Sayfadaki görseller
PDF
ePub

nome de la presente materia tractando Cominciaremo ali primi Capitull Imprima del primo libro doue se tracta de Iulio Cesare seguendo per ordine de lo honore che lui receue In Roma doppo Le sue grande uictorie ». La Tavola finisce al f. 78 v, ma non comprende che i quattro libri dell'Imperiale, lasciando affatto da parte la cronachetta.

5. Magliab. Palch. IV 280 (già Cl. XXIII 355): cartaceo, del sec. XV, di mm. 289.per 201, di fogli 150, miscellaneo. Il Libro imperiale occupa i primi 90 fogli e segue il volgarizzamento dell'orazione di Cicerone per Marcello, di quella pel re Deiotaro, la lettera di Lentulo su Gesù Cristo, la lettera del Boccaccio a M. Pino de' Rossi etc. etc. Finisce: Scripsi die xuiiij Aprelis M CCCC LXIII. deo gratias ». Anche questo fu dello Stradino.

Il Libro imperiale comincia colla Tavola, preceduta dalla rubrica che abbiamo riportato; ha le rubriche e la numerazione dei capitoli. La cronachetta degli imperatori va dal f. 79 r al 90 r, dove trovasi il seguente explicit: « Finito el libro chiamato imperiale e di tutte le gienerazioni de Re e imperadori di Roma. Iscritto per me Giouanni di messer Bartholomeo... (1) oggi questo di xxv daghosto M CCCC LV A ore duc e mezzo di nocte. Deo grazias

Amen ».

6. Magliab. XXIII 129, già Strozziano: cartaceo, del sec. XV, di mm. 337 per 235, di fogli 62 scritti ed uno bianco, ai quali ne precede uno di pergamena, a due colonne, con rubriche ed iniziali rosse e turchine. I primi 4 fogli sono occupati dalla Tavola; molto bello è il f. 5 r, dove il testo comincia, con fregio miniato e dorato e grande iniziale. I capitoli sono numerati. Dal f. 55 d al 62 d trovasi la cronachetta degli imperatori, chiusa dal seguente explicit: « Finito ellibro chiamato inperiale di tutte le gienerazioni de re et inperadori di roma scritto p me francescho di pagolo picchardi cittadino fiorentino adi p. di diciembre annj dominj M CCCC LXIII ».

(1) Rasura.

Studj di Alologia romanza, IV.

27

7. Palat. 220 (già E, 5, 2, 30). Cartaceo, del sec. XV, di mm. 324 per 234, di fogli 82, con rubriche in inchiostro ed iniziali rosse o turchine. Il primo foglio porta in cima, in rosso, Inperiale, quindi comincia l'opera, senza rubrica. Non v'è Tavola, ma bensì la numerazione dei capitoli. Ecco l'explicit:

« Finito elibro chiamato Inperiale e di tutte le gienerazioni de Re e inperadori di Roma deo grazias Ame.

« Questo libro ho scripto Io Filippo di ser piero de chasuccj da sangimigno edollo finito oggi questo di iiij del mese daprile 1474. El quale Io lo dono al nobile huomo Antonio di Lionardo de nobili Ciptadino fiorentino perche lui mi porta Amore ».

8. Panciat. 2. È questo il codice di cui ci siamo serviti nell'esame dell'opera e per i passi che riferimmo: cartaceo, di mm. 267 per 184, con vere rubriche ed iniziali rosse o turchine. Il foglio che apre e chiude il codice è di pergamena; il secondo cartaceo, collo stemma Panciatichi, e a questo ne seguono altri 4 colla Tavola ed uno bianco; infine l'opera stessa, con 90 fogli scritti numerati e tre bianchi. La Tavola comincia colle parole seguenti: « [I]l presente libro si chiama Inperiale perché tratta de' fatti di Iulio Cesere, primo inperadore di Roma e in parte tratta di sua filicie vita e della sua morte e di sua stirpe. E perché furono e sono Inperiali, al presente libro sanz'altro esordio s'à prodotto il nome; il quale si può liberamente dire Inperiale. Onde col detto nome della presente materia trattando, cominceremo a li capitoli e inprima del primo libro etc. ». Confrontando queste parole con quelle da noi riferite del Magliab. Palch. I 323 si troverà qualche differenza. La Tavola finisce al solito coll'ultimo capitolo del primo libro. Accenneremo ancora che i capitoli sono numerati, che dopo il f. 81 segue un foglio bianco, il quale rappresenta la lacuna di parte dei capp. 54 e 55, trovata già dal copista nel codice che aveva davanti; che infine l'explicit è il seguente, f. 90 v:

« Finito Ilibro inperiale schritto e chonposto per chanbio di Stefano della citta di chastello chalonacho di san fiordo

nelaño dni m ccccv (1) al tenpo del somo pontefice e reverentissimo padre papa Inocenzio settimo. deo grazias.

« Beneditus deus in doms suis e santus in omib' opib' suis etc. ».

Passiamo ai due codici Riccardiani.

9. Cod. 1945: cartaceo, della fine del sec. XV, di mm. 258 per 200, scritto a due colonne, senza numerazione di carte, ma con quella invece dei capitoli. Comincia colla Tavola, la quale manca del primo foglio, ed è attribuito a Cam da Castello. Anche qui trovasi la Cronaca degli imperatori. Si può infine notare che in mezzo v'è una trasposizione di quaderni, giacché il quinto è posto innanzi al sesto.

