo che, quando i successori di Pietro e degli Apostoli, il Papa e i Vescovi, adunati legittimamente in un Concilio Ecumenico fanno delle decisioni in cose della fede e della legge morale, sono assicurati contro ogni errore della provvidenza e assistenza divina.

A quella maniera, che Cristo è il medesimo ieri e oggi e in eterno, e la sua parola dura sempre, quand' anche passino cielo e terra; così anche la sua Chiesa rimane la stessa in ogni tempo, e la verità di Cristo rimane in lei perpetua e immutabile. Anche il solo temere che un Concilio Ecumenico nelle sue decisioni dottrinali possa errare contro la verità della Tradizione, che esso possa in alcun modo alterare nella sua essenza la costituzione della Chiesa stabilita da Dio, è un disconoscere la virtù delle divine promesse fatte alla santa Chiesa, e l'efficacia dell'aiuto della divina grazia. Egualmente nessuno ha ragione di temere, che il Concilio Ecumenico prenda inconsideratamente e con precipitazione delle risoluzioni, le quali senza necessità si oppongano ai vigenti rapporti e ai bisogni della presente età, oppure che esso, seguendo il fanatismo di umani pensamenti, voglia trapiantare nell'età presente costumi e istituzioni di tempi trascorsi. E come si può anche solo ragionevolmente temere una tal cosa da un' adunanza dei Vescovi di tutto il mondo cattolico, i quali forniti delle

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