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LA LETTERATURA ITALIANA

NEL SECOLO DECIMONONO.

GIACOMO LEOPARDI.

I. In Recanati, città delle Marche posta sopra un' amena collina non lungi dal mare, su lo scorcio del secolo decimottavo era capo della casa Leopardi il conte Monaldo, che, nato il 18 agosto del 1776, visse fino al . primo di maggio del 1847. Educato nella propria famiglia sotto la disciplina di un gesuita, crebbe pieno del sentimento di preminenza, fervente cattolico e avverso alle politiche novità. Allargatasi la grande rivoluzione. in Italia per la forza delle idee e delle armi insieme, su i primi del 1797 penetrò anche nelle Marche; e in Recanati, come in altre città, fu proclamata una forma di repubblica democratica, ed anche un po' demagogica, alla francese. L'abolizione dell'ordine nobilesco e, conseguentemente, dei titoli e dei privilegî irritò vivamente il giovin signore; e, facendone egli aperta dimostrazione, per sentenza di un comandante militare francese fu condannato a morte, dalla quale a stento, con moneta e intercessioni autorevoli, potè scampare. Tenace sempre in quelle sue massime, fu singolare tuttavia per l'amore agli studî, nei quali andò avanti da sè, compose varie non ispregevoli scritture di erudizione, trattando altresì, per far valere le sue convinzioni religiose politiche, la letteratura periodica, e, quel che massimamente rileva, formò in casa a grandi spese, e nel 1812 aperse anche al pubblico, la ricca biblioteca,' senza la quale all' ingegno immenso di suo figlio sarebbe mancato il proprio alimento. Assunto a diciott' anni, essendogli morto il padre quand'egli era bambino, il governo della casa, ben presto, per

1 Scolpi su la porta d'ingresso della Biblioteca, e vi si legge anc'oggi, questa iscrizione: FILIIS AMICIS CIVIBUS - MONALDUS DE LEOPARDIS - BI

BLIOTHECAMA. M. DCCCXII.

MESTICA II.

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