10. Cod. 2062: cartaceo, della fine del sec. XV, di mm. 211 per 143, di fogli 119 numerati, dei quali solo 116 scritti, ed inoltre aperto e chiuso da un foglio di pergamena, che serviva anticamente di guardia. Rubriche ed iniziali sono d'un colore rossastro sbiadito. Precede al testo un curioso racconto, attinto senza dubbio alla Fiorita di Armannino, il quale riguarda la presa di Roma per parte dei Galli e di Brenno (divenuto qui Pirro) e la sua salvazione, ff. 1 r-2 r; segue poi la Tavola, f. 2 r-3 r. C'è anche la numerazione dei capitoli, e ciò nonostante porta per nome d'autore Giovanni de Buonsignori.

Anche più brevemente diremo dei tre Laurenziani.

11. Cod. Segniano 4. Vedi Bandini, Suppl. II, 222-23. È acefalo e col primo foglio assai guasto: quindi manca il nome dell'autore. Rosse le rubriche e le iniziali; v'è la cronachetta finale, ma non la Tavola nè la numerazione dei capitoli.

12. Pl. XLIII, cod. 21. Vedi Bandini, V, 217-18. Non v'è Tavola nè numerazione di capitoli; manca pure la storia degli imperatori. È attribuito a Chanbio da Chastello.

(1) Veramente dopo l'ultimo C segue un L cancellato, il quale non dev'essere che un errore materiale, come dimostra l'indicazione di Innocenzo VII (:404-140€).

13. Mediceo Palatino 115. Vedi Bandini, Suppl. III, 318-21. Il Libro imperiale occupa i fogli 1-89 a ed ha in fondo la data del 1478. È anepigrafo, perché saltato il capitoletto in cui si dà il nome dell'autore.

14. Ultimo sarà il Marucelliano. Ha la segnatura C, 140 e nel catalogo è erroneamente scambiato col Romuleon di Benvenuto da Imola e a questo attribuito. È un codice cartaceo, in-4°, del secolo XV, di fogli 100, preceduti e seguiti da uno di pergamena, con rubriche. Le iniziali mancano. Comincia colla Tavola, ff. 1-5 r; i fogli seguenti fino a tutto il 68 sono occupati dal Libro imperiale; al 69 r comincia la solita cronachetta, che termina al 77 v, con quest' explicit: « Questo libro a scricto di sua mano benuenuto di bartolomeo di Saluestro del maestro benuenuto Ianno M CCCC LXIII adi .V. daghosto e in questo tenpo ero podesta di modigliana di romangnia e priegho cascuno che lleggera questo libro gli piacci dire per rimedio dell anima mia cinque paternostri etc. ». Il testo seguente, trattato delle Quatro virtù chardinali, è scritto dal medesimo, ma assai più in fretta, e termina al f. 100 v con un nuovo explicit, che ci dà la data 24 dicembre 1471. Il Libro imperiale è in questo codice attribuito a Cam da Castello: non v'è però numerazione di capitoli.

Si possono ora fare alcune osservazioni intorno ai rapporti che fra i codici descritti intercedono: essi sono tutt'altro che chiari, nondimeno avremo modo di stabilire alcuni punti di partenza, per chi vorrà in seguito tentare un'indagine più minuziosa e completa.

In primo luogo si presenta naturalmente l'idea che i codici ove l'opera è attribuita al Bonsignori formino una famiglia a sé (B), più strettamente unita, di fronte a quelli dov'è attribuita a Cam, e aggiungiamo Cambio, da Castello (C). Infatti dalla nostra descrizione appare già che, tranne qualche eccezione, i secondi si distinguono dai primi per essere forniti della Tavola e per avere i capitoli numerati. Le eccezioni sono: il Palat. 220 dove manca la

Tavola, il Marucelliano, dove non sono numerati i capitoli, il Laurenz. Pl. XLIII 21, dove non è nè l'una cosa nè l'altra, quantunque tutti e tre sieno attribuiti a Cam; inoltre il Riccard. 2062, nel quale, quantunque porti il nome del Bonsignori, entrambe le cose si trovano. Per i primi tre si può pensare ad omissioni individuali, prive d'importanza; l'ultimo è veramente un codice notevole, il quale vedremo in seguito unirsi anche nelle altre caratteristiche coi codici attribuiti a Cam.

Accenniamo alcune varianti, per le quali si distinguono le due famiglie:

Lib. I, cap. 1: « onorando colui », tutta la famiglia B, « colei » tutta la famiglia C. Unica eccezione il Riccard. 2062, che ha pure colei ». Dei due anepigrafi, il Segniano 4 manca del capitolo intero, il Mediceo Palatino si unisce coi secondi.

Lib. III, cap. 20: si racconta l'uccisione di Godina, una donna ch'era rimasta incinta di Cesare e dal cui figliuolo ebbero origine i Colonnesi. Nota: « sicome era usata la mattina andare al giardino et andando prima furono assaliti li servi suoi », Palat. E, 5, 8, 21 e con esso tutta la famiglia B, tranne il Riccard. 2062. Invece il Panciat. 2: « Godiana, sicome era usata, andava la mattina a giardino. Quando passava per la via furono inprima assaliti li suoi servi ». È seguito dalla famiglia C e dal Riccard. 2062, tranne nel nome della donna, che in tutti gli altri, eccettuato il Laurenz. Pl. XLIII 21, è Godina. Il Segniano si unisce coi primi, il Mediceo Palatino coi secondi; in quello però invece di prima si legge per via.

Ib., cap. 24. Magliab. IV 281 <... Cesario figliuolo di Julio Cesare e nato di Cleopatra, che none ostante che fosse im prigione non volle mai consentire a Cesare ». Così B, tranne il Riccard. 2062, e così il Segniano. Ma il Panciatichiano: <... di [C]leopatras fu vero e legittimo, inperò che mia avola mi disse più volte che essendo chameriera di [C]leopatras, ella non stante che fosse in prigione etc. ». Così C, Riccard. 2062, Mediceo Palatino,

« ÖncekiDevam »