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PREFAZIONE

Deliberatasi per l'accordo di alcuni sacerdoti, zelanti degli studii ecclesiastici e della difesa dei più sani principii cattolici, la fondazione di una nuova pubblicazione periodica religiosa in Milano, e accettatane di buon grado la direzione dallo splendido luminare del clero lombardo, mons. Lucido Maria Parocchi, in allora vescovo di Pavia, era eminentissimo cardinale arcivescovo di Bologna, venni io pure nella mia pochezza caldamente ufficiato perchè vi cooperassi con qualche lavoro. Incerto sulle prime a quale argomento incominciare a metter mano, manifestai poscia ad alcuno il pensiero d'intraprendere un'Esposizione delle due importantissime Costituzioni dogmatiche, le quali furono gli unici frutti che poterono essere offerti alla Chiesa nei quasi otto laboriosi mesi che costituirono il primo periodo dell'ecumenico Concilio Vaticano, tuttora sospeso, ma cui speriamo vorrà un giorno la divina Provvidenza condurre a compimento. Nel mio pensiero questa Esposizione non doveva essere un trattato teologico, vale a dire una dimostrazione in forma rigorosamente scientifica delle dottrine proposte e definite in quelle Costituzioni, sembrandomi questo un genere troppo severo di trattazione per l'indole di un periodico, ancorchè pubblicato a mensili intervalli, e quindi in fascicoli di non tenui proporzioni. Di più, mi stava presente al pensiero, che anche la parte più studiosa del clero quando intende occuparsi di tutto serio proposito, si appiglia a più poderosi volumi, e riserva la lettura delle pubblicazioni periodiche a quei ritagli di tempo, in cui

più che ad uno studio pesante, ama abbandonarsi, come a riposo e ricreazione dello spirito affaticato, ad una let tura facile e in qualche modo amenizzata da narrative di fatti, anzichè rigida di astrazioni speculative e grave di ammassi di citazioni. Riflettera pure che fra gli stessi laici v'ha un numero abbastanza notabile di persone colte, a cui non manca il tempo e il volere di interessarsi delle più importanti questioni religiose del tempo, e che bramano di essere in esse più che superficialmente istruite, ma che però, per non essere avvezze a studii pesanti, e ai rigorosi metodi scientifici, sarebbero state ritrose a digerire formali trattati dogmatici sui gravissimi argomenti di quelle due Costituzioni, i quali abbracciano senza dubbio oggetti tra i più rilevanti che si debbano meritare in questi tempi una estesa, chiara ed esatta cognizione anche dai laici che non trovansi nei ranghi inferiori per coltura e posizione sociale.

Dietro tali considerazioni, mettendo da banda l'idea di scrivere un trattato rigorosamente teologico sulle predette Costituzioni, io immaginava di esporre piuttosto con metodo storico le vicissitudini a cui andarono soggette nel corso dei secoli cristiani quelle verità che ne costituiscono l'oggetto, dimostrando col sussidio dei fatti storici e dei documenti che ci attestano la perpetua tradizione della Chiesa, come le dottrine ultimamente proposte e definite dal Concilio Vaticano furono fino dai primi tempi del cristianesimo nella Chiesa riconosciute e professate; quando, per quali occasioni ed in qual modo siano insorti contro di esse degli oppositori; quali vicende subirono tali opposi zioni e quali reazioni abbiano queste suscitate da parte dei veri cattolici e delle autorità ecclesiastiche; come la pretta dottrina cattolica siasi però mai sempre mantenuta inalterata e luminosa, e come gli aberramenti contro di essa successivamente cresciuti e moltiplicati, ed anche le disastrose conseguenze pratiche che ne derivavano, abbiano rese finalmente necessarie quelle solenni definizioni e condanne che nelle due Costituzioni Vaticane furono pronunciate; deducendo poi da tale storica Esposizione anche quegli schiarimenti che meglio valessero a far comprendere ai lettori

il vero senso e l'estensione complessiva di tutte quelle proposizioni che nelle due Costituzioni sono o stabilite o condannate. Così anche mediante questo solo processo storico, in modo facile, e per quanto la natura delle cose poteva consentirlo, svariato e dilettevole, nè agli stessi colti laici disadatto, poteva raggiungersi lo scopo di dimostrare con prove teologiche dirette la verità delle dottrine dal Concilio Vaticano proclamate, non che di chiarire ad evidenza l'opportunità e la necessità stessa delle pronunciate definizioni.

