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Col ferro industre al bel lavoro intento
Chi me vedrà fra' chiari lampi ardenti

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Ahi, quanto fu al mio Sol contrario il fato

184

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218

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Anima eletta! il cui leggiadro velo
Amico, tu sei morto? tu che solo
Apriche piagge, ombrosi colli ameni
Aura, che levemente infra le fronde
Aure, o aure che 'l ciel nudo e sereno
Ahi, dolcezza fallace e fuggitiva
Ahi, perchè questa luce alma e gradita
Alma, che scendi in noi pura, immortale
Al chiuder de' begli occhj amor dolente

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Alta è già l' Urna in su l' Insubra sponda

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Ahi, questo d' Imeneo frutto si coglie

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Apre l'uomo infelice allor che nasce
Aura soave, che si dolcemente

B

Belle, fresche, e purpuree Viole
Ben fosti in Cipro colta nel giardino
Ben veggio avvinta al lido ornata nave

C

Chiare acque, i' sento 'l vostro mormorio
Cara, fida, amorosa, alta quiete
Chi non ha vista ancora il gentil viso
Chi vuol veder in terra un' alma sola
Candida, bella, e delicata mano
Cerchi chi vuol le pompe e gli alti onori
Chi ha la vista sua così possente
Chiusa era il Sol da un tenebroso velo
Chiuse valli, aspri monti, erte pendici
Cigni felici che le rive e l'acque
Chi cerca la virtù, schivi d' Amore
Care dell' alma stanca albergatrici
Cieca di mente e di consiglio priva
Chi mi vede soletto in viso smorto

PAG.

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Degna nutrice delle chiare genti

Deh lasciate, Signor, le maggior cure

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Da quel che 'n cima a Pindo, o in riva all' onde

222

Donna vedrò, s'io non m' inganno, o sole

223

Dolci, ben nati, amorosetti fiori

224

D'un limpido ruscello in sulle sponde

225

Donna bella e gentile, in cui si vede

Donna, qual mi foss' io, qual mi sentissi

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Deh, non sprezzar tante preghiere omai
Del re de' monti alla sinistra sponda
Desiai morte, e con pietosi accenti
Donna, che viva già portavi i giorni
Donne gentili, divote d' Amore
Dove sono i sospir ch' al giovinetto
Dianzi io piantai un ramoscel d'alloro
Del grande Augusto rallegrossi l'ombra
Dolce sollievo dell' umane cure

Donna, che tanto al mio bel Sol piacesti
Dunque privo di speme e di conforto

E

Espero, sacra ed amorosa stella

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Ecco il monte, ecco il sasso, ecco lo speco

Ercole, quanto avvien ch'io più m' attempi

E

pur di i novo a respirar io torno Eran le Dee del mar liete e gioconde

Ecco il Parnaso, ecco gli allori, e il biondo

F

Fresco, ombroso, fiorito, e verde colle
Freschi fior dolci, e violette dove
Folgorava degli occhj il guardo adorno
Fiume, che all' onde tue ninfe e pastori

G

Gli occhi di ch'io parlai sì caldamente

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