Ma per parecchi lettori poteva altresi tornare opportuno il premettere a questo lavoro almeno i cenni principali sull'essenza, le divisioni e l'utilità dei Concilii, e di più essendosi allora appena pubblicato il primo tomo della pregievolissima storia del Concilio ecumenico Vaticano che per incarico di Pio IX, di santissima e gloriosa memoria, e per conferma fattane dall'augusto Pontefice attuale Leone XIII, compiè da poco circa gli antecedenti l'esimio mons. Cecconi, arcivescovo di Firenze, ad eccitare in loro una giusta idea del l'importanza di esso Concilio era pure convenientissimo il compendiare da quel volume le notizie delle grandiose dispo sizioni e dei gravissimi studii che ne furono i preliminari. Da alcuni articoli sugli antecedenti del Concilio Vaticano io presi adunque le mosse, e solo in seguito ad essi diedi, per verità molto ripartitamente e talora ad intervalli apparentemente troppo lunghi, ma giustificati in parte dalla natura di una pubblicazione periodica che vuole varietà di argomenti, e richiede si dia ognora preferenza ai più importanti per attualità, in parte dalle occupazioni impostemi dall'edizione di Sant'Ambrogio, la mia qualsiasi Esposizione delle due Costituzioni dogmatiche di esso Concilio.

Questi miei tenui lavori, che si ebbe la bontà di ammettere nella Scuola Cattolica, incontrarono qualche aggradimento, e da più parti mi fu espresso il desiderio che insieme riuniti venissero riprodotti colle stampe. Conoscendo io però che, se potevano passare come articoli di giornale, erano troppo manchi ed imperfetti per essere ripresentati al pubblico sotto forma di un libro, riputai mio dovere di consacrar loro nuove cure onde potessero ricomparire più completi ed anche in alcune parti meglio ordinati. Quindi

ai cenni già dati sui precedenti del Concilio, aggiunsi le notizie principali relative alla storia della sua celebrazione; diedi in diversi punti uno sviluppo alquanto maggiore, sia alle prove storiche delle dottrine proposte nelle Costituzioni, sia alla spiegazione di queste medesime, e particolarmente mi studiai di porre in un ordine più esatto le materie riguardanti i due ultimi capi della seconda Costituzione, sebbene per la loro somma affinità sia impossibile di separarle d'un taglio così netto che la storia dottrinale appartenente all'uno non venga a frammischiarsi con quella che all'altro si riferisce.

Dopo molti altri illustri teologi e prelati che pubblicarono pregievolissimi lavori intorno alle dottrine del Concilio Vaticano, spero che si vorrà compatirmi se io pure riproduco il mio, il quale nella prima pubblicazione fu assai frastagliatamente condotto a fine, nè così completo ed ordinato come avrebbe dovuto essere. Io non mi sono indotto a questa riproduzione che per non resistere agli altrui desiderii, ed anche perchè, in vista della forma che diedi all'opera mia, mi lusingai di poterle ottenere dei lettori cui non basterebbe l'animo di affrontare lavori assai più gravi per rigoroso scientifico apparato. Avendomi poi già non pochi preceduto nel nobilissimo e non facile arringo, ebbi anche il vantaggio di potermi giovare almeno di alcune delle opere loro, e di rendermi così anche più sicuro nelle stesse mie proprie vedute. Ho creduto altresì di soddisfare alla mia coscienza poco contenta del primo lavoro, ripubblicandolo in un assetto che mi sembra alquanto meno indegno dell'elevatezza del suo soggetto. Ma per me, e come cattolico e come vescovo, è un altro imperioso dovere il dichiarare solennemente, che sottometto questa mia qualunque opera all' infallibile giudizio della Santa Sede Apostolica e del supremo Maestro, cui la divina Provvidenza sostituì ben degnamente al glorioso Pio, e a cui professo l'obbedienza più sincera e la devozione più illimitata.

Non tacerò da ultimo che, mentre aveva già divisata questa mia pubblicazione, mi vi trovai in certo modo incoraggiato dal seguente veneratissimo Breve Apostolico, col quale Sua Santità degnavasi rispondere ai sensi della mia

esultanza per la Sua fausta esaltazione al Soglio Pontificio, e della figliale mia devozione, nel qual Breve un cenno di benigno compatimento de' miei tenui lavori, mi compariva come un carissimo invito a proseguirli. Ecco il Breve summenzionato.

LEO P. P. XIII.

Venerabilis Frater, Salutem et Apostolicam Benedictionem. Quod litteris significas de impensa tua huic Sanctæ Sedi devotione, Venerabilis Frater; id facta scriptaque tua adeo perspicue testantur, ut quemadmodum non miramur diligentiam, qua Nobis ad Petri cathedram vix evectis obsequium studiumque tuum profiteri voluisti, sic huiusmodi testimonium acceptissimum habeamus et perjucundum. Et quoniam in hoc bello adversus Ecclesiam undique commoto non solum pugnare, sed et arma quoque suppeditare non cessas fidelibus, quibus utiliter cum hoste confligere valeant; non mediocre Nobis auxilio in tanta difficultate certaminis te Nobis præterea futurum lætamur. Quamobrem erecto et perlibente excipimus animo gratulationes tuas; et eam, quam postulas, Apostolicam Benedictionem ad uberiora subsidia et munera cœlitus assequenda, tibi, Venerabilis Frater, auspicem divini favoris testemque præcipuæ benevolentiæ Nostræ peramanter impertimus.

Datum Romæ apud S. Petrum die 11 Martii 1878. Pontificatus Nostri Anno Primo

LEO P. P. XIII.

Venerabili Fratri

PAULO ANGELO Alexandriæ Patriarchæ

Mediolanum (Seregno).

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